[AGGIORNAMENTO IN CODA CON ESTRATTI DALL'ORDINANZA - 1°, 2° e 3° parte e nei prossimi giorni l'ultima parte]
Finalmente è scattata l'Operazione sul “locale” della 'ndrangheta di Ventimiglia e contro quel verminaio che lo ha protetto e assecondato. Agli arresti 15 'ndranghetisti, a partire dal capo storico del “locale”, Giuseppe MARCIANO' ed il figlio Vincenzo MARCIANO'. 13 gli indagati a piede libero, tra cui, per concorso esterno, l'ex sindaco di Ventimiglia Gaetano SCULLINO, l'ex City Manager di Ventimiglia (e già amministratore del Comune di Vallecrosia) Marco PRESILEO, l'ex sindaco di Bordighera Giovanni BOSIO.
Le cose si sapevano tutte. I fatti che avevano condotto allo scioglimento delle Amministrazioni dei COMUNI di BORDIGHERA e VENTIMIGLIA erano lì, pesanti come macigni... e di questo ne avevamo già parlato (ad esempio vedi qui e qui). Si è dovuto aspettare tanto, ma alla fine l'operazione è scattata!
In giornata altri dettagli... oggi è una bella giornata...
PS 1
A Ventimiglia gli SCULLINO, PRESTILEO ed associati avevano anche aperto un blog per dire che lo Stato è brutto e cattivo e loro son tanto buoni e bravi... Non c'è limite alla sfacciataggine!
PS 2
Dopo la querela di Vincenzo MOIO e quella di Gaetano SCULLINO (a nome della Giunta di Ventimiglia, poi sciolta), nei giorni scorsi ci era arrivata anche la notifica da parte dello SCULLINO del Ricorco al TAR del Lazio contro lo scioglimento. Ci citino e querelino pure... Noi andiamo avanti e, come si vede, anche lo Stato!
1° AGGIORNAMENTO
Quando lo dicevamo ci davano dei pazzi...
La 'ndrangheta si ricorda chi gli ha rotto “i giochi” collaudati nell'estremo ponente ligure (e non solo. Diverse volte i “messaggi” imputavano a “quello di Genova” i loro problemi... Seguivano preoccupati le nostre pubblicazioni e davano indicazione, anche ad Amministratori Pubblici, di denunciarci... In tanto, a partire dai “palazzi”, così come anche nella cosiddetta “antimafia”, dicevano che erano tutte fantasie, quelle denunciate da Abbondanza con la Casa della Legalità, così come da Marco Ballestra...
Quando Abbondanza, senza dire nulla a nessuno, arrivava a Ventimiglia, nemmeno il tempo di arrivare e fermarsi, senza scendere dall'auto con cui lo accompagnavano, e le famiglie di 'ndrangheta sapevano che era lì. Come fosse possibile resta ancora un mistero...
Quando si promosse una pressione pubblica su una Prefettura sonnecchiante ed il Ministero dell'Interno, perché si procedesse d'urgenza allo scioglimento dell'amministrazione di BORDIGHERA, eravamo indicati come dei folli calunniatori.
Quando presentammo un formale esposto perché si procedesse sulle amministrazioni di VENTIMIGLIA e VALLECROSIA, ci dissero che eravamo folli e calunniatori. La Giunta SCULLINO deliberò di querelarci per diffamazione. Anche Vincenzo MOIO presentò querela, manco a dirlo: per diffamazione. Lui, il cui nome ed il cui ruolo era inequivocabile negli Atti dell'Antimafia...
Noi, ci imputavano i politici, danneggiavamo l'immagine di quelle città e delle loro “sane” Amministrazioni. Sic!
E così, strada facendo, ci querelò, per diffamazione, anche Eugenio MINASSO, che se oggi siede in Parlamento, scalò la politica, entrando in Regione, con i pacchetti di voti della 'ndrangheta.
Nel frattempo gravi erano i ritardi su VENTIMIGLIA... e li denunciammo pubblicamente. L'indagine e la Commissione di Accesso pareva una chimera. Ed allora, dopo aver presentato anche un esposto dettagliato alla Procura di Sanremo che analizzava un caso emblematico (il cantiere Vista Mare), dove ritrovavamo MOIO, l'amico immobiliarista di SCULLINO, il cui commercialista era il PRESTILEO, attorniati da un mare di abusi edilizi, andammo oltre... Pubblicammo una “mappatura” dell'estremo ponente ligure, tra 'ndrangheta e politica. Fece rumore, sapemmo, quella pubblicazione. Ma ancora una volta calava il silenzio... Così come quando indicammo dei CRUDO, dei MACRI' ecc ecc... Indicammo quindi che vi era un equilibrio “voluto” e “mantenuto” dalla 'ndrangheta tra i Comuni di BORDIGHERA, VALLECROSIA, VENTIMIGLIA e CAMPOROSSO, CASTELLARO... ARMA DI TAGGIA. Pacchetti di voti organizzati su candidatura condivise con gli uomini del locale della 'ndrangheta perché, poi, una volta eletti, avrebbero dovuto essere a disposizione.
Poi la storia racconta che il nostro esposto con cui si chiedeva di procedere sul Comune DI VENTIMIGLIA non era tanto infondato e così, prima che arrivasse la Commissione di Accesso, quel Gaetano SCULLINO che si dichiarava sempre pronto ad ogni verifica, di botto tentò la fuga: si dimise da Sindaco per far arrivare un Commissariamento “ordinario” ed evitare, quindi, l'indagine dei Commissari prefettizi. Lo inchiodammo pubblicamente all'angolo (vedi qui e qui). Ritirò le dimissioni, arrivò la Commissione che confermò l'infiltrazione ed il condizionamento della 'ndrangheta sul Comune di VENTIMIGLIA. Arrivò lo scioglimento, per iniziativa del neo Ministro dell'Interno Cancellieri.
Noi, dopo la mappatura pubblicata, rilanciammo. Il ritardo nell'azione dello Stato era da superare, una volta per tutte. Ed allora tornammo su VALLECROSIA e sul ruolo di BIASI ma anche su CAMPOROSSO ed il ruolo di BERTAINA. Se il “muro di silenzio” non si rompeva nel centrodestra dell'alleanza del BIASI, quello nel campo del centrosinistra si rompeva. Raccogliemmo la testimonianza che metteva in chiaro, una volta per tutte che Claudio BURLANDO era stato avvertito dei rapporti e del contesto di BERTAINA, così sul chi era Fortunella MOIO....
Ci rispose BERTAINA, senza querela (o almeno ad oggi non ne abbiamo notizia), lui, promotore del “PROGETTO LEGALITA'” del Comune di CAMPOROSSO con LIBERA, che prima era Sindaco ed ora Vice-Sindaco, cerca di giustificare ma non smentisce. E così resta pesante come un macigno, che però viene subito avvolto dall'oblio collettivo (anche dei media), la sua bella lista, apprezzata da BURLANDO, con MOIO, GIRO e CASTELLANA.
Silenzio e nessuna notizia di querela, invece, da parte di Fortunella MOIO, Claudio BURLANDO... e nemmeno da Armando BIASI, sindaco di Vallecrosia, o dal suo predecessore POLITI Roberto.
Abbiamo continuato ad indirizzare ai Carabinieri dell'Informativa di Ventimiglia coloro che avevano questioni da raccontare e denunciare. Abbiamo messo in contatto con il Gico della Finanza chi poteva squarciare il velo omertoso che avvolgeva il verminaio della CIVITAS... Abbiamo fatto, ciò che dovevamo. Abbiamo, quindi, anche criticato quei pesanti ritardi della DDA di Genova... Così come, in modo documentato, abbiamo smentito la campagna negazionista sulla situazione inquietante di BORDIGHERA e VENTIMIGLIA, quando ormai l'attenzione mediatica cedeva il passo ad una sorta di oblio finalizzato alla riabilitazione.
La Procura di Sanremo è andata avanti con determinazione. Così l'Informativa dell'Arma dei Carabinieri. La DIA e la Finanza non hanno mai fatto cessare un'azione costante. Alla DDA di Genova vi è stata una svolta... così, se avevamo assistito alla condanna in Appello per minacce a corpo politico da parte dei PELLEGRINO-BARILARO a BORDIGHERA, abbiamo poi assistito alla contestazione dell'aggravante mafiosa ai PELLEGRINO (Michele, Giovanni e Roberto) per i raid incendiari... ed è quindi scattata, oggi, 3 dicembre 2012, l'operazione “LA SVOLTA”.
Ed è stata davvero l'avvio della pulizia nell'estremo ponente ligure...
Arrestati quei MARCIANO' che parevano “intoccabili”. Arrestati buona parte dei componenti della loro più stretta consorteria mafiosa. Ma anche indagati per “concorso esterno in associazione mafiosa” Gaetano SCULLINO e Marco PRESTILEO. Indagati per “voto di scambio” Giovanni BOSIO e Armando BIASI. Ed ancora gli uomini che garantivano la tenuta del “potere” di Giuseppe MARCIANO', come il MANNIAS Giancarlo che guidava per suo conto la COOPRATIVA MARVON.
Prima di entrare in una panoramica dell'Operazione della DDA di Genova, lo diciamo subito, si differenza fortemente dall'impostazione data dalla passate gestione della Distrettuale all'indagine “MAGLIO 3”, e mette in fila non solo le prove dell'esistenza ed appartenenza al sodalizio 'ndranghetista degli arrestati, ma anche i reati-fine (usura, estorsione, traffico di droga ed armi), nonché l'influenza ed il condizionamento del voto, della politica e dell'economia di quei territori, propri del “locale” della 'ndrangheta di Ventimiglia, facente capo, come avevamo da tempo indicato, a Giuseppe MARCIANO' e ad Antonio PALAMARA.
Non daremo troppi dettagli, lo faremo nei prossimi giorni. Bisogna dare tempo che vi siano gli interrogatori, ed evitare che gli indagati a piede libero assumano troppe informazioni!
Partiamo da un dettaglio: ancora una volta, come Casa della Legalità, agli 'ndranghetisti abbiamo dato una buona dose di fastidio, producendogli nervosismo.
Nelle oltre 400 pagine dell'Ordinanza di Custodia Cautelare si legge ad esempio che in una conversazione intercettata del 04/04/11, a casa di MARCIANO', questo era il contenuto:
"MARCIANO' G, spiega alla ELIA Angela che ieri lo ha chiamato FEDERICO (PARASCHIVA) molto allarmato, il quale gli avrebbe detto di andare subito a vedere l'articolo in questione secondo cui a Vallecrosia non si muoverebbe una foglia senza che MARCIANO' non se ne sia al corrente (ndr, è stata acquisita una copia dell'articolo della Casa della Legalità sul blog). MARCIANO' G. spiega che secondo l'articolo ci sarebbero almeno una ventina di personaggi assimilati al rango di sodali alle dipendenze di MARCIANO', tra cui anche il figlio stesso, erede diretto".
Ed ancora il 28/06/11 “Arriva in casa (di MARCIANO' Giuseppe, ndr) PARASCHIVA che porta le novità a MARCIANO' G. e gli chiede che giornale ha. PARASCHIVA informa che sul giornale in suo possesso c'è il loro nome; legge il pezzo riguardante MARCIANO' G, verosimilmente tratto dal sito della Casa della Legalità, ossia la parte in cui viene scritto che MARCIANO G., cugino di Mimmo GANGEMI boss di Genova, nonché cugino di Giuseppe e Alessandro MARCIANO' condannati per l'omicidio di Francesco FORTUGNO, ha incontrato per due volte Alessio SASO."... "Si è già detto, ad esempio, che nei primi giorni di aprile 2011 PARASCHIVA informa MARCIANO' Giuseppe di un articolo che tratta della leadership mafiosa di quest'ultimo in Vallecrosia (...) [la mappatura di ponente che pubblicammo sul sito della Casa della Legalità, ndr]. MARCIANO' Giuseppe rimane colpito dalla notizia appresa da PARASCHIVA, tanto che, essendo stato contattato telefonicamente dal figlio Vincenzo, gli intima di chiudere immediatamente la conversazione, facendo un chiaro riferimento ai risultati di un'indagine secondo la quale lui è al comando di un gruppo di persone e il figlio è il secondo nella lista; un particolare che riscontra quale grado di attendibilità fosse riconosciuta allo stesso PARASCHIVA dal "capo".
A quel punto MARCIANO' Vincenzo (cl. '77), preoccupato per il comportamento eccessivamente timoroso del padre, telefona proprio a PARASCHIVA e gli chiede di recarsi dal padre per verificare esattamente cosa sia accaduto. Egli si reca effettivamente presso l'abitazione del MARCIANO' e parla con il capo-"locale" di un articolo online apparso sul sito della "Casa della Legalità"..."
Da un'altra intercettazione del 24/04/2011 sembrerebbe poi che ai politici di Vallecrosia fosse stata data indicazione di querelarci:
"PARASCHIVA: ha fatto la denuncia, ha detto, (ndr. riferimento ai recenti articoli di stampa contro l'organizzazione e i politici locali)
MARCIANCO' G: e ma il sindaco m'ha detto no! M'ha detto che ha telefonato al Procuratore per dirgli, questa gente non possono fare così e che il Procuratore c'ha detto di non fare niente, che tanto (inc.).
PARASCHIVA: Armando [BIASI] mi aveva detto che aveva scritto una lettera..."
E veniamo ad alcuni passaggi dell'OCC. che crediamo fortemente significativi...
[Tra i capi di imputazione contestati dalla DDA]
ALLAVENA Omar, COSENTINO Giuseppe, GALLOTTA Giuseppe, MANNIAS Giancarlo, MARCIANO' Giuseppe, MARCIANO' Vincenzo (cl. 77), MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), PALAMARA Antonio, PARASCHIVA Federico, PELLEGRINO Maurizio, PELLEGRINO Giovanni, PELLEGRINO Roberto, ROLDI Annunziato, SCARFO' Giuseppe, TRINCHERA Salvatore (unitamente a MACRI' Paolo, CASTELLANA Ettore, PELLEGRINO Michele, BARILARO Antonino, BARILARO Francesco, BARILARO Fortunato, CIRICOSTA Michele, PEPE' Benito, CARLINO Domenico – deceduto -)
a) del reato p. e p. dell'art. 416-bis, commi 1, 2, 3 , 4 e 8 c.p., poiché, unitamente a BARILARO Fortunato, BARIRLARO Francesco, CIRICOSTA Michele e PEPE' Benito (giudicati seperatamente nel P.P. 2268/10 Procura di Genova) e CARLINO Domenico, deceduto, facevano parte, con le funzioni e i ruoli di seguito specificati, del “locale” di Ventimiglia, ramificazione dell'associazione di tipo mafioso denominata 'ndrangheta, operante nella stessa località e nelle zone limitrofe e con forti legami con le cosche 'ndranghetiste calabresi, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per:
- commettere delitti in particolare in materia di usura, estorsione, stupefacenti e armi;
- acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, concessioni, appalti e servizi pubblici;
- ostacolare il libero esercizio di voto e procurare voti ad altri in occasione di consultazioni elettorali;
- realizzare comunque profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri attraverso attività delittuose o anche tramite l'apporto di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.
In particolare:
MARCIANO' Giuseppe, in qualità di capo dell'organizzazione del “locale” di Ventimiglia, con compiti di decisione, pianificazione ed individuazione degli obiettivi da perseguire anche in relazione ad attività delittuose:
- curava i rapporti con le cosche calabresi di riferimento (PIROMALLI e MAZZAFERRO) ed in particolare con la famiglia PRIOLO, avvalendosi a tal fine anche del figlio MARCIANO' Vincenzo (cl 77) che per lunghi periodi aveva soggiornato in Gioia Tauro;
a) rapporti sia di carattere logistico, come nel caso:
- dell'ausilio fornito a PRIOLO Giuseppe per le ricerche di PERRI Vincenzo, autore dell'omicidio di PRIOLO Vincenzo avvenuto l'8/7/11, tra l'altro ospitando LA ROSA Domenico incaricato di vendicare con la morte del predetto il fatto di sangue di cui sopra;
- dell'ospitalità fornita ad esponenti della cosca (nell'agosto 2010 a PIROMALLI Gianluca, CIURLEO Salvatore e ROMAGNOSI Cosimo; nell'ottobre 2010 a ROMAGNOSI Cosimo, accompagnato da TRINCHERA Salvatore e MARCIANO Vincenzo (cl. 77) presso il carcere di Alba)
b) rapporti di carattere economico, come ad esempio:
- per la gestione di un'attività commerciale in Gioia Tauro;
- per l'intermediazione unitamente al figlio MARCIANO' Vincenzo in un affare tra SOTTOLE Ignazio e PRIOLO Giuseppe.
- curava i rapporti con i rappresentanti degli altri “locali” liguri, quale GANGEMI Domenico (imputato in altro procedimento) capo del “locale” di Genova, trattando anche l'appoggio elettorale a MOIO Fortunella nelle elezioni amministrative del 2010 avvalendosi a tale fine del figlio MARCIANO' Vincenzo (cl. 77);
- decideva in ordine al compimento di attività delittuose sia concorrendo materialmente nelle stesse, come nel caso dell'usura (…); della violenza privata (…), sia avvallandole, come nel caso dell'agguato a PARODI Piergiorgio posto in essere il 2575710 da CASTELLANA Ettore e ROLDI Annunziato;
- decideva sull'ingresso di nuovi affiliati nell'associazione, al pari di PALAMARA Antonio e BARILARO Fortunato e sull'effettuazione del rito del battesimo come nel caso del figlio MARCIANO' Vincenzo e di MACRI' Alessandro;
- provvedeva alle esigenze dell'organizzazione convocando affiliati sia per assegnare dei compiti sia per contestare mancanze;
- si impegnava nella soluzione di problemi di affiliati e estranei all'organizzazione che a lui si rivolgevano per chiedere raccomandazioni e/o protezioni;
- acquisiva il controllo di appalti e servizi pubblici, mediante la cooperativa “MARVON” di MANNIAS Giancarlo, di fatto gestita da MARCIANO' Vincenzo ('48), ALLAVENA Omar e ROLDI Annunziato, assegnataria – anche in violazione della normativa in vigore – di numerodi lavori pubblici dell'amministrazione comunale di Ventimiglia;
- interferiva nelle consultazioni elettorali ostacolando il libero esercizio di voto e procurando voti ed in particolare:
* nelle elezioni amministrative di Vallecrosia del 2011 dissuadendo alcuni aspiranti a candidarsi ed intervenendo nella scelta dei candidati da inserire nella lista “BIASI”;
* nelle elezioni amministrative regionali del 2010, procurando voti a SASO Alessio, candidato nel collegio di Imperia, e a MOIO Fortunata, candidata nel collegio di Genova;
- incontrava, sia presso il ristorante “LE VOLTE” sia presso la propria abitazione esponenti delle cosche calabresi, di altri locali liguri nonché gli affiliati del locale di Ventimiglia al fine di trattare questioni inerenti all'associazione (ricerca di soggetti, questioni di carattere economico, appoggi elettorali, strategie difensive in merito alle indagini in corso); partecipava altresì a incontri di 'ndrangheta in occasione di riti funebri quali il funerale di RAMPINO Antonio – ritenuto capo “locale” di Genova – celebrato a Genova il 12/2/08, e quello di LAROSA Rocco
celebrato a Riva Ligure il 7/3/07.
PALAMARA Antonio, in qualità di capo ed organizzatore del “locale di Ventimiglia, così come unanimemente considerato dagli affiliati e da soggetti estranei al sodalizio:
- aveva il potere di decidere sull'ingresso di nuovi affiliati nell'associazione, al pari di MARCIANO' Giuseppe e BARILARO Fortunato e sull'effettuazione del rito del battesimo;
- interferiva nelle consultazioni elettorali procurando voti ed in particolare almeno 60 voti a MINASSO Eugenio nelle elezioni regionali del 2005;
- aveva la disponibilità di armi tanto da essere stato recentemente condannato (…);
- incontrava più volte MARCIANO' Giuseppe presso il ristorante “LE VOLTE” per trattare questioni inerenti all'associazione;
- partecipava ad incontri di 'ndrangheta in occasione di riti funebri quali il funerale di CARLINO Domenico celebrato a Ventimiglia il 14/12/10 e di LAROSA Rocco celebrato a Riva Ligure il 7/3/07
Tralasciando per ora la restante parte dei capi di imputazione relativa agli altri soggetti a carico dei quali è stata emessa l'OCC, scorriamo, a punti alcuni passaggi “chiave”...
1° PARTE (la seconda parte sarà pubblicata il 04/12/2012)
[il DIRETTORE DI FILIALE BANCA]
“... anche la gente comune mostra di considerare MARCIANO' Giuseppe e i suoi quali persone notoriamente “mafiose”: il che sembra deporre univocamente nel senso che questa è l'”aura” che promana dalla sua persona, a meno di pensare a un'inconcepibile forma di diffuso equivoco collettivo.
Ad esempio, CIOFFI Gennaro, direttore di una filiale bancaria di Vallecrosia, cerca di contattare al telefono MARCIANO' Vincenzo (c. 77) per scusarsi con lui dei modi sbrigativi con i quali aveva in precedenza trattato la mamma, ELIA Angela, recatasi nella sua agenzia per problemi insorti sulla carta di credito. In attesa che l'interlocutore rispondesse, è rimasta registrata in modalità ambientale una frase quanto mai esplicita riguardo ai temi in parola, atteso che CIOFFI dice a una sua collaboratrice, evidentemente presente alla telefonata: “Mo' – cioè adesso, n.d.e. - senti questo che è un mafioso (squillo), mo' senti come parlo con i mafiosi” (…)
Sentito successivamente dai Carabinieri riguardo alle ragioni di tale sua affermazione lo stesso CIOFFI ha confermato il suo atteggiamento remissivo nei confronti dei MARCIANO' in quanto unanimemente ritenuti “mafiosi” in base alle conoscenze acquisite dopo il suo insediamento nella zona.
(…)
Appare evidente, dunque, che il direttore di un'agenzia bancaria del posto si sia sentito in dovere di recarsi a pranzo con MARCIANO' recependone gli inviti talmente pressanti da risultare intimidatori; e che tale effetto sia poi stato puntualmente raggiunto, in termini sovrapponibili a quanto previsto dall'art. 416-bis c.p., si evince dal fatto che dalle conversazioni intercettate il 22/6/11, a quasi un anno di distanza da quel primo “contatto”, è poi emerso – stando a quanto affermato da MARCIANO' Giuseppe – che il medesimo direttore della banca gli avrebbe consigliato di non recarsi nell'istituto per un lungo periodo di tempo e che gli inquirenti avrebbero accesso al suo conto corrente...
Non è casuale, dunque, che di lì a breve, il 30/7/11, MARCIANO' Giuseppe abbia annunciato con rammarico al nipote Vincenzo che il direttore CIOFFI era stato trasferito...
[TENERE RISPETTO]
Per altro verso, BOTTINO Carla, titolare dell'albergo “Piccolo Paradiso” con sede in Vallecrosia (IM), ha dichiarato, nel mentre veniva escussa dalla p.g. Riguardo alla permanenza presso la sua struttura di alcuni soggetti calabresi, di ritenere MARCIANO' Giuseppe - “Don Peppino” - un mafioso al quale occorre portare rispetto:
[Ho sempre sentito parlare di loro. Infatti quando nel 2003 arrivai a Vallecrosia da Bordighera mi dissero che potevo fare tutto quello che volevo, ma l'unico obbligo che avevo era portare rispetto a “DON PEPPINO”.
Preciso che non ricordo chi mi disse questa cosa, certo è che ne rimasi colpita. Negli anni successivi questa convinzione di portare rispetto e non contraddire la famiglia MARCIANO' si è consolidata in me, sebbene non abbia mai avuto rapporti con loro al di fuori di questa occasione.
(…)]
Inutile ogni commento riguardo allo “stile” squisitamente mafioso dell'atteggiamento di MARCIANO' Giuseppe, per come riferito dalla Bottino: in pubblico, plateale cordialità; in privato, richieste illegittime e non rifiutabili;...
(…)
Assolutamente indicativo in proposito è l'atteggiamento – quale traspare da numerose conversazioni intercettate – particolarmente riverente e rispettoso adottato da tutti gli interlocutori, siano essi uomini di 'ndrangheta o persone comuni, come a riconoscere in lui una figura di “padrino” al cui cospetto si recano per chiedere favori, raccomandazioni o protezione.
(…)
Pare ancora significativo, in un ottica accusatoria, che SCIBILIA Giovanbattista detto “Gino”, zio del consigliere regionale ligure Scibilia Sergio, abbia sentito la necessità di giustificarsi con MARCIANO' Giuseppe per le dichiarazioni pubbliche rese dal nipote, il quale aveva parlato in tono allarmistico della situazione della criminalità nel Ponente ligure.
(…)
E ancora: MASALA Dino, un imprenditore edile della zona, si reca da MARCIANO' Giuseppe per risolvere una problematica insorta con ROLDI Annunziato e il figlio Vincenzo della quale si dirà in seguito. Nell'occasione, MASALA reputa opportuno consegnare a MARCIANO' Giuseppe € 500, con tutta verosimiglianza per il “disturbo” arrecatogli nell'occasione o a titolo di contributo per la sua “opera”....
(…)”
[ASSUNZIONI PER BENEFICI PENITENZIARI]
“Il 15/2/11 MASALA Dino, titolare di una grossa impresa edile con sede in Camporosso (IM), si reca presso l'abitazione di MARCIANO' Giuseppe. La conversazione intercorsa fra i due soggetti non è stata intercettata perché avvenuta sul pianerottolo esterno all'appartamento sottoposto a controllo, ma il relativo tenore viene subito dopo riportato dallo stesso MARCIANO' Giuseppe alla convivente ELIA Angela: a MASALA era stato chiesto di assumere ROLDI Vincenzo, il figlio dell'indagato ROLDI Annunziato, al fine di consentirgli di accedere ai benefici penitenziari e di alleviare lo stato di custodia cautelare cui era sottoposto a seguito di un arresto per violazione della normativa sugli stupefacente.
In particolare, MASALA vuole rassicurazioni da MARCIANO' che, una volta assunto ROLDI, questi non gli procuri altri problemi come già accaduto in passato. In sostanza, MASALA chiede una sorta di “copertura” a MARCIANO' Giuseppe, che evidentemente ritiene in grado di “controllare” i ROLDI; e ciò in cambio di € 500 per il “disturbo”...
(…)
[TRA RIFIUTI E SINDACATO]
“Un'altro fronte di “intervento” da parte di MARCIANO' Giuseppe ha riguardato una vicenda coinvolgente un sindacalista della zona, GIACOVELLI Vincenzo. Era accaduto che dal novembre 2007 all'ottobre 2009 il servizio di raccolta dei rifiuti urbani del Comune di Riva Ligure (IM) era stato affidato alla società “ITALIA 90”, società a responsabilità limitata con sede legale a Palermo e sede operativa a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) sostanzialmente riconducibile ad ABBATE Luigi – detto “Gino 'u mitra” - definito in atto quale esponente di spicco della cosca mafiosa di Porta Nuova a Palermo.
Il vertice della società “ITALIA 90” era stato decapitato già nel settembre 2009 con l'operazione “MATASSA” condotta dalla Procura di Lodi,...
I rapporti tra il Comune di Riva Ligure e l'azienda si erano subito incrinati a fronte di numerose inadempienze di quest'ultima rispetto a quanto previsto dal capitolato. A causa del mancato pagamento degli stipendi, il sindacalista GIACOVELLI aveva apertamente denunciato in una lettera al Prefetto di Imperia le inadempienze della ditta “ITALIA 90”, prospettando lo sciopero degli addetti...
Da una conversazione ambientale intercettata tra MARCIANO' Giuseppe, suo nipote Vincenzo ed il vigile urbano ALLAVENA Omar, in cui si parla di appalti alla raccolta dei rifiuti, emerge un esplicito riferimento a tali vicende.
MARCIANO' Giuseppe riferisce in proposito ai suoi interlocutori che quella ditta di “siciliani” (…) aveva preso l'appalto a Riva Ligure godendo dell'appoggio di BARILARO Antonio, di “Angelo” - cioè D'AGOSTINO Arcangelo – di “Ignazio”, cioè SOTTOLE Ignazio. Poi prosegue affermando che era stato costretto a rivolgersi a NUCERA Paolo di Lavagna per proteggere GIACOVELLI Vincenzo che aveva subito minacce, verosimilmente a causa delle sue denunce, da persone vicine alla ditta “ITALIA 90”.
(…)
L'episodio è significativo per l'accenno proferito quasi con rabbia da MARCIANO' Giuseppe riguardo a quelli che pure, nell'ottica accusatoria, dovrebbero essere suoi compari di 'ndrangheta, seppure operanti in altra parte della Liguria (il Tigullio): “non vi permettete di avvicinarvi da quelle parti”, cioè di minacciare un sindacalista operante nell'estremo Ponente ligure; come a dire, a riscontro del penetrante controllo da lui esercitato in tale zona, con la “competenza territoriale” a interventi a qualsiasi proposito prevale addirittura sul merito della questione.
(…)
[VENDITORI AMBULANTI AGRUMI]
“Non mancano “interventi” di MARCIANO' Giuseppe diretti a veicolare “raccomandazioni” per tutelare a vario titolo la posizione di soggetti anche non direttamente rilevanti per le sorti della sua organizzazione ma evidentemente ritenuti funzionali ad accrescere la “fama” - e dunque il controllo che le è correlato, in un ottica mafiosa – sul “suo” territorio.
Ad esempio, nel novembre 2010 alcuni venditori ambulanti di agrumi provenienti dalla calabria avevano avuto la necessità di trovare una collocazione nella zona in quanto erano stati allontanati dalla Polizia Municipale di Ventimiglia, per tale motivo avevano ritenuto di rivolgersi a MARCIANO' Giuseppe. Gli stessi, invero, erano collegati a un “importante” malavitoso calabrese, riconducibile in tesi accusatoria ai MAZZAFERRO di Gioia Tauro: perciò MARCIANO' Giuseppe sente la necessità di dimostrarsi all'altezza della situazione per non perdere credibilità agli occhi delle “famiglie” della Calabria.
Il 20/11/2010 TRINCHERA Salvatore riferisce a MARCIANO' Giuseppe che i venditori di agrumi sono stati indirizzati nella zona di Roverino di Ventimiglia...
Il giorno seguente MARCIANO' Giuseppe informa il nipote Vincenzo che i venditori sono stati allontanati da Roverino dalla Polizia Municipale di Ventimiglia e che si è interessato per trovare un'altra soluzione....
Per risolvere il problema MARCIANO' Giuseppe incarica TRINCHERA Salvatore di prendere contatti con BIASI Armando, all'epoca vicesindaco di Vallecrosia, al fine di sfruttare la disponibilità di un piazzale nei pressi del bar di un suo parente...
[LAVORO E RIFIUTI]
Il 13/8/10 MARCIANO Giuseppe rassicura TRINCHERA Salvatore che avrebbe convocato il sindacalista GIACOVELLI Vincenzo – già citato in precedenza – riguardo a un lavoro che il figlio dello stesso TRINCHERA stava cercando...
In un'altra occasione, una persona non identificata si reca da MARCIANO' Giuseppe affinché quest'ultimo interceda nei confronti di PESCE Santino, amministratore unico della “DOCKS LANTERNA SPA” di Genova. Nella circostanza, MARCIANO' rassicura l'ignoto interlocutore che avrebbe fatto chiamare l'interessato tramite il nipote Vincenzo....
(…)
[ADDENTRO ALLA GUARDIA DI FINANZA]
L'interessamento di MARCIANO' Giuseppe per la vita sociale del “suo” territorio si spinge addirittura ad attingere le dinamiche interne alla Guardia di Finanza. Nel corso dell'intercettazione audio-visiva presso “Le Volte”, invero, è emersa la sua frequentazione da parte di GIANNOTTE Oronzo, padre del Mar. Ca. GIANNOTTE Donato in servizio presso la Compagnia della G.d.F. di Ventimiglia.
Dai colloqui intercettati emerge che GIANNOTTE Oronzo ha interessato i MARCIANO' perché “avvallasse” una domanda di trasferimento presentata dal figlio il quale, per inciso, non risulta abbia mai intrattenuto rapporti diretti con taluno dei MARCIANO'.
In particolare, durante una conversazione avvenuta il 24/6/10 GIANNOTTE Oronzo e MARCIANO' Giuseppe parlano degli organici e del cambio dei comandi delle caserme della G.d.F. della zona...
Da una successiva conversazione fra MARCIANO' Giuseppe e il nipote MARCIANO Vincenzo (cl. 48) si desume che GIANNOTTE Oronzo ha chiesto un aiuto al medesimo MARCIANO' Vincenzo per il trasferimento del figlio Donato e che MARCIANO' Giuseppe si è reso disponibile a parlare con una persona, considerata la posizione meritoria del finanziare...
Durante una successiva conversazione avvenuta il 18/2/11, MARCIANO' Vincenzo perla nuovamente a ELIA Angela del trasferimento del finanziere. In particolare, emerge l'intenzione di sfruttare la presenza in zona del Generale CAPRINO – Comandante Interregionale Nord-Occidentale della G.d.F....
Dalle conversazioni riportate di seguito emerge nuovamente la volontà di MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) di agevolare il predetto maresciallo della G.d.F. della Compagnia di Ventimiglia a ottenere il trasferimento in Puglia. Nelle stesse conversazioni viene fatto riferimento anche alla pericolosità delle manovre che stanno compiendo e del pericolo di “finire nei guai”...
[INTERMEDIARI PER IL PARODI]
In altra occasione emerge, durante una conversazione intercettata il 3/6/10, l'interessamento di MARCIANO' Vincenzo (cl 48) presso lo zio Giuseppe in vista di una raccomandazione finalizzata alla definizione di una pratica edilizia giacente presso il comune di Bordighera; e ciò anche per dimostrare il potere del “locale” di Ventimiglia.
Gli accertamenti effettuati dalla p.g. hanno consentito di evidenziare che effettivamente PARODI Piergiorgio ha avuto un lungo contenzioso con il Comune di Bordighera per la realizzazione di un hotel su quel territorio. Si tratta dell'hotel “TORRE SAPERGO”...
Il Comune di Bordighera non aveva concesso le relative autorizzazioni in quanto era stato interpretato in termini diversi il calcolo volumetrico inerente all'opera residenziale. Va evidenziato, peraltro, che la conversazione in cui viene richiesto a MARCIANO' Giuseppe di “intervenire” per sbloccare la definizione della pratica in questione si è svolta il 2/6/10, cioè appena un mese prima che la società “TERME DI PIGNA” trasmettesse al Comune di Bordighera una formale richiesta in quel senso minacciando altrimenti di adire le vie legali: un lasso temporale talmente ristretto da rendere plausibile la circostanza narrata al telefono da MARCIANO' Giuseppe, cioè che il presetto PARODI Piergiorgio aveva tentato di risolvere la vertenza in maniera bonaria affidandosi alle sue conoscenze e al suo “prestigio”, a ulteriore riscontro della fondatezza, sul “suo” territorio di riferimento, della fama criminale che circonda MARCIANO' Giuseppe...
[TUMULAZIONI E BERTAINA]
Il “patronato” che MARCIANO' Giuseppe esercita di fatto nell'estremo Ponente Ligure sembra concernere gli affari più disparati.
In un caso, i familiari della sorella di tale MORABITO Gianni n.m.i., deceduta a Gioia Tauro, hanno chiesto a TRINCHERA Salvatore se era possibile tumularla in Camporosso ove erano stati sepolti altri suoi congiunti. TRINCHERA ha chiesto allora a sua volta a MARCIANO' Giuseppe se avesse delle conoscenze in loco. MARCIANO' Giuseppe lo indirizza dal vicesindaco di Camporosso BERTAINA Marco, dicendogli di “spendere” il suo nome... [...MARCIANO' G: si, andate, lo incontrate gli dite “abbiamo parlato con Peppino”, vedete se mi potete...”...]
[TRA SINDACALISTA E ZOCCARATO]
Ancora: il 21/5/11 MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) riferisce allo zio Giuseppe di un'imminente visita da parte di “quello del sindacato” - il già menzionato GIACOVELLI Vincenzo – per parolare di otto posti da netturbino su Sanremo... [… MARCIANO' V: bisogna parlare con Zoccarato... se può fare qualc... poi lui viene a parlare con te, vedi che puoi fare... ah? MARCIANO' G: ma una volta l'ho mandato eh! E lui dice che gli ha detto agli assessori fate tutto che vi diciamo. MARCIANO V: ah... vabbè perfetto... dice che sono 7/8 posti...]
[IL SINDACALISTA E LA SCUOLA]
Da altre conversazioni intercettate emerge, poi, che con l'ausilio del sindacalista GIACOVELLI viene reperito un impiego, come collaboratrice scolastica presso le scuole elementari di Ventimiglia, a MULATO Sulma Nidya, moglie di ALLAVENA Jason, figlio di ALLAVENA Omar. Non pare casuale, in tale ottica, che l'1/9/10 lo stesso ALLAVENA Jason avesse fissato un appuntamento con MARCIANO' Vincenzo (c. 48)...
Il giorno dell'appuntamento MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) telefona a GIACOBELLI Vincenzo, che gli dice di trovarsi in Puglia. Dopo che il primo gli ha prospettato un'esigenza urgente per un “amico”, i due si accordano per incontrarsi sabato, non appena GIACOVELLI rientra dalla Puglia...
(…)
L'assunzione va poi a buon fine, come si evince dal fatto che il 17/9/10 ALLAVENA Omar dapprima telefona a GIACOVELLI per ringraziarlo del lavoro “trovato” dalla nuora e poi, il 20/9/10, riferisce la circostanza alla propria compagna...
La prova dell'effettiva assunzione della MULATO grazie all'interessamento di GIACOVELLI si ottiene dalle informazioni rese da Scaranari Ciro, responsabile tecnico della Cooperativa “La Speranza”....
[i PRIOLO e la FAIDA con i PERRI]
Le intercettazioni telefoniche hanno poi evidenziato altri contatti del tenore analogo tra i MARCIANO' e membri della famiglia PRIOLO, definita nella richiesta “il ramo emergente della cosca PIROMALLI”.
Figure di spicco di tale famiglia sarebbe PRIOLO Giovanni, padre del defunto PRIOLO Vincenzo, e suo fratello PRIOLO Giuseppe detto “Pepè”, ucciso il 26/2/12 nell'ambito della faida in corso a Gioia Tauro tra i PRIOLO e i PERRI/BRANDIMARTE proprio a causa dell'omicidio di PRIOLO Vincenzo, del quale è accusato PERRI Vincenzo tuttora latitante.
Tutti i membri della famiglia PRIOLO vengono indicati da MARCIANO' Giuseppe e soprattutto da suo figlio Vincenzo come persone “amiche” ma con le quali non si doveva scherzare, soprattutto quando si trattava di affari.
MARCIANO' Vincenzo e suo padre Giuseppe, difatti, si mostrano al corrente del potere e della caratura criminale di PRIOLO Giuseppe, le cui gesta sono state spesso oggetto di commento tra di loro...
Dopo la morte di CARLINO Domenico, cugino appunto di PRIOLO Giuseppe, MARCIANO' Vincenzo (cl. 77) inizia a recarsi assai spesso in Calabria e ad avere frequentazioni assidue con i PRIOLO – in particolare, Vincenzo e lo zio Giuseppe -, tenuto anche conto del suo fidanzamento con ROMANO Federica, avvocato in Gioia Tauro.
(…)
Del resto, da altre conversazioni emerge che il rapporto tra i MARCIANO' e i PRIOLO era fondato anche sulla condivisione di interessi economici. CARLINO Domenico, invero, gestiva la ditta “PRI.CAR” con sede a Roverino e intestata al figlio Luciani Domenico, i cui soci di fatto erano proprio CARLINO Domenico e suo cugino PRIOLO Giuseppe – come rivelato dalla stessa denominazione della società, integrante l'acronico formato dalle iniziali dei cognomi dei due cugini.
(…)
Anche i MARCIANO' allacciano relazioni di affari con i PRIOLO, tanto che in un'occasione MARCIANO' Giuseppe, dopo aver appreso dall'avv. BRIOZZO Silvano della possibilità di facili guadagni investendo in alcuni paesi dell'Est, pensa di proporre l'affare a PRIOLO Giuseppe tramite il figlio MARCIANO' Vincenzo...
Dal canto suo, PRIOLO Giuseppe ha proposto ai MARCIANO' di partecipare a una delle sue attività economiche in Gioia Tauro: l'acquisto di un supermercato con annesso bar, aveva subito negli anni vari sequestri e preferiva, perciò, intestare le proprietà e la gestione delle attività di rilievo economico a persone di fiducia ma formalmente estranee al nucleo familiare. Anche MARCIANO' Giuseppe era di questo avviso...
Per inciso, l'affare del supermercato sfuma, da ultimo, in quanto nel frattempo PRIOLO Vincenzo, nipote di PRIOLO Giuseppe, viene ucciso, di talchè MARCIANO' Vincenzo (cl 77) si allontana precipitosamente da Gioia Tauro.
(…)
Era accaduto che PERRI Vincenzo, l'omicida, aveva affrontato qualche giorno prima la vittima, PRIOLO Vincenzo, per difendere l'onore della propria famiglia, a motivo di una relazione che quest'ultimo aveva avuto con BRAMDIMARTE Damiana, cognata dello stesso PERRI.
La mattina dell'8/7/2011 PRIOLO Vincenzo – affiancato da MARCIANO' Vincenzo e dagli altri due soggetti poi arrestati con lui per rissa aggravata – era intenzionato a dare l'ennesima lezione a PERRI Vincenzo, già percosso e minacciato nei giorni precedenti.
PERRI, che viaggiava a bordo di uno scooter, veniva intercettato e fermato nei pressi di un'area di servizio lungo la S.S. 111 e aggredito da PRIOLO Vincenzo e dai suoi amici, tra i quali MARCIANO' Vincenzo (cl. 77)
Durante la colluttazione PERRI riusciva, però, a estrarre un revolver dai pantaloni e ad esplodere in rapida successione quattro colpi all'indirizzo di PRIOLO Vincenzo, ferendolo a morte.
MARCIANO' Vincenzo e gli altri soggetti coinvolti nella rissa venivano ascoltati dagli inquirenti, ma serbavano in proposito il tipico atteggiamento mafioso: nessuno di loro riferiva particolari sull'episodio, evitando addirittura di riconoscere in foto l'inidiziato.
(…)
Lo stesso MARCIANO' Vincenzo, come risulta documentato dalle immagini delle telecamere che hanno ripreso la scena del delitto, è presente sul luogo, come confermato senza ombra di dubbio anche dalle telefonate partite dal suo cellulare nei momenti frenetici seguiti alla sparatoria.
(…)
Fin da subito gli appartenenti al clan PIROMALLI iniziano una loro personale ricerca di PERRI, parallela a quella “istituzionale” da parte delle forze dell'ordine...
Dalle conversazioni ambientali registrate presso l'abitazione di MARCIANO' Giuseppe si apprende, in particolare, che PRIOLO Giuseppe, detto “Pepè”, grazie all'appoggio della famiglia MAZZAFERRO e di tutto il clan dei PIROMALLI ha messo in campo un'immane caccia all'uomo estesa anche in Francia e alla Liguria. Ciò in quanto PERRI ha alcuni parenti in Camporosso (IM) e nella vicina Costa Azzurra, luoghi in cui MARCIANO' Giuseppe vanta conoscenze e possibilità di azione.
Dai discorsi intercettati si comprende chiaramente che l'intenzione è quella di scovare e uccidere PERRI: un intento al quale MARCIANO' Giuseppe, nella veste di capo-”locale” di Ventimiglia, offre incondizionato appoggio e ogni utile supporto logistico. A tale proposito, il 13/7/2011 PRIOLO Giuseppe e MAZZAFERRO Teodoro, detto “Toro”, inviano in Liguria il giovane – appena ventunenne, ma appartenente ai PRIOLO – LA ROSA Domenico, che giunge a Genova in aereo unitamente a MARCIANO' Vincenzo (cl 77). ELIA Angela, insieme a un'amica, va a prenderli per accompagnarli a Vallecrosia...
In realtà, MARCIANO' Giuseppe mostra poi una certa preoccupazione economica per il fatto che avrebbe dovuto mantenere quel sicario – LA ROSA Domenico – a proprie spese fino a quando non avesse trovato, lui e/o gli altri, PERRI Vincenzo e portato a compimento i propositi di vendetta di cui si è detto.
(…)
Tale “collaborazione” di MARCIANO' Giuseppe si concretizza nell'ospitalità concessa a sue spese al predetto LA ROSA Domenico, per una settimana, nell'albergo “Piccolo Paradiso” di Vallecrosia: e cioè fino al 20/7/2011, data dell'arresto di MARCIANO' Vincenzo (cl. 77) in esecuzione della menzionata ordinanza di custodia cautelare emessa dal g.i.p. del Tribuonale di Palmi.
A seguito di ciò LA ROSA Domenico torna in Calabria. Dalla seguente conversazione si comprende che MARCIANO' Giuseppe l'ha accompagnato alla stazione ferroviaria di Bordighera, in ulteriore adempimento del suo incarico di “assistenza”...
A distanza di una settimana da suo precipitoso ritorno in Calabria a seguito dell'arresto di MARCIANO' Vincenzo, LA ROSA Domenico ritorna a Vallecrosia da MARCIANO' Giuseppe per verificare l'andamento delle ricerche di PERRI Vincenzo.
Per evitare che gli inquirenti possano scoprire i collegamenti tra MARCIANO' Giuseppe e gli uomini riconducibili al clan PIROMALLI di Gioia Tauro, vengono però adottate delle cautela. Non a caso, al fine di evitare contatti diretti tra loro, ad avvisare MARCIANO' Giuseppe del ritorno di LA ROSA Domenico viene chiamato tale CELEA Pasquale, un pregiudicato di origine calabrese residente in zona....
[fine prima parte]
[inizio seconda parte]
segue [i PRIOLO e la FAIDA con i PERRI]
MARCIANO' Giuseppe comunica alla sua convivente che LA ROSA Domenico è ritornato a Vallecrosia perché in Calabria sono ancora convinti che PERRI Vincenzo si trovi dalle loro parti...
MARCIANO' Giuseppe, a bordo dell'auto di TRINCHERA Salvatore, va poi a prendere LA ROSA in aeroporto per accompagnarlo e ospitarlo a casa sua, come si evince dal relativo servizio di o.c.o.
Durante la breve visita a Vallecrosia, LA ROSA Domenico riferisce che PRIOLO Giuseppe ha intenzione di venire in Liguria per verificare lo stato delle ricerche di PERRI Vincenzo. MARCIANO' Giuseppe gli replica che avrebbe dovuto fare da tramite con PRIOLO Giuseppe, in quanto loro due non possono avere contatti diretti perché sarebbe troppo pericoloso per entrambi.
A tal fine MARCIANO' Giuseppe mette a punto un sistema di comunicazione che contempla l'utilizzo di parole in codice per far intendere che PRIOLO Giuseppe sta venendo a Vallecrosia. Anche in questo viene prevista la complicità di CELEA Pasquale, che avrebbe tenuto i contatti telefonici con LA ROSA Domenico...
LA ROSA Domenico, dopo aver appreso la novità da MARCIANO' Giuseppe – a caso del quale trascorre la notte – e averne ricevuto rassicurazioni sul fatto che stanno continuando a cercare PERRI Vincenzo, la mattina seguente riparte alla volta della Calabria per andare a riferire il tutto a PRIOLO Giuseppe...
Come preannunciato da LA ROSA Domenico, PRIOLO Giuseppe, zio del defunto Vincenzo, alle 17.00 dell'1/8/2011 giunge a casa di MARCIANO' Giuseppe a Vallecrosia, andandosene circa 15 minuti dopo a bordo della stessa autovettura, condotta da un soggetto identificato come un medico di Alessandria.
Come si evince dalla conversazione riportata di seguito, l'uomo si intrattiene a casa di MARCIANO' Giuseppe solo pochi minuti, appena il tempo di fare il punto della situazione.
In particolare, PRIOLO Giuseppe ribadisce che sono in corso le ricerche ovunque, e MARCIANO' lo rassicura sul fatto che il “locale” di Ventimiglia da lui diretto è a completa disposizione (“... io ho i mezzi per fare tutti i lavori […] ho le conoscenze per vedere e per indagare dappertutto...”), riferendo di avere mandato una persona in Francia per otto giorni e che avrebbe fatto altrettanto a Camporosso.
Sintomatico dell'elevato grado di pericolosità di MARCIANO' Giuseppe è il fatto che egli mostra di condividere totalmente la scelta di uccidere PERRI, tanto che si propone di fornire le armi a LA ROSA per realizzare la vendetta. A quel punto PRIOLO Giuseppe, confortato dalle parole di MARCIANO' Giuseppe, decide di lasciare subito Vallecrosia per andare a effettuare ricerche di PERRI nella zona di Verona...
MARCIANO' Giuseppe riferisce poi alla convivente ELIA Angela che si sarebbe interessato lui delle ricerche dell'omicida del nipote di PRIOLO Giuseppe e che pertanto non c'era bisogno di uomini dalla Calabria, la cui presenza sarebbe stata notata dalle forze dell'ordine e avrebbe alimentato pericolose investigazioni a suo carico...
Per inciso, all'omicidio di PRIOLO Vincenzo, avvenuto l'8 luglio 2011, sono seguiti altri fatti di sangue maturati nel contesto della medesima faida...
[tra PIROMALLI ed ALVARO]
Nel medesimo contesto delle predette conversazioni intercettate sono emersi riferimenti anche a MAZZAFERRO Teodoro, detto “Toro”, e al fratello MAZZAFERRO Girolamo, detto “Mommo”, appartenenti all'omonima 'ndrina asseritamente affiliata da tempo al clan dei PIROMALLI.
Nei loro riguardi MARCIANO' Giuseppe utilizza parole di grande rispetto e reverenza, mettendosi “a disposizione” degli stessi per eventuali esigenze – così come del resto i MAZZAFERRO mostrano di fare per lui e per i suoi. Ad esempio, MAZZAFERRO Teodoro si rende disponibile a trovare un alloggio a Gioia Tauro per MARCIANO' Vincenzo (cl. 77) e, in occasione del suo arresto a seguito dell'omicidio di PRIOLO Vincenzo, viene contattato per trovargli un buon avvocato...
Da ultimo, per concludere sul tema in argomento, MARCIANO' Giuseppe menziona più volte il nome di ALVARO Domenico, deceduto nel luglio del 2010, gravato da precedenti per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. e considerato capo indiscusso dell'omonima cosca operante in Sinopoli e comuni limitrofi.
In occasione del suo decesso, in particolare, MARCIANO' Giuseppe – nel timore, evidentemente dovuto a pregressi rapporti di frequentazione, di essere collegato alla cosca del defunto ALVARO -, inizialmente dà disposizione, anche a PALAMARA Antonio per tramite di COSENTINO Giuseppe, di non fare telegrammi di condoglianze...
Successivamente decide di fare comunque il telegramma di condoglianze, sia pure adottando delle precauzioni: ne incarica, così ALLAVENA Omar e gli ordina di dire, a chiunque gliene avesse chiesto spiegazione, di aver agito di propria iniziativa senza avere chiesto o ricevuto disposizioni dal diretto interessato...
Dalla conversazione riportata di seguito emerge che in un'occasione i MARCIANO' si sono prestati a fornire un falso alibi ad alcuni degli ALVARO in occasione di un non meglio precisato episodio delittuoso...
Anche ALVARO Francesco, cugino di Domenico e a sua volta pregiudicato per fatti associativi di stampo mafioso, si reca, in più occasioni, presso il ristorante “Le Volte” di Ventimiglia per conferire con MARCIANO' Giuseppe: in data 1/11/2010, accompagnato in auto con targa francese dal nipote MARAFIOTI Fortunato, e anche il giorno successivo, accompagnato stavolta dallo stesso MARAFIOTI alla guida, da GIAMPAOLO Antonino e da VITALONE Giuseppe.
ALVARO Francesco si era recato a Ventimiglia e in Francia su disposizione del padre ALVARO Antonio, come si apprende dalla conversazione, riportata di seguito, intercorsa fra MARCIANO' Giuseppe e MACRI' Paolo, nel corso di un incontro documentato da apposito servizio di o.c.p.
La conversazione presenta un suo rilievo, in quanto nel corso della stessa MARCIANO' Giuseppe riferisce del legame con gli ALVARO i quali, sulla base di quanto appreso da ALVARO Francesco, possono mettere a disposizione dieci uomini pronti ad intervenire della Francia in caso di bisogno. Per inciso, nella circostanza ALVARO Francesco invita MARCIANO' a prestare attenzione, asserendo che il locale è controllato e che, per tali motivi, i contatti devono avvenire per il tramite di MACRI' Paolo...
[INTERESSI ED AFFARI]
Le indagini hanno evidenziato che gli indagati, inquadrati dal P.M. in seno al “locale” della 'ndrangheta di Ventimiglia, hanno coltivato alacremente importanti interessi in svariate attività economiche, alcune delle quali gestite in modo occulto: tale è il caso di quelle facenti capo alla società cooperativa “MARVON”, di cui è emersa in maniera chiara la riconducibilità ai MARCIANO' e ai loro più stretti collaboratori; altre attività risultano, invece, gestite da taluno di loro in modo apparentemente lecito, come ad esempio l'impresa di movimento terra della famiglia PELLEGRINO che, ad avviso del P.M., costituisce il “luogo” di reimpiego dei profitti scaturiti dalla consumazione delle condotte delittuose di cui si dirà, giusta il tenore del provvedimento del Tribunale di Imperia che ne ha disposto il sequestro a norma dell'art. 2-ter l. 575/65.
[LA COOPERATIVA MARVON]
La “MARVON”, con sede in Olivetta San Michele, via Libri n.4, è stata costituita il 20/1/2006 per poi rimanere quasi del tutto inattiva fino al febbraio del 2008. Presidente della stessa, in quel periodo, è stato Limon Cosmo, proveniente da Olivetta San Michele (lo stesso Comune di cui, per anni, è stato sindaco l'indagato MANNIAS), vicepresidente Bosso Claudio. Il 6 giugno 2008 ne diventa amministratore unico MANNIAS Giancarlo, con la contestuale cessazione delle rispettive cariche dei predetti Limon e Bosso.
Da quel momento la cooperativa registra un incremento del fatturato e si aggiudica numerose opere pubbliche appaltate dalla “CIVITAS”, una società creata dal Comune di Ventimiglia proprio per l'affidamento delle opere pubbliche di interesse di quell'ente territoriale.
A tal riguardo, in data 21/11/2009 il quotidiano ligure “IL SECOLO XIX” pubblica un articolo intitolato “Appalti, la coop dei record – La MARVON nasce due mesi prima di CIVITAS e nel 2008 si aggiudica 11 opere su 17”. Nell'articolo viene evidenziato che nel 2008 la “MARVON” si era aggiudicata il 70% dei lavori affidati dalla “CIVITAS srl”, per un controvalore di 256 mila euro. Il cronista esponeva che nel corso del 2009, a seguito delle proteste avanzate da altre ditte locali, la situazione degli appalti assegnati dalla medesima “CIVITAS” si era andata riequilibrando.
Il fato riportato dal quotidiano genovese trova conferma negli accertamenti eseguiti dai CC di Imperia, infatti, dalla tabella riportata di seguito, relativa ai lavori commissionati dalla “CIVITAS srl” nel 2008, balza evidente la sproporzione tra i lavori affidati alla “MARVON” rispetto a quelli commessi ad altre ditte.
(…)
Sul punto, il segretario generale del Comune di Ventimiglia, MACCAPANI Achille, ha riferito di aver notato, quantomeno nella fase iniziale, una certa “disinvoltura” a proposito dell'assegnazione dei lavori alla “MARVON” da parte della “CIVITAS”...
L'impiegata dell'Ufficio Personale di quel Comune, Caramello Ileana, ha espresso più esplici dubbi riguardo ai rapporti esistenti tra alcuni soggetti di Ventimiglia e amministratori nonché impiegati comunali...
A seguito dei fatti di cronaca e delle indagini sulle infiltrazioni mafiose nel Comune di Ventimiglia, in data 19/7/2011 Limon Cosmo subentra nuovamente a MANNIAS nella carica di amministratore della cooperativa. In oggi, alla data della richiesta del P.M., la cooperativa “MARVON” è sottoposta a procedura di scioglimento e liquidazione; con atto del 1/9/2011 il già citato Bosso Claudio ne è stato nominato liquidatore.
E' singolare, nella condivisibile ottica accusatoria, il riscontro del fatto che l'evidenziato incremento delle attività affidate alla “MARVON” si sia verificato in coincidenza con la nascita della “CIVITAS srl”.
[LA CIVITAS SRL]
Tale società è stata costituita il 9/5/2008, quando l'amministrazione comunale di Ventimiglia era retta da Scullino Gaetano. Va ricordato che appena un mese dopo, il 6/6/2008, la “MARVON” - in realtà costituita fin dal 2006 ma fino ad allora sostanzialmente inattiva – è stata rilevata da MANNIAS: un evento a seguito del quale, come s'è accennato, la società ha incrementato radicalmente il proprio fatturato.
Dalla data di costituzione fino al 30/4/2010 il presidente del c.d.a., nonché amministratore delegato della “CIVITAS”, è stato PRESTILEO Marco, già Direttore Generale del Comune di Ventimiglia. La società, come indicato all'art. 1 del relativo statuto, è a capitale interamente pubblico – posseduto dal Comune di Ventimiglia – ed è sottoposta a un controllo del Comune analogo a quello esercitato sui propri servizi; in altri termini, la struttura è una sorta di “braccio operativo” di quell'Amministrazione nel settore di competenza.
(…)
In sintesi, la CIVITAS srl si occupa:
1) della manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio immobiliare del Comune di Ventimiglia, in forza di un contratto “semi-Global Service” stipulato con il Comune medesimo con decorrenza 1° marzo 2009;
2) degli appalti relativi ad opere pubbliche affidate dall'Amministrazione Comunale di Ventimiglia.
Pare significativo evidenziare fin d'ora quanto affermato, riguardo alla “CIVITAS srl”, dalla Commissione d'Indagine istituita ai sensi dell'art. 143 D.Lgs 267/2000 per lo scioglimento del consiglio comunale di Ventimiglia:
“La società appare una scatola vuota, in quanto svolge attività che avrebbero potuto essere gestite come in precedenza dall'ufficio tecnico comunale e, come si è innanzi avuto modo di illustrare, viene usata dagli amministratori e dal direttore generale come polo di consensi e strumento operativo per perseguire i propri interessi, al di fuori delle limitazioni e dei controlli propri dell'attività amministrativa pubblica, a cui avrebbe dovuto conformarsi il Comune in caso di gestione diretta, e ciò anche al fine di favorire società collegate con la criminalità organizzata”.
La “CIVITAS”, quale società a capitale pubblico, aveva l'obbligo di applicare il cd. Codice dei Contratti (D.Lgs. 163/06) che stabilisce, anche in ragione dell'importo complessivo dell'intervento, le procedure che la P.A. deve seguire per l'affidamento dei lavori.
(…)
… per verificare la regolarità della procedura seguita, nell'assegnazione di lavori pubblici, da parte della “CIVITAS” è stata acquisita presso uffici del Comune di Ventimiglia e presso i locali della stessa “CIVITAS srl” la documentazione riferita al periodo 2008-2011.
(…)
Orbene, per tutti i lavori di cui si è detto, pare evidente la violazione della normativa sugli appalti pubblici prospettata dal P.M. nella sua richiesta.
- Emerge, difatti, in primo luogo la violazione dell'art. 5 della L. 381/1991. Si è visto che tale disposizione prevede la possibilità di affidare in via diretta a società cooperative “convenzionate” (…) solo beni e servizi (diversi da quelli socio-sanitari ed educativi) il cui importo, al netto dell'IVA, sia inferiore ai limiti stabiliti in materia di appalti pubblici (c.d. “soglia comunitaria”).
Peraltro, il Consiglio di Stato s'è successivamente espresso, con riferimento ai “servizi”, in termini ancor più restrittivi, evidenziando che la possibilità di stipulare tali convenzioni fosse limitata ai servizi cd. “strumentali”, cioè quelli aventi ad oggetto il funzionamento della Pubblica Amministrazione, con esclusione dei servizi pubblici diretti all'utenza.
Tale aspetto era sicuramente conosciuto dagli amministratori di Ventimiglia, posto che nella determinazione n. 69 del 12/5/2008 dell'Ufficio Gare e Contratti (quella resa in occasione dei lavori di via Lungo Roja) nel definire gli appalti “in house” (quali appunto quelli di cui si tratta) si indicava come beneficiario di lavori, servizi e forniture proprio l'Ente committente, non già l'utenza.
Dalla previsione dell'art. 5, come già detto, sono invece esclusi i “lavori”. La relativa differenza rispetto ai “servizi” emerge chiaramente dal già citato art. 3 del Codice degli appalti, che con il termine “lavori” definisce le attività di “costruzione, demolizione, recupero, ripristino, restauro, manutenzione di opere”. Pare di contro evidente, anche solo leggendo l'oggetto degli appalti di cui si è detto, che le opere in questione (rifacimento di marciapiedi e ristrutturazione del mercato coperto) siano da qualificare correttamente come lavori, e non come servizi. D'altra parte, in tutte le determinazioni comunali menzionate è sempre stato utilizzato il “lavori”.
- Altra irregolarità va rilevata nel fatto che il citato art. 5 l. 381/91 prevede l'affidamento diretto a società cooperative sociali se “convenzionate”: e la “MARVON”, all'epoca delle citate determinazioni, non aveva ancora stipulato alcuna convenzione con il Comune di Ventimiglia. La stessa è stata stipulata soltanto il 10/6/09, peraltro – non potendo risultare altrimenti sul piano formale – affiancando “lavori” a servizi (rispettivamente, manutenzione di strade, asili, scuole, fontane e bagni pubblici, da un lato; gestione della segnaletica stradale, dall'altro).
- E ancora: lo stesso affidamento diretto di un appalto postula la scelta del contraente più vantaggioso per l'amministrazione committente, in ottemperanza a quei principi di trasparenza, economicità e, più in generale, di buona amministrazione che sempre devono guidare l'operato dei pubblici amministratori. Ciò avrebbe dovuto comportare quantomeno l'espletamento di un'indagine di mercato o l'invito a imprese qualificate nel settore a presentare preventivi di spesa. Nulla di tutto ciò è stato fatto in occasione delle assegnazioni di cui sopra, come si evince dall'assenza di documentazione al riguardo presso gli uffici del Comune di Ventimiglia e della “CIVITAS” e, con riferimento ai lavori del mercato coperto, dalle giù citate dichiarazioni di Grassano e del responsabile dell'Ufficio Tecnico Cigna.
- Ciò che appare ancor più grave è la palese violazione del d.p.r. 34/2000, all'epoca vigente ma in oggi assorbito nel d.p.r 207/10 (Regolamento in materia di appalti pubblici): norma che prevedeva i requisiti tecnico-organizzativi che necessariamente doveva possedere un'impresa per risultare assegnataria di lavori pubblici. Nel caso di specie, trattandosi di lavori di importo inferiore a € 150.000, era applicabile l'art. 28 del citato decreto...
Tali requisiti sono indefettibili e certamente non erano posseduti dalla “MARVON”, pur sempre integrante una cooperativa sociale di tipo “B”...
Nulla a che vedere, dunque, con i lavori pubblici.
[IL PRESTILEO, TRA CIVITAS E MARVON]
Per meglio comprendere gli stretti rapporti emersi tra CIVITAS e MARVON è necessario fare riferimento al collegamento di entrambe con PRESTILEO, direttore generale del Comune di Ventimiglia e direttore amministrativo e finanziario della “CIVITAS srl”, giù vicesindaco di Vallecrosia.
In primo luogo, PRESTILEO ha contribuito alla costituzione e alla redazione dello statuto della “MARVON”. E' stato lui stesso ad ammetterlo dinanzi ai Carabinieri, precisando al riguardo di essere stato contattato verso la fine del 2005 da ALLAVENA Omar che voleva avere informazioni per costituire una cooperativa sociale sulla falsariga della cooperativa “Intemelia”, già operante nel comprensorio imperiese. Sul medesimo argomento, dopo alcuni giorni veniva interpellato anche da Bosso Claudio, che il 20/1/06 costituiva la cooperativa “MARVON” diventando il presidente del relativo consiglio di amministrazione.
PRESTILEO intrattiene ottimi rapporti con MANNIAS Giancarlo, come riferito da entrambi e come d'altra parte emerso dalla seguente conversazione...
PRESTILEO, inoltre, risulta sicuramente “vicino” a MARCIANO' Giuseppe. S'è già detto che è stato vicesindaco del Comune di Vallecrosia fino al 2005; ed è stato lo stesso MARCIANO', nel corso di una conversazione con un soggetto non identificato, a riferire di avere “sponsorizzato” l'assunzione in Comune a Ventimiglia del medesimo PRESTILEO:
Amb. 12/10/10
[…] MARCIANO': il sindaco? no è strana come cosa...però i fatti suoi li fanno.. a parte la bravura... i suoi appalti li fanno ...inc... che c'è quel PRESTILEO lì che è direttore generale, capisci che sa cosa fa ehe...
SCONOSCIUTA: sa cosa fare...
MARCIANO': lui si è cresciuto con Lorenzino Acquarone
SCONOSCIUTA: ehee..
MARCIANO: l'ho portato io di Vallecrosia fino a qua... vebbè vediamo cosa viene fuori.. […]
Le indagini non hanno evidenziato rapporti diretti tra PRESTILEO e i coindagati accusati di essere partecipi dell'organizzazione di cui al capo d'accusa sub a). Tuttavia è emerso con chiarezza che PRESTILEO e MARCIANO' Giuseppe – il quale, non a caso, ha affermato di averlo “portato lui” a Vallecrosia – hanno evitato contatti diretti al fine di non ingenerare sospetti nelle forze dell'ordine. Va letta in tal senso la conversazione intercettata il 14/10/10 presso il ristorante “Le Volte” fra MARCIANO' Giuseppe e MACRI' Paolo, emergendone che sono stati gli stessi SCULLINO e PRESTILEO a evitare ulteriori frequentazioni con i MARCIANO':
Amb. 14/10/10
MARCIANO' G: l'altro giorno ci siamo visti col sindaco, ho portato PRESTILEO fino... ah, una cosa, mi ha detto: “Non si può più, PEPPINO, che se mi vedono che parlo con voi o all'altro con l'altro...” questi nostri paesani sono diventati pazzi! Non guardano quello che fanno, non guardano quello che non fanno, è la rovina capite!? E' la rovina!
Tale conversazione va interpretata, ad avviso del P.M., sulla scorta di quanto PRESTILEO avrebbe informalmente dichiarato ai Carabinieri - “li conosco, so chi sono e non posso certo non salutarli” - che l'hanno riportato in una specifica annotazione redatta nel corso delle indagini relative alle minacce subite dal medesimo PRESTILEO nel corso del 2009, quando venivano esplosi sette colpi di arma da fuoco contro la sua autovettura in sosta nei pressi della sua abitazione in Vallecrosia.
L'ascolto delle conversazioni, tuttavia, ha evidenziato come le relazioni tra PRESTILEO e gli indagati siano rimaste costanti, tanto che i MARCIANO' hanno più volte rimarcato di poter far affidamento su PRESTILEO quale Direttore Generale del Comune di Ventimiglia.
Ad esempio MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) ha riferito di averlo incontrato per l'assunzione della figlia...
E ancora, nel corso di una conversazione fra MARCIANO' Giuseppe e ARTIOLI Marino, in relazione alla vicenda relativa all'approvazione di un progetto per l'installazione di pannelli solari..., è emerso che MARCIANO' avrebbe fatto consegnare un documento a PRESTILEO tramite una terza persona, a riscontro delle cautela adottate in qualsiasi contatto intercorso tra loro...
[IL MANNIAS]
Anche MANNIAS era un soggetto “vicino” al clan dei MARCIANO'. Egli aveva costituito la società cooperativa “MA.GI.CA. General Service” all'unico scopo di consentire loro di sfruttare i benefici fiscali connessi all'amministrazione del ristorante “Le Volte” di Ventimiglia. MANNIAS, dopo aver creato ad hoc l'impresa ed averla avviata, il 3/8/2009 l'ha infatti trasferita a ELIA Angela, la convivente di MARCIANO' Giuseppe, che ne è diventata amministratrice unica.
MANNIAS aveva poi dato occupazione, all'interno della stessa “MARVON” e di altre cooperative aperte in serie, a soggetti legati a MARCIANO', quali:
- BOSSO Roberto, fratello di BOSSO Claudio sottoposto a controllo di p.g. Unitamente a MARCIANO' Giuseppe e ad altri esponenti di spicco dei “locali” di 'ndrangheta della Lombardia;
- NOVAC Irina, già indicata in precedenza (…) quale compagna di ALLAVENA Omar;
- PALAMARA Fortunata, figlia di PALAMARA Antonio;
-GALLOTTA Marco, figlio di GALLOTTA Giuseppe e assunto alle dipendenza della “MA.GI.CA 6”;
- DAMBRA Salvatore, padre di DAMBRA Alessandro, vittima dell'usura ad opera degli indagati (MARCIANO' Giuseppe, MARCIANO Vincenzo – cl. 77, SPIRLI' Filippo e GALLOTTA Giuseppe).
Dalle conversazioni intercettate è emerso, per ammissione degli stessi interessati, la veridicità di quanto sopra. Infatti, MANNIAS Giancarlo, conversando all'interno della propria auto con BOSSO Claudio, racconta che era intervenuto il figlio di MARCIANO' Giuseppe (quest'ultimo chiamato nell'occasione “lo zio”, come in numerose altre conversazioni captate nel corso delle indagini), per far assumere nuovamente DAMBRA Salvatore, che era stato licenziato...
La conferma dell'intervento di MARCIANO' Vincenzo (cl. 77) avviene con la telefonata intercorsa poco tempo dopo tra il predetto e DAMBRA Salvatore...
[PORTI E FONDI EUROPEI]
Il legame MANNIAS con MARCIANO' Giuseppe è riscontrato, altresì, dalla richiesta di aiuto rivolta dal primo al secondo per risolvere alcune problematiche sorte in relazione ai lavori assegnati alla “MARVON” in vista della costruzione del PORTO DI OSPEDALETTI. E invero, il 28/9/10 MANNIAS si reca presso il ristorante “Le Volte” per parlare con MARCIANO' Giuseppe. La relativa conversazione (…) abbraccia una serie di argomenti molto vasta, concernente soprattutto l'andamento e la gestione degli affari; ciò che più colpisce, tuttavia, è il tono confidenziale fra i due e la sottile riverenza manifestata dal MANNIAS verso l'interlocutore.
Egli dapprima prospetta il suo problema a MARCIANO' Giuseppe, poi ascolta ed esamina le nuove proposte di affari che gli vengono da lui formulate anche il relazione a investimenti in Calabria – dove lo stesso MARCIANO' gli fa intendere di avere ottimi agganci con la criminalità organizzata locale:
Amb. 29/08/2010
MANNIAS: questo invece di porto va bene eh.. (ndr porto di Ventimiglia)
MARCIANO' G: si questo va bene...
MANNIAS: adesso ci sono però 'sti calabresi... sai che hanno comprato qua che erano...
MARCIANO' G: di Torino?
MANNIAS: sì bravo..
MARCIANO' G: dice che c'è una che vuole comprare qua... mi ha detto..
MANNIAS: si... ma questo qua che è Versace però... però VERSACE non va bene
MARCIANO' G: ma tu me lo devi dire... che io lo mando...
MANNIAS: lui se è una persona gli ho detto di venire...
MARCIANO' G: ma ti dico... se no lo facciamo andare via eh.. se non si comporta bene... […] ti avevo parlato... quello del progetto.. che avevamo fatto domanda per i fondi della comunità europea, uno grosso ...inc... potevamo entrare capisci.. si parla di...
MANNIAS: cosa vuole fare?...
MARCIANO' G: di duecento milioni di euro.. perché ha il terreno è tutto suo a fianco al mare vuole fare un albergo di duecento stanze per fare tutto il coso...
MANNIAS: e dove questo lo voleva fare?
MARCIANO' G: a Gioia Tauro.. proprio nel punta del mare.. e Vincenzo è li.. ora il figlio.. ha preso .. un brutto male ha 37 anni lo conosci. lo hai visto qua... un bravo ragazzo bravo bravo bravo.. Vincenzo come un fratello... (ndr, si riferiscono a MAZZAFERRO Girolamo detto Ciccio figlio di Teodoro detto Toro cl. 1938, imprenditore del settore immobiliare di Gioia Tauro)
MANNIAS: Tumore al pancreas...
MANNIAS: si il finanziamento c'era già stato
MARCIANO' G: senno' li avrebbero persi
MANNIAS: sennò gliela finanziavano
MARCIANO' G: ora gli dissi fa' un po' sto' progetto nuovo e vai li alla regione a nome mio...
MANNIAS: ma questi qua giù? Avete confidenza qua... adesso c'è di nuovo un fracco di finanziamenti per il sud...
MARCIANO' G: hai capito... si poteva entrare con venti operai.. capisci? […]
MARCIANO' G: ma ci hanno parlato quelli dei camion, che magari l'ha conosciuto tramite loro
MANNIAS: no no.. può darsi...
MARCIANO' G: hai capito te.. quelli ci hanno detto guarda che questo...
MANNIAS: no... loro adesso non vogliono creare problemi e se ne sono andati... […]
TESTO IN FORMA RIASSUNTIVA:
Parla di un lavoro grosso di fognatura di 140 metri preso da una ditta vincitrice e MARCIANO' G. vuole sapere come si chiama, MANNIAS dice che glielo farà sapere poi MARCIANO' G. chiede se è un lavoro grosso e MANNIAS risponde 1 milione di euro.
MANNIAS: invece per il cemento armato qua... son sempre calabresi, sono quelli che hanno fatto il Porto di Imperia... Carlo CONTI ...inc...
MARCIANO' G chiede se Carlo CONTI (ndr, presidente del Porto di Imperia) ha un po' di fastidi a Imperia, MANNIAS dice che lui lo sapeva poi MARCIANO' G. chiede chi è viene qua per il cemento armato e MANNIAS ripete che sono quelli che hanno fatto il porto di Imperia, sono calabresi di Gioia Tauro e la società si chiama “METRO QUADRO” e che adesso si farà dire chi sono e da dove arrivano e glielo dirà poi MARCIANO G.
[…] Poi parlano dei contatti che aveva BOSIO (ndr BOSIO Giovanni, sindaco di Bordighera) con i PELLEGRINO, MANNIAS dice che Michele è bravo, MARCIANO' G. dice che se i fratelli facevano quello che diceva Michele era i primi e non succedeva nulla.
(...)
[La MARVON dei MARCIANO']
Vanno richiamate al riguardo, per comprendere le reali ragioni del favoritismo di cui pacificamente ha goduto la “MARVON” presso l'Amministrazione Comunale di Ventimiglia, le dichiarazioni rese dal menzionato direttore generale PRESTILEO ai Carabinieri in data 1/9/2011. Nell'occasione egli ha, infatti, precisato di avere da subito intuito che ALLAVENA Omar (una persona di fiducia di MARCIANO' Giuseppe, non a caso con lui coindagato), pur non figurando tra i soci costituenti, aveva dei chiari interessi nei confronti della suddetta cooperativa.
Va inoltre evidenziato che, con tutta verosimiglianza, la stessa denominazione della Cooperativa “MARCON” non è altro che l'acronimo delle iniziali in sequenza dei nominativi degli stessi gestori occulti, ovvero nella prima parte le iniziatili dei cognomi e nella seconda le rispettive iniziali dei nomi: M per MARCIANO', A per ALLAVENA, R per ROLDI, V per Vincenzo, O per Omar, N. per Nunzio.
D'altra parte, è lo stesso MARCIANO' Giuseppe a confermare tale ipotesi. Egli, infatti, leggendo alcuni articoli di stampa relativi a società riconducibili a famiglie mafiose calabresi, dice a COSENTINO Giuseppe (alias “Compare Pino”) che la MARVON di fatto è riconducibile a loro:
Amb. 26/05/11
ELIA Angela continua a leggere l'articolo e cita i contatti delle predette famiglie con i capi clan calabresi, delle società controllate indirettamente, della camera di compensazione e di appalti. MARCIANO' dice che è per quello, riferendosi agli appalti e alle imprese che operano.
Ore 9.53.50 ELIA legge la parte riguardante la “CIVITAS” e le imprese e cooperative alle quali vengono assegnati i lavori, continua a leggere, poi ore 09:55:58 – passo integrale.
COSENTINO: c'è ...inc... coso, c'è Giancarlo (ndr MANNIAS) anche ..inc..
MARCIANO': ...inc... è quello che stavo sentendo... siccome che aveva fatto la cooperativa pure nel ristorante lui, Giancarlo, è quello che voglio sentire...
COSENTINO: c'è Giancarlo che ...inc...
ELIA: (continua a leggere) la “MARVON” cooperativa... sociale con sede a Ventimiglia... amministratore unico..
MARCIANO': (interviene) la MARVON... la “MARVON” è di Vincenzo mio nipote, di Nunzio (ndr ROLDI Annunciato) e del vigilino (ndr ALLAVENA Omar) è la MARVON...
COSENTINO: si...
MARCIANO': avete capito voi? ...e ce l'ha Giancarlo... che...inc...
COSENTINO: sì, sì, si...
Si è già detto che nella “MARVON erano state assunte persone legate ai MARCIANO'. Si fa presente che nell'atto costitutivo della cooperativa figuravano delle persone munite di forti legami con i predetti soci occulti:
- MARCIANO' Rinaldo, fratello di MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), figlio di MARCIANO' Francesco e nipote di Giuseppe MARCIANO';
- BOSSO Claudio, che ha strettissimi legami con MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) e ALLAVENA Omar;
- ZAPPIA Luigi, amico imprenditore edile, che ha operato spesso a stretto contatto con ALLAVENA Omar e MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), come risulta da numerose conversazioni intercettate;
- MORO Giuseppe, soggetto nominato da MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) a proposito di alcune estorsioni che egli avrebbe consumato con ROLDI Annunciato nei confronti del Comune di Ventimiglia...
Ulteriori conferme del controllo totale esercitato sulla “MARVON” dai MARCIANO' sono emerse da altre intercettazioni. Ad esempio, nella conversazione tra presenti … captata all'interno dell'autovettura nella sua disponibilità, ALLAVENA Omar, discutendo con la moglie, le confida il timore che MANNIAS voglia estrometterli dalla società. Dalla conversazione si ricava, inoltre, che il medesimo ALLAVENA Omar partecipa ai relativi utili e che, in caso di “restituzione” della società, avrebbero posto un'altra persona a capo della stessa come rappresentante legale, cioè un'altra “testa di legno” alla pari del MANNIAS...
Un altro riscontro di quanto prospettato emerge dalla seguente conversazione, dalla quale si ricava che MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) e ALLAVENA Omar possono senz'altro contare sul personale e soprattutto sui mezzi della “MARVON” e della citata “MA.GI.CA” di MANNIAS per curare i propri affari nel settore immobiliare ed edilizio, come se fosse nella loro piena disponibilità...
Altrettanto significativo è il timore espresso dagli indagati per le indagini in corso. La notizia appresa da BOSSO Claudio, relativa all'interrogatorio di MANNIAS Giancarlo, suscita notevole preoccupazione in MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) e negli altri sodali; laddove, se la “MARVON” avesse fatto capo al solo MANNIAS, nessun altro avrebbe dovuto manifestare segni di inquietudine per le indagini in corso...
Nemmeno è casuale, poi, che ALLAVENA Omar e MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), le due persone più esposte nei rapporti con la “MARVON” (oltre a ROLDI Annunziato, che in quel periodo però era detenuto per la tentata estorsione in danno di Parodi di cui è detto a suo tempo), si mostrino molto soddisfatti per le dichiarazioni rese ai Carabinieri da MANNIAS. Infatti questi non risulta aver fornito loro alcuna notizia di rilievo con riguardo ai veri interessi dei MARCIANO' e di ALLAVENA nella “MARVON”.
Nonostante le rassicuranti dichiarazioni rese alla p.g. da MANNIAS Giancarlo, MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), ALLAVENA Omar e MARCIANO' Giuseppe manifestano comunque le proprie perplessità e il timore di poter essere ricollegati alla “MARVON”...
(…)
… ALLAVENA Omar e MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) lasciano intendere di avere “consegnato” a MANNIAS la “MARVON” con una “dotazione” di € 50.000, somma che avrebbero preteso in restituzione da lui qualora non si fosse piegato alla loro richiesta di versare una somma mensile – peraltro piuttosto esigua - : un impegno che MANNIAS accetta non certo con entusiasmo, visto che i due coindagati affermano di aver dovuto fare pressioni sulla cui scorta quello si era “cagato addosso”.
Ad ulteriore conferma delle macchinose modalità alle quali i due indagati hanno fatto ricorso per trasformare la “MARVON” nella fonte di una piccola rendita mensile va ancora menzionata la conversazione ambientale più significativa al riguardo registrata all'interno dell'autovettura in uso a MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), dalla quale si desume quasi plasticamente come quest'ultimo e ALLAVENA Omar siano intenti a visionare gli assegni ricevuti due giorni prima da MANNIAS...
Nella medesima conversazione si fa ancora riferimento alle pressioni esercitate su MANNIAS, che ne riscontrano ulteriormente la posizione tutt'altro che paritaria rispetto ai coindagati. MARCIANO' Vincenzo e ALLAVENA discutono, infatti, del denaro che MANNIAS avrebbe dovuto consegnare loro, posto che in caso contrario egli avrebbero potuto perdere la gestione della cooperativa. I due parlano anche della loro pretesa liquidazione in caso di chiusura della società “MA.G.ICA”, dimostrando l'interesse economico occulto nutrito dagli stessi nelle società comunque facenti capo a MANNIAS.
La società citata da ultimo è da ricondurre alla “MA.GI.CA. 6”, società di cui fa parte anche MANNIAS Igor, figlio di Giancarlo, e che condivide la sede operativa della “MARVON”. Dal tenore del dialogo si comprende, infine, che gli assegni sarebbero stati intestati ad una persona compiacente estranea al gruppo, in modo da non lasciare traccia dei legami tra i fruitori occulti di quegli utili e MANNIAS: si tratta di una ragazza conosciuta da ALLAVENA Omar che, come si vedrà, è la sua compagna MOVAC Irina, già citata in precedenza...
(…)
Anche in relazione all'assegno relativo al successivo mese di maggio il modus operandi degli interessati è identico: prima ALLAVENA Omar chiama la compagna, le consegna l'assegno e lei, stavolta in ritardo rispetto al solito, si reca al Banco di Chiavari – filiale di Ventimiglia – per negoziare il titolo, come riscontrato dal servizio di o.c.p. organizzato nella circostanza. Successivamente ALLAVENA Omar incontra la NOVAC per ritirare il contante e infine, dopo aver concordato l'incontro, si reca da MARCIANO' Vincenzo per consegnargli la sua quota. Nel corso del colloquio avvenuto tra questi ultimi, mentre avviene la consegna del denaro, si apprende che una parte è destinata anche allo zio, MARCIANO' Giuseppe...
(…)
Per giustificare nei libri contabili della MARVON l'uscita di € 400,00 al mese, MANNIAS, ALLAVENA Omar e MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) hanno fatto ricorso a un sistema che permettesse loro di nascondere la vera natura delle operazioni finanziarie e soprattutto il loro legame con la struttura: “... ci dà quei soldi la MARVON, no? Però non può far uscire e allora dobbiamo...”. Per tale motivo dapprima pensano di far accreditare direttamente a BOSSO Claudio, come parte del suo stipendio, la somma che egli avrebbe poi girato ad ALLAVENA e a MARCIANO'...
[IL CONSIGLIERE D'ANDREA ed ALTRI IMPRENDITORI]
Dal momento che la prima ipotesi non era realizzabile e che era stata scartata anche l'idea di far assumere fittiziamente una persona alla “MARVON”, non restava che ricorrere ad un giro di false fatturazioni grazie alla complicità di imprenditori “di fiducia”. Tali fatture avrebbero dovuto riportare una particolare dicitura che avrebbe permesso di non pagare l'IVA altrimenti dovuta, come espressamente consigliato da D'ANDREA Roberto, imprenditore e consigliere comunale del Comune di Ventimiglia, al quale i due predetti soci occulti della MARVON si erano inizialmente rivolti per farsele rilasciare.
Costui, però, in considerazione della carica pubblica ricoperta, aveva sollevato una questione di opportunità, atteso che la “MARVON” eseguiva dei lavori per conto della “CIVITAS”, società controllata da quel Comune. Non a caso sono stati intercettati contatti telefonici tra ALLEVENA Omar e lo stesso D'ANDREA per fissare un incontro, poi documentato dal Nucleo Investigativo dei CC di Imperia. Va sottolineato che, sebbene l'interlocutore di ALLAVENA non sia stato individuato con precisione, sia la descrizione fisica fornita dagli operanti, sia la circostanza che egli si sia allontanato con l'autovettura intestata alla figlia D'ANDREA Cristina lasciano ritenere con tutta ragionevolezza che si trattasse proprio di D'ANDREA Roberto. La circostanza è avvalorata anche dal fatto che poche ore dopo quell'incontro ALLAVENA Omar riporta a MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) il contenuto della conversazione avvenuta con “Roberto”, appunto il nome di D'ANDREA...
MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) e ALLAVENA Omar, nel tentativo di predisporre altre fatture da consegnare a MANNIAS per coltivare le loro intese illecite, pensano poi di rivolgersi nuovamente a LAZZARO Franco (verosimilmente si tratta dell'imprenditore LAZZARO Franco [titolare ditta “Lazzaro Costruzioni” di Ventimiglia]) o in alternativa di rivolgersi a “Pino” (cioè DE PASQUALE Giuseppe [titolare ditta “Edil Riviera” con sede a Vallecrosia...)...
La scelta cade poi su DE PASQUALE Giuseppe; per tale motivo ALLAVENA Omar lo chiama dapprima al telefono, evitando di usare parole compromettenti, e in seguito lo incontra per fargli compilare delle fatture...
[PORTO di OSPEDALETTI e MARVON]
Le indagini hanno ancora evidenziato che la famiglia MARCIANO', per il tramite della medesima MARVON, ha coltivato rilevanti interessi nella costruzione dei porti turistici di Ospedaletti e di Ventimiglia, nell'ambito dei quali, non a caso, la MARVON e, di riflesso, la “MA.GI.CA. 6” sono state impegnate ad eseguire lavori.
Uno dei discorsi ricorrenti di MARCIANO' Giuseppe con altri indagati riguarda difatti, il buon andamento dei lavori in tali due porti, con particolare riferimento al settore del movimento terra.
Nel dettaglio, il committente dei lavori del porto di Ospedaletti, denominato “Porto Marina e Parco di Baia Verde” è la ditta “FIN.IM. FINANZIARIA IMMOBILIARE srl”, con sede in Genova, il cui amministratore unico, a far tempo dal 30/6/2002, risulta MANNINI Mauro. La ditta incaricata della relativa costruzione è l'impresa “ROSSO spa”, con sede a Torino. I lavori del cantiere, iniziati nel 2007, prevedono la conclusione entro il 2011, ma alla fine di quell'anno l'opera non risulta ancora ultimata.
MARCIANO' Giuseppe, evidentemente interessato all'affare, si è impegnato in prima persona a risolvere alcune controversie insorte fra il committente, MANNINI Mauro, e l'amministratore della cooperativa “MARVON”, MANNIAS Giancarlo, che aveva ricevuto in subappalto alcuni lavori da parte della ditta “ROSSO”, appaltatrice dell'opera. In particolare, la MARVON aveva ottenuto il subappalto di guardiania nel cantiere di Ospedaletti. Tuttavia tale commessa era poi affidata alla “MA.GI.CA. 6”, amministrata da MANNIAS Igor – figlio di Giancarlo -, mediante cessione di ramo d'azienda, quale si evince dalla relativa visura alla locale Camera di Commercio.
Come attestato dalla già citata conversazione … del 30/8/2010... MANNIAS, preoccupato per il mancato pagamento da parte del committente, si era rivolto a MARCIANO' Giuseppe, chiedendogli di esercitare pressioni su MANNINI.
MANNIAS esamina poi le nuove proposte di affari di MARCIANO Giuseppe [… ora ti dico io, non è facile e i mezzi per entrare ce l'abbiamo.. capito?...], da realizzare anche in Calabria, ove MARCIANO' Giuseppe fa chiaramente intendere di avere buone conoscenze con la criminalità organizzata del posto...
[IL MANNINI DAL MARCIANO']
Anche MANNINI Mauro si rivolge a MARCIANO' per vicende relative al lavoro:
Amb. 21/11/10
[…] MARCIANO G: devo venire qua... che sono 10 volte che mi manda a chiamare.. MANNINI.. che vuole parlare con me urgente.. ha mandato a Franco, quello che vende le borse...
MARCIANO' V. cl. 48: ..ah...
...omissis...
MARCIANO' V. cl. 48: non c'è niente...
MARCIANO' G: Giancarlo (ndr MANNIAS) l'ultima volta che ho visto ha detto che non viene più che...gli devono dare 40.000,00 euro... (pausa) comunque ...inc... vedrai che pure sto Comune c'è pure lui intricato...
MARCIANO' V. cl. 49: Giancarlo […]
… e per questioni private. MANNINI si rivolge infatti a MARCIANO' Giuseppe per mandare un avvertimento a un suo inquilino moroso, come si evince dalla seguente conversazione in cui è lo stesso MARCIANO' a raccontare l'episodio a SCIBILIA Giovambattista...
Il contesto delle relazioni di affari tra i due e la stessa capacità di MARCIANO' Giuseppe, manifestata ad altri fini, di realizzare i suoi propositi consente di escludere ogni potenziale connotazione di millanteria in tali propalazioni. Tra l'altro, la natura confidenziale del rapporto tra MANNINI e MARCIANO' Giuseppe si ricava anche dal fatto che questi riferisce ai fratelli STRANGIO che l'imprenditore l'aveva avvertito dell'esistenza di una telecamera, posta innanzi al suo locale, che riprendeva chiunque entrasse nel ristorante; una circostanza, questa, rispondente al vero quanto estremamente riservata...
Orbene, se l'”autorità” oggettivamente esercitata nella zona da MARCIANO' Giuseppe non trovasse una plausibile spiegazione sulla scorta della tesi accusatoria di un “potere” esercitato, unitamente ai suoi uomini, con modalità intimidatorie tali da ingenerare nei terzi un assoggettamento omertoso, risulterebbe addirittura paradossale che si rivolga a lui addirittura il titolare dell'impresa appaltatrice di un'opera di tutto rilievo quale quella di cui sopra: e ciò sia per faccende relative ai lavori, sia per un suo affare privatissimo. Il che rende ragione di come lo stesso subappalto affidato in quel contesto alla “MARVON” sia l'espressione di una certa deferenza nei confronti dell'anziano “capo”, evidentemente ben addentro a quella cooperativa per il tramite di suoi congiunti o fidati sodali quali, rispettivamente MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) e ALLAVENA Omar – come s'è detto in precedenza.
[PORTO di VENTIMIGLIA e MARVON]
Quanto al porto di Ventimiglia, il relativo committente è stato il “GRUPPO COZZI PARODI” mediante la società controllata “CALA DEL FORTE SRL” - con sede in Santo Stefano al Mare (IM) – il cui amministratore unico è PARODI Beatrice. La cooperativa MARVON ha avuto in appalto numerosi lavori anche all'interno di quel cantiere...
(…)
Totale lavori eseguiti anno 2010 165.272,14
(…)
Totale lavori eseguiti anno 2011 (fino al mese di febbraio) 19.014,00
PARODI Beatrice è la figlia dell'imprenditore Piergiorgio, vittima del tentativo di estorsione realizzato da CASTELLANA Ettore e ROLDI Annunziato di cui si è già detto in precedenza.
[PARODI E MARCIANO']
Anche per PARODI valgono le stesse considerazioni espresse riguardo a MANNINI circa l'atteggiamento di deferenza manifestato nei confronti di MARCIANO' Giuseppe, quale si ricava sia dalla consistente mole dei lavori affidati alla MARVON, sia dal tenore di conversazioni intercettate nel corso delle quali il medesimo PARODI viene indicato come una persona disponibile e gradita.
In un'occasione, difatti, MARCIANO' Giuseppe lascia intendere di avere buoni rapporti con lo stesso PARODI, tanto da riferire a MANNIAS che lo stesso voleva parlargli per problemi, insorti nel cantiere, con il citato MANNINI Mauro...
Gli ottimi rapporti tra MARCIANO' Giuseppe e PARODI emergono anche dalla richiesta di intervento del secondo al primo finalizzata a un suo intervento per risolvere una pratica edilizia relativa alla costruzione di un albergo in località Sapergo di Bordighera.
[TRA RIFIUTI & DOCK LANTERNA SPA]
Altro settore di interesse per MARCIANO' e i suoi è quello relativo alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, nel cui ambito sono emersi suoi contatti, in particolare, con l'azienda “DOCK LANTERNA SPA” di Genova, il cui amministratore unico è PESCE Santino.
Questi, sentito il 24 ottobre 2011, in veste di sommario informatore, ha riferito di essere stato sollecitato dal suo collaboratore di zona, tale SPARMA Gaspare, a incontrare MARCIANO' Giuseppe in quanto persona “influente”...
I contatti tra lo stesso PESCE e MARCIANO' Giuseppe emersi da talune conversazioni intercettate attestano che il secondo ha esercitato anche nei confronti di quell'imprenditore l'”influenza ambientale” di cui s'è già detto in precedenza...
In sostanza, MARCIANO' mostra di recriminare per l'atteggiamento di PESCE, deferente “quando aveva bisogno”, cioè “prima dell'appalto”, e poi distaccato, “sparito”, una volta ottenuto il “favore”: il che sembra riscontrare, però, che comunque PESCE doveva essersi rivolto a lui per chiederglielo, a conferma del potere esercitato in zona dallo stesso MARCIANO' Giuseppe.
[DOCK LANTERNA, SANREMO E BERTAINA]
In altra occasione, quest'ultimo afferma di avere raccomandato PESCE Santino perché si aggiudicasse l'appalto della raccolta dei rifiuti a Sanremo, sperando che l'imprenditore potesse restituirgli, all'occorrenza, il “favore”:
Amb. 11/05/11
MARCIANO V. cl.48: GIACOVELLI... GIACOVELLI cosa bisogna fare hanno preso tre ragazzi stagionali
MARCIANO' G.: si
MARCIANO V. cl.48: nel Docks Lanterna
MARCIANO' G.: si
MARCIANO V. cl.48: e son venuti a dirmi di... quello che è sempre con PESCE quel ragazzo...
MARCIANO' G.: sì, sì
MARCIANO V. cl.48: me l'ha detto
MARCIANO' G.: sì, sì
MARCIANO V. cl.48: vedi che
MARCIANO' G.: sì, sì, sì, sì
MARCIANO V. cl.48: allora c'ho detto... bisogna fare una cosa io lo chiamo...
MARCIANO' G.: si
MARCIANO V. cl.48: ci dico guarda che ti vuole mio zio... fai una cosa te lo mando da te e tu ci devi dire quella mattina di lunedì o di venerdì quando sono insieme con PESCE andiamo dal ...inc...
MARCIANO' G.: sì, sì, no ma...
MARCIANO V. cl.48: così ci parli e glielo dici tu
MARCIANO' G.: quel giorno gliel'ho detto io
MARCIANO V. cl.48: ma no mi piacciono
MARCIANO' G.: ..inc.. pure a lui questa faccenda capito... di questa faccenda hanno avvertito pure a PESCE te lo dico mi hanno detto che... hai capito...
MARCIANO V. cl.48: va bhe comunque tu lo chiami gli dici
MARCIANO' G.: dato che l'avevo raccomandato a Sanremo
Amb. 24/2/11
[…] MARCIANO' V. cl. 48 si ferma e parla con un uomo che si trova fuori dall'auto e gli dice: “vedi che l'altro giorno è venuto Tito e anche GIACOVELLI e abbiamo parlato con Marco BERTAINA... io ci sto dietro, non è che... allora forse dovrebbero prendere lavoro Dolceacqua e coso... nella piazza, prendono una parte qualcosa del... poi della Docks Lanterna e se poi...
SCONOSCIUTO: ...inc...
MARCIANO' V. cl 48: c'hanno dato la proroga..
SCONOSCIUTO: abbiamo uno che deve lavorare con questo...
MARCIANO' V. cl 48: mhh.. comunque o in una maniera o in un'altra... perché se fosse a Ventimiglia non va bene lo stesso? … se fosse a Ventimiglia... che cazzo te ne fotte...
SCONOSCIUTO: li non è che stai male...
MARCIANO' V. cl 48: vabbè ma comunque ascoltami se è a casa è un'altra cosa, va bene?
SCONOSCIUTO: fino al 31 marzo ...inc...
MARCIANO' V. cl. 48: vabbè non ti preoccupare mh... […]
Dall'ulteriore conversazione riportata di seguito emerge, poi, che MARCIANO' Giuseppe ha fatto ottenere un lavoro alla MARVON per il tramite del medesimo PESCE. La circostanza risulta riscontrata dal rilievo che la “DOCKS LANTERNA” ha effettivamente affidato alcuni lavori in subappalto alla cooperativa “MARVON”, come ad esempio il “capitolato per servizi di varia natura per conto del Comune di Bordighera”. A tal proposito va evidenziato che il contratto è stato concluso grazie alla raccomandazione di tale MARTINELLI Alessio, nella duplice veste di consulente della “DOCK LANTERNA” e in quella di socio della cooperativa “MARVON”...
I rapporti intercorsi tra MANNIAS e PESCE sono confermati dalla conversazione riportata di seguito, dalla quale si evince che la MARVON ha eseguito per conto della DOCK LANTERNA i lavori primaverili di pulizia delle spiagge di Ventimiglia. Il tenore del dialogo depone nel senso che tali lavori sono stati eseguiti gratuitamente e poi “compensati” con la fatturazione di altri lavori relativi al centri di recupero di Camporosso. PESCE ha confermato la circostanza, precisando di essersi rivolto alla MARVON poiché la “DOCK” non aveva ancora ottenuto l'autorizzazione al subappalto che aveva richiesto per un'altra ditta...
Va infine evidenziato che dalle conversazioni riportate di seguito si evince che MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) e suo zio Giuseppe hanno pensato di rivolgersi al già citato sindacalista GIACOVELLI Vincenzo e a PESCE Santino per trovare un lavoro a MARCIANO' Rinaldo, fratello di Vincenzo (cl. 48)...
[ASSUNZIONI “DOCK” TRAMITE IL SINDACALISTA]
PESCE Santino, sentito dalla p.g. Riguardo alla vicenda [di cui sopra, ndr],ha riferito di non aver ricevuto alcuna richiesta per l'assunzione di MARCIANO' Rinaldo, ma che in passato, su segnalazione del sindacalista GIACOVELLI Vincenzo, aveva assunto della manodopera: il che attesta l'“attendibilità” della strada che volevano percorrere i MARCIANO' per favorire l'assunzione del proprio congiunto.
Lo stesso MARCIANO' Rinaldo è stato comunque assunto con contratto a tempo determinato, l'1/7/2011, dalla “TORCHIO srl”, che aveva in appalto il servizio di raccolta dei rifiuti a Camporosso.
Pare significativo, nell'ottica sottesa alle conversazioni intercettate, che fra tanti candidati disponibili la scelta sia ricaduta proprio sul MARCIANO' Rinaldo. A tale proposito FAZZINI Paolo, capo squadra della “TORCHIO srl”, delegato della dirigenza alla selezione di un operaio stagionale, ha motivato la scelta per il fatto che MARCIANO' Rinaldo “aveva famiglia” - di certo una connotazione assai diffusa sul territorio – e perché gli era stato raccomandato dai suoi colleghi. Dalla seguente conversazione si evince, per contro, che era stato risolutivo in proposito l'intervento del fratello MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), a conferma dello stato di soggezione nei confronti del gruppo di indagati in esame in cui versava più di un'azienda operante nell'estremo Ponente ligure...
[INTERESSI dei MARCIANO' nell'EDILIZIA PRIVATA]
Nel corso delle indagini è emerso che MARCIANO' Giuseppe nutre interessi anche nell'ambito immobiliare ed edilizio, pur non essendo titolare di alcuna impresa di costruzioni edili o società operante nel settore dell'intermediazione immobiliare.
Dalle conversazioni sotto riportate, ad esempio, si ricava che LUCA' Francesco, detto “Ciccio”, il cui fratello Antonio è titolare dell'impresa edile “DUEMILASEI” di Riva Ligure, e CAPANO Alessandro, altro imprenditore edile della zona, hanno proposto a MARCIANO' Giuseppe – non si comprende a quale titolo – di concorrere nella costruzione di 35 garage ed altre opere di rilievo urbanistico.
I dialoghi intercettati non consento, tuttavia, di comprendere con esattezza i termini dell'affare. Dagli stessi emerge però con chiarezza che il coinvolgimento di MARCIANO' è finalizzato all'ottenimento di vantaggi illeciti: in particolare, la conversazione … evidenzia che MARCIANO' Giuseppe riferisce in proposito a COSENTINO Giuseppe che, a differenza di quanto avvenuto in passato, non può fare quanto richiestogli in quanto sospetta di essere sottoposto ai controlli delle forze dell'ordine a causa dei suoi rapporti con i BARILARO...
Da altra conversazione, riportata di seguito, si comprende che un geometra non identificato si è recato presso il ristorante “Le Volte” di Ventimiglia per proporre a MARCIANO' Giuseppe una speculazione edilizia a Riva Ligure...
L'argomento sembra rilevare non tanto sotto il profilo di una presunta, attuale capacità di MARCIANO' e dei suoi di operare nel settore immobiliare, quanto piuttosto con riguardo all'oggettiva “influenza” che anche in quel campo – nonostante gli sia estraneo sotto ogni profilo, personale e commerciale – egli è riuscito a instaurare in forza, all'evidenza, del metus sui terzi connesso alla capacità di intimidazione esercitata sul “suo” territorio.
[fine seconda parte]
[terza parte]
[MARCIANO' E UOMINI DELLE ISTITUZIONI]
Numerose conversazioni intercettate evidenziano, altresì, la rete di rapporti e conoscenze in ambiti istituzionali di cui godono gli affiliati al “locale” di Ventimiglia.
[CON ESPONENTI DELLE FORZE DELL'ORDINE]
[PALERMO SALVATORE – P.d.S]
Da svariate conversazioni emergono espliciti riferimenti alla “vicinanza” al gruppo di un appartenente alle forze dell'ordine, tale “PALERMO”, con il quale sarebbero avvenuti degli incontri e che avrebbero fornito informazioni sulle indagini in corso.
L'uomo è stato identificato nell'ispettore della P.S. PALERMO Salvatore in forza alla Polizia di Frontiera di Ventimiglia...
Orbene, dagli accertamenti eseguiti dalla p.g. è effettivamente emerso che l'isp. PALERMO Salvatore è coniugato con BRANDIMARTE Giovanna, sorella di BRANDIMARTE Domenica a sua volta coniugata con SIRIANNI Carmine detto “Carmelo”.
MARCIANO' Vincenzo (cl. 48), d'altronde, ha più volte rimarcato che PALRMO aveva una devozione totale nei confronti di suo padre, il defunto MARCIANO' Francesco, già capo-“locale” di Ventimiglia prima di Giuseppe:
Amb. 25/10/10
[…] ALLAVENA: sai chi... sai chi ho visto l'altro giorno... belin... ho dettooo ...inc... il nostro amico... come si chiama aspetta... mh … il tuo amico che io ho conosciuto tramite... come si chiama... dimmi il nome, 'u poliziotto là... il comandante, non so che cazzo è...
MARCIANO': PALERMO
ALLAVENA: PALERMO! Bravo no?!
MARCIANO': porca miseria! Guarda che quello..
ALLAVENA: m'ha visto, m'ha abbracciato
MARCIANO' guarda che quello eh... si faceva radiare..
ALLAVENA: pe... sì sì sì m'è venuto ad abbracciare, una cosa... ci siamo salutati..
MARCIANO': mi ha visto a me...
ALLAVENA: eh..
MARCIANO': c'ho detto... com'è la situazione?
ALLAVENA: poi m'ha detto... ma in pensione non vai? C'ho detto... non mi stare a dire guarda che c'ho dei problemi devo rientrare per forza... ma per me c'è qualcosa che non va ...inc... e c'ho detto che... ci fa.. “Mi interesso io!” mi fa “chiamami che cosa...”
MARCIANO': ...inc...
ALLAVENA: “no, no, c'hai ragione Omar devi per forza rientrare ...inc...”
MARCIANO': guarda, per mio padre si buttava nel fuoco!
ALLAVENA: sì sì sì, PALERMO...
MARCIANO' comandante de la... adesso è comandante della Digos
ALLAVENA: è il comandante della Digos?
MARCIANO': Digos!
ALLAVENA: ma va!?
MARCIANO': eh no!?
ALLAVENA: la camaleonte la comanda lui?
MARCIANO': eh?
ALLAVENA: la squadra Camaleonti
MARCIANO': no un momento,...inc...[...]
Amb. 26/01/11
[…] MARCIANO' G: a non lo so... mi ha detto c'era pure PALERMO... questo... il cobra davanti a Luca... c'era pure PALERMO seduto là...
MARCIANO' V.: PALERMO, se è quello di Ventimiglia, si comporta non bene... benissimo..., sempre come si deve nei nostri confronti... anzi te ne dico di più... quando avevamo che era nella frontiera... a quei tempi che c'era la frontiera... quando Natalino passavano con il furgone... avevano a uno che lavorava con loro che loro non lo sapevano ma faceva roba...
MARCIANO' G.: eh...
MARCIANO' V.: e lui... lo ha chiamato a papà e gli ha detto ditegli a Natalino così così così così e così... all'epoca al funerale era... gli avevano fatto una commissione... una commissione che lo volevano radiare eh... adesso è diventato Comandante...
MARCIANO' G: mi ha detto c'era pure PALERMO...
MARCIANO' V: se è PALERMO di Ventimiglia io ci metto le due mani sul fuoco...
MARCIANO' G: ma non puoi capire ma io pure se non è di Ventimiglia ...inc... non mi interessa ...inc...
MARCIANO' V.: noo... non hai capito... io lo conosco... non posso dire quello chi è... ma lui è una persona... nei nostri confronti della “famiglia” è sempre... […]
In una conversazione avvenuta il 24/6/10 MARCIANO' Vincenzo parla allo zio Giuseppe di un incontro con “PALERMO”. Il discorso, che fa parte di un dialogo più ampio viene affrontato da MARCIANO' Vincenzo abbassando il tono della voce, a supporto del fatto che deve trattarsi di un argomento delicato – la cui connessione con il nome “PALERMO” sembra costituire un ulteriore riscontro della “vicinanza” di quest'ultimo al gruppo dei MARCIANO':
Amb. 24/06/10
MARCIANO' V: ieri ho incontrato PALERMO (sotto voce)
MARCIANO' G: ah..
MARCIANO' V: era con il figlio... mi ha salutato ...inc... aspetta... dice... aspetta che guardiamo che c'è la telecamera che...
MARCIANO' G: (incompr)...
MARCIANO' V: e certo... sempre è davanti che passa... glielo dice...inc...
MARCIANO' G: ..inc...
MARCIANO' V: no! glielo dice...
MARCIANO'G: si?
MARCIANO' V: te lo giuro su Dio... non ha paura
MARCIANO'G: eh... ormai
MARCIANO' V: no ma lui... vedi che lui ha rischiato e...
MARCIANO'G: Eh.. lo so...
MARCIANO' V: e non glien'è fregato niente e...
MARCIANO'G: quanti anni ha ora di servizio... avrà...
MARCIANO' V: eh... ce n'ha eh... adesso...
MARCIANO'G: 27/28 anni di servizio...
MARCIANO' V: e ce li ha buoni... se lui vuole tra un po' ...inc... (le voci si sovrappongono)
MARCIANO'G: ormai ...inc...
MARCIANO' V: comunque è lui che comanda là dentro eh... tutto lui... allora... mi ha baciato e gli detto io … com'è tutto...? ...(risposta): tutto tace... dicendo... (sette secondi di pausa)
MARCIANO'G: ...ma... tace... che cazzo devono dire..inc...
MARCIANO' V: era lui che certe volte diceva... ah... me lo diceva e...
MARCIANO'G: sa tutte le cose...
MARCIANO' V: cosa c'è... ma [...]
In altra conversazione, intercorsa il 6/12/2010 tra MARCIANO' Giuseppe e TRINCHERA Salvatore riguardo alla possibile affiliazione di MACRI' Alessandro, il primo fa riferimento alle informazioni acquisite grazie a PALERMO:
Amb. 06/12/10
[…] MARCIANO': ora c'è quel MACRI' lì che “lo fanno”, che hanno il bar, per conto mio fanno uno sbaglio se lo fanno, Antonio era qua la mattina, mio nipote Vincenzo là e coso... tutti...
TRINCHERA: eh... coso...
MARCIANO': ...inc... il Mercatone, il Mercatone, avete capito? ora, (MARCIANO' abbassa la voce) ...inc... chi era, se non mi dice facevo vent'anni, quello, PALERMO, ...inc..luogotenente..inc... e mi dice tutto, mi dice tutto! […]
E' assai significativo, ai fini qui in esame, che MARCIANO' confidi al sodale TRINCHERA che se “quello”, cioè PALERMO, “non gli avesse detto” - cioè non gli avesse fornito informazioni vitali riguardo alle indagini a suo carico -, “si faceva vent'anni”, riferendosi a una lunga detenzione che lo stesso MARCIANO' teme, all'evidenza, quale conseguenza di sue azioni delittuose: il che risulta del tutto coerente con l'impianto accusatorio.
E ancora: il 9/4/2011 MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) rappresenta ad ALLAVENA Omar il timore per eventuali indagini che li possono riguardare e invita l'interlocutore a non esporsi durante le conversazioni telefoniche. Nello stesso contesto, MARCIANO' esterna la sua intenzione di contattare “PALERMO” per acquisire maggiori informazioni in proposito:
(…)
In effetti, a riprova del ruolo di PALERMO quale “fiduciario” dei MARCIANO', il successivo 11/5/2011 Vincenzo confida allo zio Giuseppe di essersi incontrato con lo stesso PALERMO e, sebbene prosegua la conversazione abbassando il tono della voce – in quanto teme, come s'è detto, l'avvenuta attivazione di intercettazioni -, dal tenore di alcune frasi lascia intuire di aver ottenuto informazioni riguardo a indagini relative allo “zio” Giuseppe (“mi ha detto: dicci allo zio che hanno... - parla sottovoce - ...inc...”):
Amb. 11/05/11
[…] MARCIANO' V: vedi che ho visto a PALERMO
MARCIANO' G: ah.
MARCIANO' V: quello di Ventimiglia.
MARCIANO' G: si
MARCIANO' V: mi ha visto lui a me
MARCIANO' G: sì, sì, sì
MARCIANO' V: e mi ha detto scusi.
MARCIANO' G: si
MARCIANO' V: posso domandarle... mi ha detto: “non ci baciamo perché c'è la telecamere”.
MARCIANO' G: sì, sì, sì
MARCIANO' V: sai come fa lui.
MARCIANO' G: sì, sì, ehe...
MARCIANO' V: mi ha detto dicci allo zio che hanno... (parla sottovoce – inc.)
MARCIANO' G: ehe... lo so ehe... te l'ho detto..!
MARCIANO' V: va bene..? mh... c'ho detto... ehe per me... m'ha detto niente.
MARCIANO' G: niente per te niente... e non te lo ricordi l'avvocato.
MARCIANO' V: si... ho capito...
MARCIANO' G: è venuto l'altro giorno
MARCIANO' V: ..inc.. me l'ha detto capisci...! E' venuto e me l'ha detto...
MARCIANO' G: sì, sì,... è venuto al Chicaloca... ho capito
MARCIANO' V: va bene... gli ho detto io... diccelo allo zio che... mica gli dico lo sa... giusto ehee... […]
In sostanza, PALERMO si mostra al corrente di un dato delle indagini corrispondente al vero, cioè l'attivazione di una videocamera all'esterno del ristorante in cui MARCIANO' Giuseppe riceve sodali e “devoti”: tanto da dire a MARCIANO' Vincenzo che non era opportuno che si baciassero – com'è d'uso, notoriamente, tra uomini d'onore (se si fosse trattato di un innocente saluto meridionale, ogni cautela risulterebbe fuori luogo) – in quanto ciò sarebbe accaduto sotto l'occhio indiscreto di una videocamera nascosta dagli investigatori.
Tale prospettazione è corroborata da alcune successive conversazioni intercorse tra MARCIANO' Giuseppe e la convivente ELIA Angela. Il primo le spiega, infatti, che a seguito dell'incontro fra il nipote Vincenzo e PALERMO è venuto a sapere di alcune indagini che lo riguardano e del fatto che viene controllato “a vista” - circostanza collimante con lo stato delle investigazioni in allora pendenti a suo carico -...
(…)
[NILO LUIGI – G.d.F]
Oltre che sull'ispettore PALERMO, i MARCIANO' mostrano di poter contare anche sulla disponibilità di NILO Luigi, in servizio alla Compagnia della G.d.F. Di Ventimiglia: stavolta, però, non per una deprecabile scelta di campo avverso da parte di un rappresentante delle forze dell'ordine, bensì in forza di una sorta di offectio familiaris, atteso che NILO è il genero di MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) in quanto ne ha sposato la figlia Francesca.
Dalle conversazioni intercettate emergono chiari elementi che denotano la contiguità non solo familiare del predetto NILO con i MARCIANO'. Infatti, in una conversazione del 25/5/2010 avvenuta presso “Le Volte” di Ventimiglia lo stesso NILO chiede l'intervento di MARCIANO' Giuseppe in merito ad una proposta di sospensione dal servizio formulata nei suo confronti per problemi di carattere giudiziario...
(…)
Se dunque NILO mostra di ricorrere all'“autorità” del congiunto lato sensu – in quanto zio del proprio suocero – per ottenere l'interessamento, di certo non lecito né commendevole per un rappresentante delle forze dell'ordine, riguardo a una sua personale vicenda di servizio, non manca il rovescio della medaglia: nel senso che anche il suocero MARCIANO' Vincenzo (cl. 48) mostra di fregiarsi in giro della peculiare attività del genero NILO che gli è valsa un trattamento di favore in un negozio di serramenti...
(...)
Il quadro che ne emerge, insomma, è quello di una preoccupante commistione di interessi pubblici e privati, in cui le parentele e l'esercizio di funzioni pubbliche di repressione dei reati si condizionano a vicenda.
In tale contesto, MARCIANO' Vincenzo mostra di avvalersi del genero NILO anche per ottenere informazioni riservate riguardo ai controlli presso la “MARVON” dai colleghi di quest'ultimo della G.d.F., giusta le indiscrezioni apparse sui quotidiani locali...
(…)
[GIANNOTTE DONATO – G.d.F]
Uno dei finanzieri incaricati di effettuare la menzionata verifica presso la “MARVON” è il maresciallo GIANNOTTE Donato, in servizio presso la Compagnia della G.d.F. di Ventimiglia.
Va evidenziato, per inciso, che l'intercettazione audiovisiva effettuata presso il ristorante “Le Volte” ne ha evidenziato la frequentazione da parte di GIANNOTTE Oronzo, padre del predetto esponente delle forze dell'ordine. Ed anzi, dai colloqui intercettati emerge che in un'occasione lo stesso GIANNOTTE Oronzo ha chiesto aiuto ai MARCIANO' in merito ad una domanda di trasferimento presentata dal figlio, come già puntualizzato a suo tempo...
Non sono stati documentati, tuttavia, rapporti diretti fra il finanziere che ha effettuato la verifica sulla “MARVON” e alcuno dei MARCIANO', sicché l'argomento pare privo di immediata valenza indiziaria sotto il profilo di potenziali abusi consumati anche da lui in favore di taluno degli indagati.
[AGENTE NON IDENTIFICATO - PENITENZIARIA]
Il P.M. allega sull'argomento in esame anche la presunta “disponibilità” di un agente della Polizia Penitenziaria rimasto ignoto, desunta da una serie di conversazioni intercettate nel corso delle quali MARCIANO' Giuseppe e il coindagato TRINCHERA dialogano di una complessa vicenda nel cui ambito sarebbe stato sequestro, prima del14 luglio 2010 - … - un pacco di sostanze stupefacenti asseritamente al sodale SPIRLI' Filippo ma in realtà sequestrato a LUCA' Francesco detto “Ciccio”, contestualmente arrestato per la relativa detenzione; nondimeno, la circostanza che si tratti di meri discorsi – avvenuti tra MARCIANO Giuseppe e suoi congiunti o coindagati – i quali non hanno trovato concreti riscontri, analoghi ad esempio a quelli rivenuti a proposito dell'ispettore PALERMO, ne esclude una concreta valenza indiziaria ai fini qui in esame.
[fine terza parte]