Dopo aver affrontato la questione
della politica cittadina, quella dei lavori in corso con qualche
sintetico esempio della commistione di interesse pubblico privato,
sul terreno dell'ambientalismo color cemento non possiamo tralasciare
la cosiddetta "società civile". Vediamo quindi, nell'ordine qualche esempio concreto, dal mondo dell'associazionismo, a quello dei Comitati per concludere con il Sindacato e soprattutto la Fillea-Cgil che ha assunto ormai come parola d'ordine: "calcestruzzo avanti tutta"...
Partiamo dal fronte
dell'associazionismo e dobbiamo fare subito una considerazione:
a
parte il WWF Liguria è praticamente impossibile trovare associazioni
ambientaliste coerenti e libere dai condizionamenti
politici.
Infatti,
Legambiente, struttura che
abbiamo già visto, anche grazie al sito savonese di UominiLiberi,
avere non si sa bene come e perché interessi che finiscono alla
Tirreno Power che a Vado Ligure ha la sua bella centrale a carbone,
così come vediamo che, ad esempio, non osa denunciare
l'insostenibilità dell'inquinamento prodotto dalla Centrale Enel,
sempre a carbone nel Porto di Genova, che grava sia sulle aree
portuali sia sulle abitazione del fronte porto di molteplici
quartieri. Ma qui forse una spiegazione semplice c'è: non vuole
rinunciare alla promozione comune, sotto l'insegna dell'"ecologia",
con Vodafon ed Enel, sulle pagine dei quotidiani, così come sui
dépliant rigorosamente su carta patinata. Identica vicenda l'abbiamo
vista sulla questione del ciclo dei rifiuti, ad esempio, così come
sulla questione eolico-certificati verdi-sovvenzioni che abbiamo
approfondito qualche mese fa. Unica eccezione a Genova, nell'ambito
di Legambiente, appare quella del Circolo Nuova Ecologia che però
deve accuratamente evitare di scontrarsi troppo, pena del richiamo (e
non sia mai dell'allontanamento dall'organizzazione, come è avvenuto
per il Circolo Emilia Est che si è opposto ad un impianto di
fantomatica energia rinnovabile), con i politici di riferimento,
alias la classe dirigente cittadina e regionale. E' così che
Legambiente non si oppone con il necessario rigore a buona parte
delle cosiddette "porcate" che vengono promosse dalle Pubbliche
Amministrazioni, anzi è propensa a farsi "paravento" degli
stessi amministratori che, da parte loro, presenziano, intervengono e
lodano le manifestazioni ed i convegni promossi dal "cigno",
oltre che essere Amministrazioni pronte sempre a fornire contributi
economici. E' così che, ad esempio, Comuni della costa dove non vi è
nemmeno un depuratore si ritrovano una bella "bandiera blu"...
oppure è così che il "cigno" conquista ruoli di co-gestione in
un parco, quello delle 5 Terre, dove il cemento e l'uso non
trasparente dei fondi e del territorio sono la prassi condivisa (e
devastante!). Anche su Genova le "opposizioni" alle
cementificazioni e speculazioni sono deboli, quasi concordate, per
garantirsi visibilità e qualche piccola conquista senza però mai
andare ad intaccare gli interessi di fondo della politica urbanistica
dettata dalle betoniere.
I
Comitati sono spesso l'unica
opposizione che si concretizza sulle singole opere, ma non riescono a
superare il localismo e quindi, nella frammentazione, non
rappresentano un ostacolo efficace in grado di bloccare le operazioni
contestate. Il dato è confermato anche da un recente sondaggio de Il
Secolo XIX che, relativamente alla Gronda, ha messo in evidenza che
la stragrande maggioranza dei genovesi sono favorevoli all'opera a
condizione che non sia vicino a casa loro. Questa frammentazione
della stessa battaglia - perché la questione è rivendicare
l'ascolto delle comunità del territorio, ovvero dell'interesse
pubblico, e non gli interessi privati, per la definizione della
pianificazione urbanistica - non fa altro che indebolire il
"fronte" ed agevolare l'indirizzamento verso qualche piccolo
aggiustamento (soprattutto con la scusa degli oneri di
urbanizzazione) che frantuma ulteriormente la mobilitazione dei
cittadini, sino a sgretolarla completamente.
Inoltre, spesso, i
comitati vengono "colonizzati" dagli stessi uomini di partito
delle Pubbliche Amministrazioni o dei gruppi politici che appoggiano
tali Amministrazioni. In questo modo, grazie agli strumenti, spazi e
conoscenza, che questi hanno a disposizione, riescono a prendere le
redini di tali mobilitazioni, così da "pilotarle" dove è più
conveniente, quando non sfiancarle e renderle così inefficaci. Anche
qui gli esempi non mancano, basti guardare ai comitati "No Gronda"
che avevano tra la sua principale prima linea esponenti dei partiti
di governo di città, provincia e regione (ovvero di coloro che
reggono le maggioranze del cemento). Tale "colonizzazione" ha
poi, un'altra funzione, sempre pienamente legata alla politica. Tali
movimenti, infatti, vengono utilizzati dai partiti cosiddetti
"minori" per acquisire maggiore peso nelle maggioranze e quindi
conquistare maggiori spazi nell'ambito delle amministrazioni o sulle
amministrazioni (sia dalla maggioranza sia dall'opposizione), senza
minimamente mettere in discussione la linea del cemento contro cui
quei Comitati erano nati.
I
"professionisti" sono
un altro tassello che in questa città e regione sono prevalentemente
strumento delle Pubbliche Amministrazioni. Se in altre realtà
esistono professionisti che svolgono il loro lavoro (sia, ad esempio,
quello di geologi, ingegneri, architetti, avvocati) secondo un etica
di corretta professionalità, qui quasi sempre invece sono "a
servizio" delle Pubbliche Amministrazioni, direttamente o
indirettamente, attraverso incarichi di quella galassia di società
pubbliche, come anche dei privati che sono poi i veri "padroni"
della città. E' così che per i cittadini diviene difficile trovare
"tecnici" pronti a scontrarsi con le Pubbliche Amministrazioni.
Non è un fatto anomalo qui, è la normalità dettata da un sistema
dove il "ricatto" ed il clientelismo sono da decenni la base di
una classe dirigente immobile, di marmo. Su tutti due esempi. Il
primo e principale è l'associazione Maestrale di Claudio Burlando,
fulcro di un blocco di potere che fa ritrovare nella stesse sede
"privata" tutte le componenti economiche, sociali, culturali,
politiche e amministrative della città, così da garantire una regia
univoca ed una "gestione", di fatto, coordinata e concordata a
priori e fuori dalle sedi istituzionali, della cosa pubblica, in una
perversa commistione tra interessi che piegano quello
generale
all'interesse privato. Altro esempio è il "blocco" di alcuni
professionisti, soprattutto dei prediletti del grande maestro
dell'architettura Bruno Gabrielli (anche consulente per la nuova legge regionale sull'urbanistica della Regione Sicilia di Totò Cuffaro), che ritroviamo spesso, sulle
stesse "pratiche" come consulenti del Pubblico e consulenti del
Privato, in un orgia di intessi spaventosa che sottrae il controllo e
la regolazione che dovrebbe essere propria delle sedi istituzionali.
In tale ambito, ad esempio, troviamo anche legali che nel solco
dell'esperienza del grande maestro del diritto amministrativo,
Giuseppe Pericu, ai tempi di Alberto Teardo, si prestano a garantire
l'individuazione della soluzione migliore per "aggirare" le norme
e perseguire quanto richiesto dall'interesse speculativo del privato,
facendo incamminare la Pubblica Amministrazione lungo quella incerta
linea di demarcazione tra lecito ed illecito.
Chi non si presta al
gioco, chi osa non rispettare tale "ordine" stabilito, è
tagliato fuori e rischia di essere un professionista senza speranza
di sopravvivenza in una città e regione dove a gestire sono sempre
gli stessi, sia nel pubblico che nel privato, ed i professionisti per
campare devono essere pronti a rispondere presente per coprire e dare
parvenza di correttezza a progetti, calcoli e procedure.
In
ultimo, vediamo il
Sindacato. La CGIL, è
la grande piaga di questo scenario devastante. Già per capire che di
"sindacato" non ha più nulla, basterebbe il fatto che
il principale sponsor del Centenario della CGIL è stato il
Gruppo Riva... sì,
il gruppo del più grande serial-killer di operai con le sue
acciaierie che hanno seminato morte tra centinaia e centinaia di
lavoratori. Ma pare che questo non basti ad aprire gli occhi, così
come non è bastato quanto già sollevato sulla questione
Coop
e "assunzioni" che abbiamo
visto qualche tempo fa.
Non è bastata nemmeno la
pesantissima denuncia della CISL
raccolta, un anno fa, da Roberto Galullo sulle pagine de Il Sole 24
Ore. Cosa si diceva allora? Semplice, si analizzava la questione
"edilizia" e si evidenziava che il blocco di potere delle
Pubbliche Amministrazioni con le Coop (e soci vari) vedeva la
compartecipazione piena e monopolistica della
FILLEA-CGIL.
La CISL denunciò di non riuscire nemmeno ad entrare nei cantieri
della Metropolitana perché tra i lavoratori dell'opera di
Impregilo
e Ansaldo, l'unico che può
accedere è il sindacato guidato da
Venanzio Maurici.
La
linea generale del Sindacato pare quindi, sempre più, quella del
Maurici (lo stesso che ha fondato e presiede l'associazione
"Amici
di Riesi" dove si trova -
come anche nelle foto delle feste della "comunità" - in
compagnia
(per parentela
o per scelta non è qui rilevante)
del
capobastone della famiglia Maurici di Cosa Nostra,
alias Giacomo Maurici), ovvero:
lo sviluppo è il cemento!
Alcuni anni fa già spinse le
"grandi
opere" come progresso e necessità, garanzia dello sviluppo...
irrinunciabili, anche se basate
su progetti dirompenti, costi esorbitanti e pesanti infiltrazioni
mafiose, queste sono bazzecole non degne della minima nota o
attenzione.
Ultimamente è tornato alla carica. Prima ad
Imperia,
in quel territorio del ponente ligure dove ormai è di casa, dopo che
Claudio Porchia (del Centro Peppino Impastato di Sanremo) ha lasciato
la segreteria della CGIL di Sanremo. Poi a
Genova,
sempre in compagnia di
Marta Vincenzi,
che già accompagnò nei cantieri della
Metropolitana
targata Gavio-Ligresti-Benetton, per
la campagna elettorale delle amministrative 2007.
A
Imperia, nel regno di Scajola, insieme alle associazioni delle
imprese edili, la parola
d'ordine della FILLEA-CGIL, unitaria naturalmente - con i
costruttori, si intende -, era sintetizzata nel titolo del convegno:
"Rilancio dell'Edilizia per lo Sviluppo del Paese e di Imperia",
praticamente la linea Scajola-Berlusconi!
A Genova
invece è stata la posa "simbolica", insieme al "Sindaco del
conflitto di interessi", Vincenzi-Marchese, della prima pietra
della TAV, ops scusate: del
Terzo Valico (della Impegilo di Gavio-Ligresti-Benetton) che fa da
pandan alla Gronda.
Naturalmente,
mentre il buon
Segretario Generale della FILLEA-CGIL Ligure chiede il via libera al
calcestruzzo, per la gioia del Partito trasversale del Cemento, la
situazione nei cantieri è disastrosa.
Infatti
nel Settore dell'Edilizia in Liguria, stando al
rapporto
Inail relativo al 2007, si deve registrare che se vi è una
leggera riduzione degli incidenti sul lavoro in generale, il settore
delle "costruzioni" fa eccezione perché non diminuiscono affatto
gli
infortuni. Se poi andiamo a vedere i lavoratori nati all'esterno,
ovvero gli stranieri, dal 40% degli infortuni a stranieri negli altri
settori, nell'edilizia si va oltre il 50%.
Il panorama è
devastante per le diverse province liguri e nel capoluogo colloca il
settore dell'edilizia alla vetta della classifica per la gravità
degli infortuni (con assenze conseguenti superiori ai 40 giorni e
danni postumi permanenti).
Questo dato è inoltre mancante di
quella fetta di lavoro nero, che attraverso il caporalato, vede
nell'edilizia una consistente presenza nella forza lavoro, e che
conta moltissime vittime di incidenti (anche mortali, come ad esempio
nel caso dell'operaio albanese morto nel crollo del Museo del Mare, e
che l'azienda cercò di regolarizzare dopo la morte!), anche gravi,
che non vengono denunciati e che quindi non sono conteggiati nel
rapporto Inail.
Ma il buon Venanzio Maurici, che dovrebbe anche
ben conoscere molte delle
imprese di ponteggi ed edilizia genovesi
visto che sono
di proprietà di persone della comunità
riesina che lui rappresenta con l'Associazione Amici di Riesi, è
forse troppo impegnato a manifestare per la tutela degli immigrati e
dei clandestini dagli attacchi della legge di centro-destra, che non
si accorge che anche a
Genova e della Liguria i clandestini sono
una fetta decisiva di quel lavoro nero nei cantieri edili che vedono,
anche qui, pesanti infiltrazioni mafiose, con ditte di copertura come
anche, come sospetta fortemente la DDA di Caltanissetta,
nelle
forniture di calcestruzzo "mafioso" (tra
l'altro proprio nei cantieri del Metrò ed in quello del Museo del
Mare, ovvero dove morì il ragazzo albanese).
La CGIL, a
conferma di quanto sia forte il condizionamento di Maurici, non ha
mai smentito ufficialmente le dichiarazioni del Venanzio Maurici che
si schierò pubblicamente, dal primo istante, contro l'inchiesta
della Procura di Genova sui Mamone,
affermando che non si può compromettere una grande azienda
per inchieste basate su fonti poco attendibili.
Certo è che
almeno oggi, dopo quanto emerso dalle inchieste e dall'Operazione
Pandora, una smentita, da parte della CGIL, non ci starebbe poi male,
soprattutto considerando le pesanti e ripetute contestazioni per
irregolarità sul trattamento, trasporto e deposito in discariche
abusive di sostanze tossico-nocive da parte della Eco.Ge, che mettono
a rischio non solo l'ambiente ma anche la salute dei lavoratori che
quel sindacato dovrebbe tutelare.
D'altronde la CGIL non ha
nemmeno pensato di prendere le distanze da un'altra dichiarazione
gravissima di Venanzio Maurici, nei confronti di Rosario Crocetta,
sindaco "antimafia" di Gela già allora 'condannato a morte' da
Cosa Nostra per le sue denunce e la sua attività di contrasto
concreto alle cosche. Il
Venanzio Maurici, infatti, il 21
novembre 2007, sul forum della
Comunità Riesina
(www.riesi.com) in una discussione
scrisse: "ho pensi
veramente che la colpa sia solo della mafia? Come pensa il mitico
Rosario Crocetta a Gela grande subrette siciliana che pur di essere
al centro dell'attenzione pubblica a gela non si rende conto di
rasentare il ridicolo litigando con tutti?".
Anche
su questo silenzio assordante!
Ma ormai, non ci si
aspetta più nulla, come non ci si aspetta nemmeno risposta (in
attesa che vengano resi pubblici gli elenchi degli incarichi
assegnati dalle società per la gestione immobiliari costituite dal
Comune di Genova) alla domanda se sia vero o meno che la società
della CGIL, la
"SOCIETA' CONFEDERALE SERVIZI E LAVORO SRL",
ha avuto
incarichi - e quindi commesse - per la vendita di
immobili dismessi dal patrimonio del Comune di Genova, nell'ultimo
periodo dell'Amministrazione Pericu.
La speranza di risposte e
di cambi di rotte, ormai, è molto labile, anche perché se andiamo a
vedere, di nuovo, alcune notizie del Ponente si resta sconvolti.
A
Sanremo, infatti, si è davanti ad un fatto davvero singolare, su cui
sarebbe anche opportuno che chi di competenza facesse qualche
verifica. Vediamo, quindi,
la questione del Casinò di Sanremo
che, pur non essendo legata alla questione "cemento", ci aiuta a
capire, una volta di più, cosa sia divenuto il Sindacato e
quindi, anche, la sua politica del "più cemento per tutti".
La
Cgil qualche settimana fa ha dichiarato 50 ore di sciopero ed ha
detto di rappresentare 160 lavoratori. La trattativa per il contratto
vede le altre 4 organizzazioni andare avanti con la trattativa e la
Cisl e la Uil che litigano affermando entrambe di essere il sindacato
più rappresentativo dell'azienda: quindi entrambe hanno più dei
160 iscritti che dichiara la Cgil. Ma il sindacato autonomo rivendica
una rappresentanza di oltre 100 lavoratori ed il sindacato UGL dice
di essere molto rappresentativo.
Il totale degli iscritti
dichiarati è di oltre 800 lavoatori. Peccato che
i dipendenti
del Casinò siano poco più di 400 quindi o qualcuno dichiara il
falso oppure c'è un'altra spiegazione. La spiegazione in effetti
c'è. Al casinò di Sanremo non vale la regola che vale in tutti i
posti di lavoro del mondo, ti iscrivi, rilasci una delega e l'azienda
ti trattiene i soldi. No al Casinò tutti i lavoratori pagano una
piccola quota alla
commissione paritetica, un organismo
interno che dovrebbe prevenire i conflitti e le vertenze individuali.
L'azienda versa un'altra quota alla commissione e i sindacati
fanno tombola.
Ogni sindacato si prende i soldi della commissione
in base ad accordi precostituiti. In pratica Ugl e sindacato
autonomo si prendono le quote relative ai loro iscritti e tutto il
resto se lo dividono Cgil, Cisl e Uil in percentuali predefinite
circa un terzo a testa.
I soldi sono parecchi e consentono alle
organizzazioni sindacali confederali una bella vita: distacchi
non retribuiti per i dirigenti, trasferte in aereo a Roma con
alberghi di lusso e di regalare ai lavoratori del Casinò la
compilazione del modello 730 della denuncia dei redditi (quello che i
pensionati pagano!).
Il tutto senza pagare iva e tasse e
presentando bilanci come associazioni no profit. Non stiamo
parlando di noccioline, ma di
una partita che si aggira oltre i
100.000 euro all'anno e la cui contabilità è tenuta
dall'azienda in modo molto riservato.
Alla faccia di chi dice
di rappresentare solo i lavoratori ed è invece pagato dall'azienda.
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