Nella seduta del Consiglio Comunale di Genova, il 20 aprile 2010, a parte un qualche cenno di nervosismo iniziale, il partito trasversale delle speculazioni, con la sua componente "ambientalista color cemento", ha portato a casa l'approvazione del PUO (Piano Urbanistico Operativo) del progetto della Rizzani De Eccher per l'area dell'ex Marcato generale di Corso Sardegna.
Chi non conosce il funzionamento delle assemblee elettive, come il Consiglio Comunale, e delle procedure, potrebbe non aver compreso bene la portata della votazione che si è svolta nella sala rossa di Palazzo Tursi a Genova. Vediamo questa giornata con una rapida ricostruzione dell'iter di questa "porcata" e alcune delle principali criticità.
Esaminiamo dunque nel dettaglio quello che i Consiglieri Comunali (tutti) non hanno visto (o non hanno voluto vedere), stando alla discussione ed ai documenti (ordini del giorno ed emendamenti) presentati. Questo non solo ci dimostra che questa delibera la si è voluta far passare (anche con giochetti di astensioni, voti contrari o uscite dall'aula che servivano solo a salvare la faccia ma garantire che alla fine il provvedimento venisse approvato), ma anche che il Consiglio Comunale ha scelto di abdicare definitivamente al suo ruolo di controllo e indirizzo...
Due premesse fondamentali:
a) nel Piano Regolatore Generale (poi diventato PUC) del Comune di Genova, varato con la Giunta Sansa, si era deciso di accogliere come destinazione dell'area di Corso Sardegna le indicazioni pervenute dai cittadini e dalla comunità del quartiere attraverso un questionario. Da qui deriva il vincolo al 75% dell'area a piano strada da destinare a verde, oltre al recupero dei padiglioni storici (protetti), pochissimi nuovi volumi (l'essenziale per garantire la copertura economia della realizzazione del parco) e 300 parcheggi pubblici.
b) una volta mandato a casa il Sindaco Adriano Sansa, per volere di Claudio Burlando e con esecuzione da parte delle segreterie di partito del centro-sinistra, alla guida del Comune la burokrazia ha portato Giuseppe Pericu, che avvia la "grande truffa" sull'area di Corso Sardegna che nessuno osa fermare, come quelle su Acquasola, aree e beni pubblici piegati sistematicamente a speculazioni ed interessi privati (a partire da quelli degli "amici" e delle "coop rosse"), con grave danno non solo al territorio ed alla comunità, ma anche alle casse pubbliche.
Le tappe della "porcata":
1) l'assessore all'urbanistica di Pericu, il venerabile maestro dell'architettura Bruno Gabrielli, porta il Comune di Genova ad aderire ad un "concorso nazionale di idee di urbanistica partecipativa e comunicativa" ed indica come area su Genova quella dell'ex Mercato di Corso Sardegna. A seguire la "partita" chiama la sua consulente ed allieva: arch. Egizia Gasparini.
2) il "concorso di idee" porta alla definizione di alcuni elaborati che, partendo dalle indicazioni raccolte dalla comunità, devono tradurre in un progetto preliminare i vincoli e le destinazioni d'uso previsti dal PUC (quindi recupero dei padiglioni storici, 75% dell'area a verde...). Il progetto che vince il concorso di idee, la cui segreteria era seguita dal Wwf, e che è rispondente pienamente ai vincoli del PUC, è quello coordinato dell'arch. Dolmetta (anche questi conosciuto per essere sempre di area diessina).
3) il progetto vincitore del "concorso di idee" avrebbe dovuto divenire il "progetto definitivo" per l'utilizzo dell'area dell'ex Mercato di Corso Sardegna, ma invece, con l'arch. Egizia Gasparini consulente del Comune - dello staff di Gabrielli ed incaricata di seguire la pratica - il progetto vincitore del "concorso di idee" entra in Giunta ed esce come progetto base per un "project financing" che verrà assegnato alla Rizzani De Eccher, di cui l'arch. Egizia Gasparini diviene consulente, proprio per la "partita" dell'area ex Mercato di Corso Sardegna.
4) la Rizzani De Eccher presenta quindi la sua versione del progetto il 12 marzo 2007, e come se si trattasse di una corsa di "Formula Uno":
- il 22 marzo 2007 (11° giorno dall'avvenuto deposito, compresi i festivi) la Giunta Pericu approva il progetto della Rizzani De Eccher (non è dato sapere come, in un così arco di tempo ristrettissimo, si siano potuti raccogliere i pareri e le osservazioni necessarie dopo un'analisi attenta del progetto da parte dei preposti uffici pubblici);
- il 3 aprile 2007 (12° giorno successivo all'approvazione della delibera di Giunta, compresi i festivi) il Consiglio Comunale approva la delibera del progetto della Rizzani De Eccher per il project financing dell'area ex Mercato di Corso Sardegna (siamo a 55 giorni dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale e della Giunta).
5) Il progetto della Rizzani De Eccher è totalmente diverso da quello vincitore del "concorso di idee" (ma l'arch. Dolmetta tace e non osa dire nulla), ed è soprattutto:
5.1) - in palese violazione dei vincoli del PUC (tanto che nello stesso parere allegato alla delibera del Consiglio Comunale del Settore Urbanistica si legge che se nel PUC è previsto il vincolo per l'utilizzo di 17.000 metri quadri dell'area a verde nel progetto ne sono previsti solo 5.000 metri quadri (per di più distribuiti, come aiuole, qua e là sui diversi piani degli edifici, con campetto da calcio sul terrazzo di uno dei palazzi);
- in palese contrasto con le prescrizioni del Piano di Bacino del Bisagno e senza alcun indagine sul suolo (presenza di falda, problematiche derivanti da infiltrazioni di rivii che scendono da monte in quest'area che è terreno di riempimento dell'alveo del Bisagno). L'unica cosa che risulta dagli atti del progetto della Rizzani è un indagine "bibliografica" sullo stato del suolo dell'area;
- in palese contrasto con le disposizioni di Legge (Finanziaria 2007) che prescrive costruzioni finalizzate al massimo risparmio energetico, oltre che incentivi per impianti per energie rinnovabili (nelle relazioni del Progetto infatti si legge che tutta la struttura e gli impianti saranno realizzati con l'obiettivo del massimo consumo energetico al fine di ottenere le tariffe agevolate dell'Enel).
5.2) Il progetto della Rizzani De Eccher prevede inoltre un'ampia superficie di commerciale e nella relazione allegata al progetto, dove si definisce questa nuova opera come una "Nuova Fiumara", si indica anche la presenza di una struttura per la grande distribuzione. Questo non solo non è compatibile con la moratoria prevista a tutela del commercio, ma è anche, proprio per l'esperienza della Fiumara realizzata da Coopsette a Sampierdarena, un'operazione che soffocherà il tessuto commerciale della zona. Infatti la "promessa", effettuata più volte dal Comune di Genova, secondo cui nella nuova struttura realizzata dalla Rizzani De Eccher avranno una sorta di corsia preferenziale i commercianti con licenze già in zona è una menzogna (anche perché se fosse vera si configurerebbe un "estorsione" ai danni del "gestore" della nuova struttura, cioè la Rizzani De Eccher).
6) La nuova struttura sarà in mano per 90 anni (oltre quelli dei lavori di costruzione) alla Rizzani De Eccher che gestirà e guadagnerà con l'uso dell'area pubblica, a fronte di un canone concordato con il Comune pari a 60.000 euro annui che dire irrisorio è davvero poco anche considerando che guardando ai dati da loro stessi forniti si comprende che:
- le residente universitarie previste (230 mini alloggi, con posti letto singoli o doppi) è privata e l'utile andrà alla Rizzani De Eccher (che prevede infatti entrate, dal primo anno di esercizio di 327mila euro circa sino a 473mila euro nel 2026);
- la famosa struttura sanitaria (non nuova, bensì derivante dal trasferimento delle strutture già esistenti tra via Airoly e Via Archimede) sarà acquisita dalla ASL 3, cioè pagata con i soldi pubblici alla Rizzani De Eccher;
- i parcheggi sono a pagamento (non saranno solo quindi i box in vendita a fruttare alla Rizzani De Eccher) in quanto si prevede già 100mila euro annui di introito per i parcheggi pertinenziali, 75.500 euro annui per i parcheggi a rotazione e 885.000 euro di incasso il promo anno per la vendita dei box;
- la Rizzani De Eccher ricaverà inoltre per gli appartamenti di pregio che realizzerà nell'area (32 previsti) 2.813.000 euro.
Questo senza contare le entrate derivanti dalla gestione delle attività commerciali e di ristorazione che saranno realizzate nell'area.
Complessivamente la Rizzani De Eccher che dovrebbe versare, stando ai dati dei documenti del Comune, 60.000 euro annui (con aumento Istat non inferiore al 2,5%), prevede - ammortizzando annualmente i costi di costruzione - di avere ricavi annui pari a circa:
4.734.000 euro nel primo anno (a fronte di costi di gestione di 834.353,37 euro), 1.036.000 euro nell'anno successivo (a fronte di costi di gestione di 170.223,37 euro) ed a salire, al 2026, a ricavi pari a 1.166.756,24 euro (a fronte di costi di gestione di 246.534,19 euro).
Dove sta il vantaggio tra pubblico e quello privato dell'operazione è evidente (già dai dati delle loro carte!!!)
7) Il Comune di Genova in pieno agosto 2007 (con la nuova Giunta di Marta Vincenzi) emana il bando a firma di Carlo Isola per mettere a gara l'assegnazione complessiva di progettazione definitiva, esecutiva, esecuzione lavori e gestione della struttura per 90 anni (+ 3 per lavori) del progetto della Rizzani De Eccher. Il bando contiene errori macroscopici sino, ad indicare, ad esempio, come delibera di riferimento del project financing a base della gara non la delibera del Consiglio Comunale relativa all'area ex mercato di Corso Sardegna, ma la delibera relativa al project financing di Scalitana Borghese di Piazza Tommaseo.
Inoltre si mette a gara un progetto (quello della Rizzani De Eccher e non quello vincitore del "concorso di idee", anche se l'architetto che lo segue è sempre la stessa persona, l'arch. Egizia Gasparini, prima come consulente del Comune e poi come consulente della Rizzani De Eccher) è palesemente incompatibile con i vincoli prescritti dal PUC in vigore, oltre che in chiaro conflitto con il disposto dal Piano di Bacino del Bisagno e di Leggi (a partire dalla Finanziaria 2007).
Come Casa della Legalità, Wwf Liguria, Meetup ed altri formulammo un istanza dettagliata con richiesta di sospensione del bando. Questa venne consegnata alla riunione d'urgenza della Conferenza dei Capigruppo appositamente convocata il 18 ottobre 2007. In quella sede - così come poi alla successiva seduta del Consiglio Comunale ed in due incontri con l'assessore Margini - venne comunicato che prima di procedere a qualsiasi approvazione in merito al futuro dell'area di Corso Sardegna vi sarebbe stato un passaggio con audizioni in Commissione Urbanistica.
8) Al bando inizialmente viene dichiarato pubblicamente che non ha partecipato nessuno. Poi invece viene detto che aveva partecipato la Rizzani De Eccher, ovvero il "promotore" stesso del project financing con il Comune di Genova. Fatto è che il Comune di Genova decide di procedere e riconosce valida quella gara con un solo partecipante. Ma vi è anche un'altra questione assolutamente di rilievo: a quella gara nessuna ditta che non fosse quella che ha steso il progetto alla base della gara (la Rizzani De Eccher) avrebbe mai osato partecipare, visto che quel progetto - salvo garanzie preventivamente (e non scritte) avute dall'amministrazione comunale - era praticamente impossibile perseguirlo. Le ragioni sono diverse, vediamone quattro:
- la ditta che decideva di partecipare avrebbe dovuto fare un offerta per realizzare il progetto alla base della gara, senza conoscere, ad esempio, il piano di fattibilità dell'opera;
- la ditta che decideva di partecipare avrebbe dovuto assumersi l'impegno di attuazione di un progetto che era incompatibile con i vincoli urbanistici e normativi vigenti;
- la ditta che decideva di partecipare avrebbe dovuto assumersi la responsabilità in caso di vittoria di attuare un progetto che è palesemente ad alto rischio rispetto all'assetto idrogeologico ed i rischi di allagamento ed esondazione del Bisagno, visto che il progetto era chiaramente redatto ignorando quanto stabilito dal Piano di Bacino;
- la ditta che decideva di partecipare avrebbe dovuto avanzare una proposta per vincere la gara che prevedeva l'attuazione di un progetto che (anche nella cronologia dei lavori) ignorava e ometteva un "dettaglio": la necessità di bonifica ed i costi di bonifica della copertura in amianto dell'ex Mercato di Corso Sardegna.
Quindi solo chi sapeva che i vincoli sarebbero stati modificati postumi, piegandoli al progetto, poteva assumersi la responsabilità di impresa di fare un offerta assumendosi l'impegno - in blocco - per progettazione definitiva, progettazione esecutiva, costruzione e gestione per 90 anni di quella struttura così definita dal progetto Rizzani De Eccher - Comune di Genova (con sempre l'arch. Egizia Gasparini, prima per il pubblico - Comune - e poi per il privato - Rizzani De Eccher).
9) Il 18 giugno 2009 la Giunta Vincenzi approva la Convenzione con la Rizzani De Eccher, senza passaggio in Consiglio Comunale, pur consapevole - non solo perché gli si erano evidenziati nelle osservazioni ma anche perché plateali - delle pesanti violazioni dei vincoli urbanistici, del Piano di Bacino del Bisagno, delle normative e leggi del progetto di opera alla base della Convenzione, oltre che essere, questa, un operazione che crea un ingiusto danno all'interesse pubblico, a vantaggio dell'interesse privato, sul piano prettamente economico. Con questa Delibera la Giunta Comunale va a confermare il voto pre-elettorale che con la procedura fulminea aveva portato la Giunta Pericu ed ai Consiglio di allora ad avvallare la speculazione predisposta, sotto il costante operato dell'arch. Gasparini, dalla Rizzani De Eccher.
Il Consiglio Comunale eletto nel 2007 non batte ciglio. Nemmeno l'allora amministrazione Provinciale, con evidenti competenze in merito al Piano di Bacino, batte ciglio. Si lascia correre il tutto verso il punto di non ritorno (quello che poi porta le Amministrazioni ad adottare la classica giustificazione: ormai non possiamo tornare indietro perché altrimenti ci sono le penali) della speculazione privata mascherata da un "evidente interesse pubblico" (classificazione che permette alla Provincia di concedere le "deroghe" alle disposizioni del Piano di Bacino).
10) Il progetto e la convenzione dovevano essere presentati alla cittadinanza, nel nome della partecipazione volta alla ricerca del consenso della comunità che l'Unione Europea vuole alla base delle scelte delle Pubbliche Amministrazioni. Invece nulla! Un'assemblea pubblica presso l'aula magna della scuola di Corso Galliera, dove a presentare il progetto (spacciandolo sempre come quello vincitore del "concorso di idee") vi era, con l'assessore Mario Margini, l'arch. Egizia Gasparini, ha evidenziato pesanti contestazioni da parte di cittadini e associazioni al progetto, allo stesso iter ed alla Convenzione. In quella sede l'Amministrazione davanti ai cittadini prese impegno, prima di proseguire, di apportare modifiche e di ritornare ad un confronto pubblico. Questo confronto (e queste modifiche) non ci sono state. Viene indetta una nuova presentazione (annunciata da manifesti e locandine per il 14 novembre 2009) ma in realtà viene fatto un rinfresco con la banda (musicale, non del "buco") in cui il sindaco Vincenzi e l'assessore Margini dicono che bisognava solo festeggiare il trasferimento delle attività mercatali a Bolzaneto e che il progetto non c'era ancora e che quando ci sarebbe stato si sarebbe fatta una presentazione pubblica per discuterlo. Quindi il progetto (che c'è) non viene presentato ai cittadini, non viene discusso. (Verrà poi fatta una riunione con gli amministratori comunali del Pd, nulla di ufficiale e pubblico)
11) Si arriva quindi alla delibera della Giunta Vincenzi numero 24 del 25 marzo 2010 (ad oggi ancora non pubblicata nell'albo pretorio del sito del Comune di Genova). Questa approva il PUO (Piano Urbanistico Operativo) per avviare la Conferenza di Servizi necessaria alle varianti per rendere attuabile il progetto della Rizzani De Eccher. Come nella miglior tradizione dell'illegalità diffusa di questa terra si modificano i Piani urganistici, cioè l'interesse generale, al progetto privato, cioè interesse particolare!
La delibera viene iscritta all'ordine del giorno del Consiglio Comunale per il 13 aprile e poi slitta alla seduta del 20 aprile. Tutto senza confronto con la cittadinanza, senza alcun passaggio in Commissione Urbanistica e, quindi, senza alcuna audizione dei cittadini e delle associazioni. Se passa questa delibera si arriva al punto di non ritorno!
Vediamo quindi questa delibera ed i suoi allegati nel dettaglio per evidenziare alcune delle questioni più macroscopiche, partendo dall'assoluta assenza di trasparenza del provvedimento, e mettendolo in relazione al "gioco" degli emendamenti che nulla hanno cambiato e nulla potevano cambiare così come proposti (anche se ben conditi di dichiarazioni filosofiche e politiche sul futuro del pianeta).
A) Non solo la delibera della Giunta (ed allegati) portata alla votazione del Consiglio Comunale non è stata resa pubblica sul sito internet, ma si scopre che i Consiglieri comunali (anche quelli che si definiscono "grillini" e che predicano di mettere tutto online, come la Consigliera Comunale di uno dei Meetup genovesi (il cd. "gruppo storico"), e già anche assessore provinciale - Idv - proprio all'Urbanistica ed alla Difesa del Suolo) avevano da tempo copia su supporto informatico del progetto Rizzani De Eccher e della documentazione relativa alla delibera. Nessuno dei Consiglieri Comunali (manco la "grillina") ha quindi violato la pratica "omertosa"... tutti hanno tenuto quella documentazione ben salda nei loro uffici, senza pensare minimamente di pubblicarla sul web o di promuovere incontri pubblici con i cittadini, associazioni e comitati per presentare e rendere pubblico quanto la Giunta nascondeva abilmente e, quindi, permettendo di promuovere una mobilitazione autonoma e documentata per pretendere modifica chiare della delibera e del progetto.
B) La delibera conferma quel progetto e quella convenzione di cui abbiamo già parlato. Non cambia una virgola, offre solo un dettaglio maggiore sulla strada di collegamento che viene aperta grazie alla cessione da parte delle suore di un fazzoletto di terreno in cambio di un bel box per l'auto (che se ripensiamo alle indulgenze si potrebbe dire che si è arrivati alla liquidazione).
A differenza delle delibere precedenti sulla "partita" di Corso Sardegna questa (con gli allegati ben custoditi nella riservatezza assoluta da Giunta e Consiglieri) però ci svela qualche dettaglio in più, soprattutto sull'irregolarità dell'operazione e dell'iter:
B1) nella delibera si apprende che la stessa Giunta e Consiglio, approvando, dichiarano palesemente che il progetto non è compatibile con il PUC vigente, bensì con "linee guida" del futuro nuovo PUC. Questo fatto è gravissimo in quanto i vincoli urbanistici sono solo ed esclusivamente quelli dei Piani formalmente adottati e approvati, vigenti e non quindi con un fantomatico Nuovo Puc o linee di indirizzo della mente di qualcuno... che, né adottato né approvato, non vale un fico secco;
B2) nella delibera si evidenzia il fatto che pur essendo evidente (anche a fronte dell'aspetto economico dell'operazione con canone irrisorio al Comune a fronte di un ricavo e guadagno estremamente consistente del privato sull'uso dell'area pubblica) viene più volte affermato "l'interesse pubblico" dell'opera, con l'evidente fine di agevolare la concessione delle deroghe rispetto, ad esempio, al Piano di Bacino;
B3) nella delibera, così come nella convenzione e nel piano economico e finanziario dell'opera - nonché nella documentazione già alla base della gara del 2007, ivi compresa la cronologia dei lavori -, non risulta minimamente alcuna previsione - e tanto meno metodologia di attuazione - della bonifica dell'area ex Mercato di Corso Sardegna, la cui copertura è in amianto;
B4) rispetto al problema della falda sotterranea ed alle problematiche idrogeologiche, a fronte delle recenti prescrizioni della Provincia (febbraio 2010), la delibera e la convenzione allegata non recepiscono minimamente, se non una "presa d'atto" le prescrizioni che, ad oggi, non concedono alcun formale "nulla osta" alle opere in sottosuolo. Su questo, inoltre, non si evidenzia alcuna modifica a quanto previsto in origine (sulla base di ricerca "bibliografica") e quindi non si comprende come possano essere evitate conseguenze sulla sicurezza pubblica non solo dell'area, ma anche delle costruzioni limitrofe, visto che già oggi, senza opere interrate, le acque allagano i fondi dei palazzi limitrofi ed eventuali nuove "barriere" sotterranee - volte a garantire la sicurezza dei piani interrati di parcheggio previsti dalla Rizzani De Eccher - possono produrre le conseguenze già gravi evidenziatesi con la costruzione dei piani interrati di Corte di Lambruschini, con costante allagamento dei palazzi limitrofi.
B5) si ribadisce un falso gravissimo (pag. 7 della delibera) in quanto se si riportano testualmente i vincoli sanciti nel PUC vigente si afferma poi che rispetto a tali prescrizioni e vincoli si può agire in deroga in quanto non è prevista la demolizione totale delle strutture dell'area dell'ex Mercato di Corso Sardegna. Questo passaggio suggella il palese tentativo di violazione dei vincoli in quanto, nello stesso PUC che stabiliva tali vincoli era già evidente che le costruzioni storiche, protette, non sarebbero mai comunque essere abbattute. Quindi si usa la possibilità di deroga, prevista in allora nel caso che non si prevedesse la demolizione delle costruzioni recenti (non protette), nonostante per queste sia prevista la demolizione!
Se andiamo ad esaminare con un minimo di attenzione la Convenzione firmata tra Comune e Rizzani De Eccher, inoltre, si evidenziano molteplici criticità. Tra queste ne segnaliamo alcune:
- la dichiarazione più volte effettuata dall'assessore Margini e dagli altri esponenti della Pubblica Amministrazione sulla tutela del tessuto commerciale della zona è palesemente falsa, così come il carattere pubblico dell'area verde, degli impianti e delle residenze universitarie!
Infatti a pagina 13 della Convenzione, nell'art. 5, si stabilisce che "La società [ovvero la Rizzani De Eccher, ndr] potrà locare gli spazi commerciali previsti dall'intervento, affidare a terzi dotati di particolari requisiti professionali, la gestione di servizi specifici sugli immobili in regime di proprietà superficiale quali - a titolo esemplificativo - la ristorazione, le Residenze Specializzate Universitarie [private, ndr], la pubblicità, il verde attrezzato e gli impianti".
Ogni tentativo, quindi, di far assegnare alla Rizzani De Eccher spazi in concessione a condizioni (durata contratto, canoni di affitto o di gestione, "prelazioni" varie) da parte del Comune di Genova non è solo impraticabile ma sarebbe, come già in precedenza ricordato, un tentativo di "estorsione", oltre che una palese violazione alla Convenzione che lo stesso Comune ha sottoscritto!
- in merito ai fantomatici spazi pubblici e che come tali sono stati conteggiati nelle indicazioni di superficie dell'opera, è esplicativo l'art. 6 della Convenzione. Leggendolo si comprende senza possibilità di equivoco che:
* la Residenza Specializzata Universitaria è privata e non quindi facente capo alla ARSSU, tanto che si legge che "sarà gestita in regime di proprietà superficiale dalla data di stipulazione del relativo atto notarile fino alla scadenza della concessione [di durata novantennale, ndr] a cura della Società [cioè la Rizzani De Eccher, ndr] direttamente o tramite soggetto specializzato e adeguatamente qualificato...";
* detti appartamenti "universitari" potranno tranquillamente essere affittati ad altri (non studenti universitari) nei mesi di chiusura dell'Università tanto che si legge: "Nel periodo di chiusura delle attività universitarie i locali di cui trattasi potranno essere locati temporaneamente a terzi".
Questo aspetto, inoltre, evidenzia quanto potrà essere breve il passo per un "cambio di destinazione d'uso" dei 230 alloggi "universitari" a favore di, ad esempio, monolocali ad "uso abitativo".
* il Centro Diagnostico della Bassa Val Bisagno, spacciato come nuova struttura e che in realtà - anche in considerazione dei tagli al bilancio della Sanità della Regione Liguria - sarà una semplice ricollocazione in tale sede delle strutture ambulatoriali e diagnostiche già presenti a pochi metri di distanza dall'area dell'ex Mercato (Via Ayroli e Via Archimede), non sarà costruito e dato in uso alla ASL dalla Rizzani De Eccher, bensì sarà "acquisito" dalla ASL 3 Genovese con soldi pubblici e pagato alla Rizzani De Eccher!
* di nuovo sugli spazi Commerciali si legge: "gli esercizi commerciali tipo food court o il CIV artificiale saranno realizzati su una superficie agibile di circa 3.500 mq, in cui potrà essere compresa una media struttura di vendita... Gli Esercizi Commerciali saranno gestiti dal Concessionario [alias Rizzani De Eccher, ndr] in regime di proprietà di superficie..." ed ancora: "i Pubblici Esercizi saranno realizzati su una superficie agibile di circa 1000 mq. Tali funzioni saranno gestite dalla Società [alias Rizzani De Eccher, ndr] in regime di proprietà superficiaria"; oltre a quanto disposto anche per gli Esercizi di Vicinato, ovvero che "saranno realizzati su una superficie agibile di circa 3.000 mq e avranno una superficie netta di vendita di circa 2.300 mq. Gli stessi saranno gestiti dalla Società [cioè la Rizzani De Eccher, ndr] in regime di proprietà superficiaria".
* sui parcheggi di nuovo si svela il carattere non pubblico gratuito ma a pagamento. Vediamo:
- "Parcheggi pubblici interrati a rotazione, saranno realizzati su una superficie di circa 1800 mq, per un numero complessivo di almeno 300... Tali parcheggi saranno gestiti a cura della Società [cioè la Rizzani De Eccher, ndr] sulla base del sistema tariffario di cui al successivo articolo 24" che prescrive nello specifico:
"sosta oraria ore 06-24 tariffa euro 1,80/ora o frazione;
ingresso notturno ore 20-08 tariffa forfettaria euro 8;
abbonamento mensile ore 00-24 tariffa euro 200/mese".
Inoltre per agevolare l'incasso per la Rizzani De Eccher verranno rivisti i parcheggi intorno all'area ed il Comune prevede di attivare controlli e sanzioni soprattutto in adiacenza dell'ingresso nel nuovo Parcheggio Pubblico (a pagamento!).
Vi sarebbero ancora molteplici aspetti come, ad esempio, la possibilità di procedere con varianti al progetto approvato, con un semplice preventivo assenso del Comune, non meglio specificato.
Vi è poi su tutta la linea, progettuale e di convenzione, un'assenza totale: le volumetrie!
Vengono sempre indicati i metri quadri di superficie per le diverse tipologie di costruzioni e spazi, ma non vengono mai indicati i volumi ed eventuali limitazioni alle volumetrie.
Questo ultimo aspetto è gravissimo e vizia alla radice tutte le approvazioni sin qui adottate ed anche rappresenta un carattere ostativo ad ogni valutazione legittima del PUO e quindi anche della Conferenza di Servizi avviata con la delibera del 20 aprile 2010. Ogni valutazione su un PUO e su conseguenti varianti adottate in Conferenza di Servizi, non possono essere effettuate senza una ufficiale quantificazione e valutazione dei "volumi"!
Ed a questo proposito occorre sottolineare sin d'ora che non sarebbero legittimamente considerabili e valutabili in Conferenza di Servizi, eventuali integrazioni con indicazioni di volumetria postume alle approvazioni delle delibere in merito, a partire da quella dell'aprile 2007 sino a quella del 20 aprile 2010. Se vogliono devono riavviare l'iter, con indicazione precisa nelle delibere, allegati e nella Convenzione non solo della superficie (mq) ma anche dei volumi (mc).
Ed ancora una volta, senza conoscenza delle volumetrie (e limiti) dei diversi complessi previsti dal progetto Rizzani De Eccher, alla base della gara pubblica (con la sola Rizzani partecipante) quali altri imprese avrebbero mai potuto concorrere? Nessuna!
Di tutto questo il Consiglio Comunale non si è accorto! Si è parlato solo, in alcuni emendamenti (sia tra gli approvati, sia tra quelli respinti) di sole superfici e mai di volumi. Non si sono notate le gravi criticità della convenzione ed i vizi di questa - e della progettazione alla base della convenzione e delle delibere - che minano la legittimità dell'operazione oltre al rispetto dei vincoli di varia natura di cui abbiamo accennato.
Da tutta la discussione in Consiglio Comunale pareva anche che questi "indicibili" volumi delle costruzioni programmate dalla Rizzani De Eccher, siano anche intoccabili... tanto che la stessa proposta di modifica avanzata il 20 aprile da alcuni consiglieri comunali - su iniziativa di esponenti di Legambiente, e che avevamo anticipato pubblicando integralmente il documento con detto "emendamento" - prevedeva un massimo di 12.000 di verde (contro i 17.000 sanciti dal vincolo del PUC vigente!) e soprattutto che i volumi delle nuove costruzioni previste dalla Rizzani De Eccher non venissero minimamente toccati (o limitati) ma semplicemente spostati all'interno dell'area stessa (per la costante dell'ambientalismo color cemento... una bella torre alla Fuksas?).
Qui ci fermiamo perché gli altri rilievi ed il dettaglio delle criticità della delibera, convenzione e progettazione, nonché dell'iter stesso della pratica, sarà oggetto di iniziativa nelle opportune sedi perché questa "porcata" deve essere fermata!
QUALCHE DOCUMENTO, A PARTIRE DALLE DELIBERE:
QUALCHE ARTICOLO PRECEDENTE:
17 aprile 2010
Genova, i cannibali del territorio all'assalto definitivo
13 aprile 2010
Legittimi sospetti color cemento tra Lido e C.so Sardegna
19 novembre 2008
Madame Marchese... tra menzogna e speculazioni nel cuore di Genova