Si chiama Stoppani. E' un emergenza nazionale da tempo e lo resta. La Procura di Genova ha aperto anche un procedimento penale (R.G. Tribunale n. 5287/07)...
Il Ministero dell'Ambiente decise di Commissariare la struttura, evitando, in extremis, che finisse nelle mani dei Mamone [leggi lo speciale] con la Sviluppo Fe.Al e la Eco Ge, che si erano occupati (se così si può dire) della bonifica per conto della vecchia proprietà dell'Impianto, divenuta poi Immobiliare Val Lerone. Dell'impresa ex Stoppani, con cui i Mamone avevano già l'accordo in tasca (ma che siamo riusciti ad ostacolare efficacemente), il curatore fallimentare che ha sfidato sino all'ultimo il Commissario del Ministero, è Antonio Adinolfi, che come abbiamo scritto, è uomo di "espeienza" che si era occupato - tra l'altro - di alcune società tra Silvio Berlusconi ed alcuni personaggi che intrattenevano rapporti con uomini Cosa Nostra, ma anche per aver seguito una società del già noto Jack Rock Mazreku, coinvolto più volte in vicende relative al traffico internazionale di rifiuti tossici, a cui abbiamo dedicato anche un dossier [clicca qui].
Siamo a cavallo di due paesi della riviera ligure, Arenzano e Cogoleto. Dove, se l'impianto è chiuso dal 2002, i livelli di inqinamento di sostanze cancerogene e altamente tossiche hanno livelli impressionanti nell'aria, nella terra - e nel sottosuolo -, nelle acque di falda, nei torrenti e nel mare.
Le persone vanno tranquillamente al mare, sulle spiagge. Alcuni coltivano quelle terre limitrofe all'impianto ed alle aree inquinate (ben oltre l'impianto). Tutti respirano quell'aria.
La Perizie tecnica voluta dal Giudice è chiara. Da questa ad esempio emerge che nel terreno della fabbrica sono state individuate sino a 25mila particelle di cromo esavalente per milione, oltre 1.600 volte il limite di 15 particelle previsto dalla legge; nel sedimento marino sono state individuate 10mila particolle di cromo contro un massimo stabilito di 1.350.
Ma non c'è solo il "cromo" vi è una contaminazione anche di "vanadio" e l'"amianto". Ecco quindi che questi dati incominciano a fare capire perchè chi "vive" in quelle cittadine ha gravi patologie alla tiroide, tumori... si ammala (spesso dalla nasciata) e muore. I Comuni, con i Sindaci che avrebbero la responsabilità della Salute pubblica, si sono ben guardati negli anni di commissionare un indagine epidemiologica per tutelare la vita dei cittadini, dai nascituri agli anziani, così come l'ambiente (terra, aria e acqua). Chi aveva responsabilità ha tenuto ben salda la propria testa sotto la terra... talmente sotto che non ha notato i "colori" della contaminazione delle sostanze cancerogene ed ecotossiche. L'ex Sindaco di Cogoleto, Luigi Cola, è stato promosso a "pieni voti" a Consigliere Regionale (ed anche Consigliere Comunale a Cogoleto), come l'ex e di nuovo Sindaco di Arenzano, Luigi Gambino, non hanno mai detto ai loro concittadini dei rischi gravi per la salute.
Non servirebbe, tra l'altro, nemmeno leggere le 236 pagine della Perizia voluta dai magistrati genovesi. Infatti per capire cosa ci sia (a 7 anni dalla chiusura dell'impianto!) basterebbe leggere cosa dicono le schede di trasporto dei mezzi impegnati nella messa in sicurezza dell'impianto. "Caratteristiche di pericolo H7 - H14" che, scorrendo la tabella delle Classi di pericolosità dei rifiuti industriali si vedrebbe che H7 significa "cancerogeno" e H14 significa "ecotossico". E se vogliamo essere ancora più precisi: H7 "Cancerogeno"; sostanze e preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre il cancro o aumentarne la frequenza; H14 "Ecotossico"; sostanze e preparati che presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per uno o più settori dell'ambiente. [ per vedere uno dei moduli in formato .jpg]
Anche la Vice-Commissaria, Cecilia Brescianini, della Provincia di Genova, prima di assumere questo ruolo, non se ne era mai accorta. Infatti secondo i documenti presentati pubblicamente dal suo Ente, la principale fonte di inquinamento del luogo, veniva di fatto considerata quella del "traffico", mica la Stoppani, come ricordano gli abitanti del Comitato MAI PIU' CROMO, che intanto sono sbarcati su Facebook [ e visita il loro gruppo con foto e contatti] iniziando a tessere rapporti con altri gruppi di cittadini ed esperti, perchè quando la Pubblica Amministrazione non fa il suo dovere i cittadini devono difendersi da soli, attivamente.
Non si fidano della Vice-Commissaria e non si fidano delle Amministrazioni Comunali. Primo, perchè non hanno mai voluto fare, in questi anni (o, per meglio dire decenni), quell'indagine epidemiologica che avrebbe forse permesso di chiudere la Stoppani ben prima del 2002, salvando dalla malattia e dalla morte molte persone. Ma non si fidano forse anche perchè i nomi di Gambino e della Brescianini erano usciti pubblicamente in riferimento all'inchiesta sul "voto di scambio" con le cosche della 'ndrangheta. Si tratta di un filone di inchiesta, per cui vi è stata una fuga di notizie sulle intercettazioni ambientali e telefoniche, con al centro Gino Mamone della EcoGe, che vantava il pieno sostegno proprio della Brescianini, come di Claudio Burlando e Marta Vincenzi, e incassava un rassicurante "Io ne vengo adesso, guarda, ehm... per aprirti tutte le strade possibili" dal Gambino. [l'articolo de Il Secolo XIX del 23 maggio 2008 -clicca qui - e l'articolo de Il Secolo XIX del 21 maggio 2008 - ].
Ma i cittadini non si fidano anche perchè la "messa in sicurezza" dell'area dello stabilimento, per procedere alla bonifica, non è che sia molto "sicura". Intanto il cromo esavalente spunta un po da tutte le parti, e con gli eventi piovosi viaggia che è un piacere; poi perchè le polveri vanno libere con i venti in quanto lasciate all'aria aperta (come peraltro documentato dalle foto della stessa Perizia). Ma non solo. Infatti se l'impianto per la "pulizia" delle acque non ha mai funzionato a dovere, dalla chiusura degli impianti funziona a potenza drasticamente ridotta e scarica di continuo, 24 ore su 24 (per la vice-commissaria Bressanini è un riversamento occasionale, a quanto riferitoci dagli abitanti), alla foce del Lerone, dove il muro ed i massi hanno assunto delle chiare colorazioni blu, accaparrandosi un po di quelle sostananze tossiche che poi si diluiscono nel mare lungo le spiagge che nella stagione estiva si riempono di famiglie di residenti e turisti.
Ciliegina sulla torta è il futuro dell'area. Infatti gli appetiti che si concentrano per "riqualificare" (sic!) l'area ex Stoppani sono consistenti. Dal marchese (già latitante - sino all'indulto - in Brasile, senza nemmeno richiesta di estradizione) Cattaneo Adorno (che ha, qua e là a Genova e provincia, ampie aree trasformatesi in discariche abusive), l'impresa di Mario Valle che a monte dell'impianto ha già il Campo da Golf e altre imprese del cemento che sono certamente interessate all'ultima idea dei politici locali che, in quanto a creatività sono, imbattibili. Infatti se hanno pensato bene di realizzare un campetto sportivo proprio dove per decenni venivano posati a "scolare" i rifiuti tossico-nicivi-cancerogeni delle lavorazioni del Cromo, adesso per proteggere meglio la Posidonia vorrebbero costruire un bell'isolotto, con porticciolo che prenderebbe tutta l'area adiacente la foce del Lerone!
I Lavori sono seguiti dalla Vice-Commissaria, il Commissario è a Roma, lontano. A lavorare tra le altre una delle società dell'orbita Garrone, lo stesso della Erg e della "bonifica burla" dell'area di San Biagio in Valpolcevera a Genova, ed una società i cui responsabili - amministrativo e tecnico - arrivano direttamente dalla Piana di Gioia Tauro.
Quindi, se la "strage degli innocenti" non è ancora finita, crediamo più che fondate le preoccupazioni degli abitanti, per le ragioni già esposte, e per il fatto che per agevolare gli appetiti per la nuova speculazione grigio cemento, la bonifica si faccia tanto per farla, come troppo spesso è accaduto, così da poter dare rapidamente il via alle betoniere roventi.
Ma vediamo, per chiudere, alcuni estratti della Perizia, senza entrare nelle parti tecniche:
"I composti del cromo, diffusi nell'ambiente circostante il sito Stoppani in quantità elevatissime, sono di tipo inorganico e, se non eliminati con interventi di bonifica mirati, sono destinati a permanere per lunghissimo tempo con possibile ulteriore diffusione. Identiche considerazioni si applicano all'inquinamento da vanadio diffuso nei suoli.
Nella valutazione dell'estensione del fenomeno di inquinamento vanno considerati, oltre a quanto già elencato nella risposta al primo quesito, i materiali contaminati giacenti all'interno dell'area dell'ex stabilimento, in gran parte classificabili come rifiuti pericolosi, i quali costituiscono un ulteriore pericolo di inquinamento potenziale.
Le stesse strutture ed impianti industriali sono contaminate da cromo ed altre sostanze (in misura non quantificabile ma in taluni casi certamente molto ampia) e contengono ingenti quantità di coibentazioni a base di amianto.
Immissioni non controllate in aria, smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali, tossico-nocivi e pericolosi (la classificazione si riferisce alla disciplina che è mutata nel corso degli anni), scarichi non autorizzati e comunque eccedenti i limiti tabellari sono stati ripetutamente documentati nel corso di ispezioni, sopralluoghi, prelievi ed analisi di laboratorio eseguiti da diversi soggetti e hanno costituito un continuo apporto di sostanze inquinanti nell'ambiente"
"Come discusso nei capitoli precedenti, l'inquinamento da Cromo è diffuso nel terreno e nelle acque (marine, superficiali e di falda) comprese nel Sito di Interesse Nazionale Cogoleto-Stoppani. Tale inquinamento è costantemente presente nell'ambiente per tutto il periodo oggetto del presente procedimento penale. La riconducibilità dell'inquinamento da Cromo alle attività della Stoppani appare evidente..."
"- Il precario funzionamento dell'impianto di trattamento delle acque reflue di stabilimento (misuratori in avaria, valori di scarico oltre i limiti tabellari, capacità di pompaggio inadeguata) che appare fortemente dipendente da difetti di manutenzione. Va infatti considerato che nei documenti agli atti sono inclusi verbali di sopralluoghi e/o ispezioni in cui si constata che quando l'impianto era regolarmente e completamente in funzione le acque di scarico prelevate nel pozzetto di controllo erano conformi ai limiti di legge;
- La presenza di sversamenti e tracimazioni, spesso associata a precipitazioni di intensità anche non eccezionale, che hanno scaricato nel Lerone e nell'ambiente, in modo totalmente non autorizzato, quantità ingenti di acque e fanghi contaminati dal dilavamento di terreni e rifiuti. Anche in questo caso sono evidenti i segni di una scarsa o assente manutenzione delle strutture uniti ad inadeguatezze strutturali (capacità delle vasche di raccolta e del serbatoio S25, capacità di pompaggio sulle due rive del Lerone).
Il precario stato di conservazione degli impianti è documentato anche nella relazione prodotta dall'Istituto Italiano di Saldatura (IIS) su incarico della Struttura Commissariale..."
Ed oltre al Cromo...
"Il Vanadio è un elemento le cui proprietà sono ancora poco conosciute tuttavia tutti i suoi composti sono considerati altamente tossici nonchè possibile causa di cancro alle vie respiratorie (per inalazione).
Va infine ricordato il problema dell'amianto: fino alla totale rimozione e smaltimento degli impianti e degli edifici tuttora presenti nell'area dell'ex stabilimento in condizioni di conservazione estremamente precarie, sussiste un rischio molto elevato di diffusione nell'ambiente di questa sostanza riconosciuta essere sicuramente cancerogena."
E ancora:
"è tuttora presente un diffuso ed elevatissimo inquinamento di Cromo totale ed esavalente. I terreni risultano inoltre inquinati da Vanadio .
Nel terreno dell'area industriale e nelle zone immediatamente adiacenti, la concentrazione di cromo totale supera sistematicamente il valore di riferimento che considera il fondo naturale della zona (1.800 ppm) con valori massimi fino a circa 30.000 ppm.
Analogamente, la concentrazione di Cromo esavalente supera sistematicamente i limiti di accettabilità fissati dal DM 471/99 (15 ppm per le aree industriali) con valori massimi fino a circa 25.000 ppm. La concentrazione di Vanadio supera frequentemente il valore di riferimento del fondo naturale (110 ppm) con punte di concentrazione fino a circa 300 ppm.
Nell'arenile sono presenti concentrazioni di Cromo totale e di Vanadio eccedenti fino a circa 10 volte i valori di riferimento del fondo naturale. La concentrazione di Cromo esavalente supera di 5 volte il limite di legge per le aree pubbliche (2 ppm, DM 471/99).
Nei sedimenti marini, ivi incluso lo strato di materiale litificato denominato "crostone", sono presenti concentrazioni di cromo totale fino a circa 10.000 ppm e cioè superiori di circa 7 volte al livello di riferimento del fondo naturale (1.350 ppm).
Concentrazioni di Cromo esavalente circa 6.000 volte superiori ai limiti di legge (5 mg/L, DM 471/99) sono presenti nelle acque della falda acquifera sottostante la valle del Lerone."
"In sintesi Stoppani ha messo in opera solo alcuni e limitati interventi di messa di sicurezza del sito, in particolare relativi alla falda acquifera, dilazionando continuamente e senza un reale motivo tecnico, l'avvio delle operazioni di bonifica che risultano ancora oggi quasi integralmente da effettuare."
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