Nell'imperiese, con epicentro traSanremo e Taggia, vi è storicamente una delle più attive articolazioni territoriali della 'ndrangheta.
Emergeva dai tempi dell'inchiesta sul clanTeardo(allora Presidente della Regione Liguria) ed è emersa più di recente con l'indagine “Maglio 3” (in particolare quando il già consigliere regionale e ricandidato alle elezioni regionali del 2010, Alessio Saso, incontrò - presso il suo point elettorale a Taggia - per concludere la trattativa sull'acquisizione del supporto elettorale “a largo raggio”dagli esponenti della 'ndrangheta Vincenzo La Rosae Massimo Gangemi, così come incontrò direttamente anche il reggente in Liguria Domenico Gangemi- foto sotto)...
Articolazione la cui operatività è emersa anche da altre indagini sul traffico internazionale di stupefacenti (“Trait Union” sugli Sgrò - Gallico e Magnoli - Piromalli), dalla nuova operazione odierna che appare esserne la prosecuzione, sempre per traffico internazionale di stupefacenti, oltre che per armi e supporto alla latitanza (“Ponente Forever”), così come dalle inchieste sulle cosche di Palmi che operavano nei subappalti dei lavori per l'Aurelia Bis ed Area 24 (“Cosa Mia”), o, ancora, nell'indagine sui conferimenti presso la cava-discarica di Rocca Croaire(autorizzata sul territorio di Castellaro ma totalmente abusiva su quello di Taggia). Emergeva in “Colpo della Strega”così come anche nel procedimento - giunto a condanne definitive per la 'locale' di Ventimiglia e l'articolazione di Bordighera - “La Svolta” [1].
Sanremo, città del Casinò - storicamente piatto prediletto delle organizzazioni mafiose - è uno dei tasselli dello scacchiere politico ed amministrativo che, in particolare tra ponente savonese ed imperiese, è figlio di perpetue intese trasversali e di spartizione. Uno degli snodi nevralgici delle relazioni del contesto della 'ndrangheta la politica [2] e le imprese [3], dove, tra l'altro, si è consolidato anche quel rapporto di collaborazione con la Camorra che da lì si espande sia verso Levante (con i contatti documentati con la cosca Gullace-Raso-Albanese), sia verso il confine (in primis con i Pellegrino) ed oltre, sino alla Costa Azzurra. Sono soggetti noti che si sono pienamente integrati perché accreditatisi socialmente e nelle relazioni con politica, pubblica amministrazione ed economia.
Qui ci concentriamo sulla figura di SGRO' Carmelo (cosca GALLICO), nuovamente al centro dell'operazione odierna del ROS [4]. Lo facciamo partendo da quella “S.P. COSTRUZIONI”, comune società con il PRONESTI' Domenico, che prima di essere svuotata è stato strumento di infiltrazione nei lavori pubblici per l'Aurelia bis nonché per effettuare conferimenti nella cava-discarica diRocca Croaire di materiali destinati a discarica che venivano però immediatamente ricaricati su altri camion per essere conferiti, con il risultato di un doppio incasso e nessuna spesa, se non per il carburante.
SGRO' Carmelo e PRONESTI' Domenico, nel dicembre 2019, hanno visto la Cassazione confermare la condanna inflittagli per aver svuotato la “S.P. COSTRUZIONI” che veniva dichiarata fallita il 30 agosto 2012. L'operazione di svuotamento, consumata dai due insieme a SGRO' Francesca (sorella del Carmelo), ha visto sottratti oltre 122 mila euro.
Dopo l'operazione di svuotamento e fallimento della società, in data 17 maggio 2016, la Cassazione aveva confermato la misura dellaSorveglianza Speciale, per tre anni, a carico dello SGRO' Carmelo. Nella sentenza che conferma il giudizio della Corte di Appello di Reggio Calabria, si legge: «le argomentazioni della Corte di merito sulla pericolosità del ricorrente appaiono ineccepibili sul piano logico giuridico[…] contenutodei colloqui, che la difesa si guarda bene dal dettagliare, dimostra ben altro nelle condivisibili valutazioni della Corte territoriale; dimostra progetti relativi alla conduzione di traffici di droga e fornisce l'indicazione che proprio dai traffici di droga il prevenuto ricavasse le sue fonti di reddito[…] La Corte di merito valorizza poi correttamente anche il contenuto di un'intercettazione dal quale si ricava un episodio di impropria intermediazione del ricorrente nei rapporti tra un imprenditore e la cosca mafiosa "Italiano" […]Sull'attualità della pericolosità, i giudici della prevenzione bene osservano, infine, che anche la presunta "regolare attività lavorativa" dello Sgrò, di cui si legge in ricorso, sarebbe al contrario connotata da aspetti di illiceità penale, che hanno prodotto procedimenti a suo carico, tra l'altro, per il reato di bancarotta fraudolenta. E certo non illogica appare, sotto il profilo della valutazione della pericolosità, la considerazione della Corte territoriale sul fatto che attualmente lo Sgrò sia detenuto, ad ulteriore conferma della significatività delle sue devianze criminali».
Successivamente alla misura a carico dello Sgro' Carmelo, e dopo lo svuotamento della “S.P. COSTRUZIONI”da parte dello stesso con il Pronestì Domenico, si vedono attivare nuove imprese da parte sia dello Sgro' sia del nucleo familiare del Pronestì (in particolare si vedano i locali “Blanco Bistrot” [5] e “La botte gaia” di Piazza Colombo a Sanremo).
nello schema l'organigramma della famiglia GALLICO e SGRO'
e del legame a PRONESTI' Domenico con l'organigramma del suo nucleo familiare
Lo Sgrò, nel frattempo anche riarrestato nell'ambito della già citata operazione “Trait Union”(unitamente ai Magnoli legati ai Piromalli), e che la Cassazione (nel 2016) ha sancito vivere dei proventi del traffico di stupefacenti, costituisce il 1 giugno 2018, insieme a Raffaele Fasuolo (del gruppo Seven) socio di maggioranza ed Riccardo Benso (operante nel gruppo Seven) l'impresa “JAMAIKA srls” per la coltivazione, importazione, esportazione, acquisto e commercializzazione, al dettaglio e all'ingrosso, di prodotti derivanti dalla canapa; nonché la produzione, coltivazione, manipolazione, conservazione e trasformazione di piante di canapa.
Sgro' è nominato Amministratore Unico dell'impresa per poche settimane. Il 25 giugno 2018 cede le sue quote a Flavio Trignani (titolare di diverse imprese e tra i partecipanti al funerale del capolocale di Ventimiglia Giuseppe Marcianò detto “Peppino”) e viene nominato quale nuovo amministratore Riccardo Benso.
Il Raffaele Fasuolo (nella foto a lato con Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e ricandidato alle prossime elezioni), che da socio di maggioranza ha costituito, con Sgrò Carmelo, la “JAMAIKA srls” è colui che si può definire il “signor Seven”. Le società del gruppo Seven hanno una sorta di monopolio nel settore delle slot e delle vlt [6] nell'ampio comprensorio di Sanremo e Taggia ed è tra i dirigenti di "As.tro", ovvero “Assointrattenimento”, articolazione di CONFINDUSTRIAche si occupa del settore. Alcuni dei soci originari della società “madre”, la “FUN NETWORK srl” erano in parallelo nella società “PLAYTECH srl” emersa nelle indagini “Carioca” della Squadra Mobile di Savona (che ha già condotto alla confisca dei definitiva dei beni per circa 10 milioni di euro al boss Fameli Antonio) e “Terra di Siena” del Centro Operativo D.I.A. di Genova relativa alla cosca Gullace-Raso-Albanese, capeggiata da Gullace Carmelo.
Raffaele Fasuolonon ha nascosto le sue simpatie verso gli esponenti della Lega, qui di seguito qualche foto dello stesso con Edoardo Rixi,Alessandro Piana(presidente del Consiglio Regionale e ricandidato della Lega con Toti) e con il parlamentare della Lega Flavio Di Muro(con cui si fotografava gioioso il giorno della elezione alla Camera).
[1] Nel processo “La Svolta”(che ha condotto alle condanne definitive degli 'ndranghetisti della 'locale' di Ventimiglia e dell'articolazione di Bordighera) è emerso, attraverso la testimonianza del collaboratori di giustizia Francesco Oliverio, cheSanremo era territorio ove si trovava ospitalità e luoghi di incontro tra gli esponenti della 'ndrangheta relativi agli affari perseguiti, in primis il traffico di stupefacenti. Si tratta del collaboratore di giustizia che, minacciato apertamente in aula durante la sua testimonianza dal 'ndranghetista Giuseppe Gallotta, ha anche svelato agli inquirenti ed ai giudici, del “corpo riservato” della 'ndrangheta, composto anche da uomini delle Istituzioni, e che viene attivato per contrastare chi osa contrastare la 'ndrangheta ed i suoi interessi.
[2] La recente inchiesta “Stato Parallelo”della DDA di Reggio Calabria ha fatto emergere, ad esempio, l'esponente del centrosinistra Giuseppe “Pino” Riotto, che ha ricoperto ruoli nell'amministrazione pubblica, con la Giunta del sindaco Borea, che gli conferì anche delega al “Casinò”. Era la stessa Amministrazione comunaledove vi era, all'urbanistica, Andrea Gorlero, oggi candidato in Regione della lista Pd con Sansa (di cui abbiamo già riportato i pesanti rilievi scritti proprio da Ferruccio Sansa con Marco Preve, nel libro “Il Partito del Cemento” - vedi qui). Il Riotto è emerso dall'indagine essere saldamente in contatto con uno degli uomini del casato 'ndranghetista dei Piromalli, Giuseppe Luppino, cugino dello stesso Riotto.
Luppino, come ricordano gli inquirenti calabresi era stato posto, prima alla carica di rappresentante legale dell'Ufficio del Commissario Delegato per l'Emergenza Smaltimento Rifiuti della Calabria, e poi, nel 2000, era stato nominato presidente del Cda di “Piana Ambiente spa” ed in tale ruolo, tra l'altro, costituiva il trait d'union tra le istituzioni pubbliche ed Alampi Matteo, nonché, ad esempio, anche quello di tramite tra le imprese Alampi – Rossato con la “Termomeccanica Ecologica Spa” di La Spezia). Dalle intercettazioni tra il Riotto ed il Luppino emergeva che l'esponente politico sanremese era «asservito politicamente a Claudio Scajola» (nella conversazione del 25 agosto 2007, Riotto affermava a Luppino di avere«uno solo padrone che si chiama Claudio SCAJOLA»).
[3] Sanremo (e Taggia) vedono richiamata l'attenzione anche sullagestione della discarica diCollette Ozottoda parte di Roberto Cavallone, già procuratore capo di Sanremo e poi pm ad Imperia. Davanti allaCommissione Parlamentare d'Inchiesta sui Rifiuti, Cavallone, il 19 febbraio 2015, riferiva:
«C’è poi un’altra serie di problemi relativi all'esistenza di questa società, che è collegata con ambienti della criminalità organizzata. Anche qui vi sono indagini in corso. Esistono una serie di società collegate, una delle quali è la Ecoscavi, che grosso modo ha sede proprio sotto la discarica.
La Ecoscavi, che è sempre nell’orbita dei signoriGhilardi, ha impiegato nel passato sicuramente persone che hanno subito anche condanne per associazioni di tipo mafioso, ma in questo momento verosimilmente sta impiegando dei dipendenti che erano prima dipendenti delle ditte del clan Pellegrino.Il clan Pellegrino è stato recentemente condannato per associazione di tipo mafioso dal tribunale di Imperia. A suo tempo, la DDA di Genova ha fatto una richiesta di applicazione di misura di prevenzione, con sequestro dei beni, e chiaramente le ditte sono state incamerate o comunque hanno cessato la loro attività. Per quello che noi sappiamo da queste indagini in corso, alcuni di questi operai hanno cominciato a lavorare per la Ecoscavi».
[per approfondire vedi qui]
[4] L'operazione “Ponente Forever” ha documentato la centralità per gli interessi della cosca Gallico dello Sgro' Carmelo, che, tra l'altro ha supportato la latitanza del Filippo Morgante(condannato in via definitiva nel 2017 a 16 anni e 9 mesi di carcere per associazione mafiosa ed altri reati) accompagnandolo anche a diverse riunioni di 'ndrangheta in diverse regioni ed anche nel territorio storicamente controllato, nel ponente savonese, a Borghetto S.Spirito, dalla cosca Gullace-Raso-Albanese.Tra i diversi soggetti sottoposti a custodia cautelare, stretto collaboratore dello Sgrò vi è Simone Calvini. Questi, accusato di detenzione e traffico di stupefacenti (cocaina e marijuana), era già emerso come soggetto legato alla ai Pellegrino (nucleo 'ndranghetista insediato a Bordighera che ha visto nel 2018 la confisca definitiva di circa 9 milioni di beni, tra cui la villa ancora oggi occupata dai nuclei familiari dei tre fratelli – Roberto, Giovanni e Maurizio – condannati in via definitiva anche per 416 bis nel processo “La Svolta”). In particolare, come emerso in altre indagini e come confermato da diverse Sentenze ormai definitive, il Calvini è indicato quale esecutore per conto di Pellegrino Roberto di tre attentati incendiari (di cui uno tentato ma fallito), nonché di detenzione e spaccio di stupefacenti forniti dal Pellegrino. Lo stesso Simone Calvini, unitamente al padre, Pierino Calvini, titolare dell'armeria di Sanremo “Ausenda”, sono stati condannati per aver ceduto armi da fuoco al Pellegrino Roberto.
[5] Tra le attività promosse dal Pronestì Domenico, nonché dalla madre dello stesso e dal padre Pronestì Francesco “Ciccio”vi sono i due locali nella centralissima Piazza Colombo di Sanremo, il “Blanco Bistrot” e “La botte gaia”. Nel primo, gestito dal Domenico, tra gli altri è stato chiamato ad operare anche il figlio adottivo del Massimo Gangemi (esponente della 'ndrangheta di Taggia e nipote diDomenico “Mimmo” Gangemi reggente della 'ndrangheta in Liguria arrestato nell'Operazione “Crimine” della DDA di Reggio Calabria e condannato in via definitiva per tale ruolo nell'articolazione 'ndranghetista attiva in questa regione), ovvero lo stesso Massimo Gangemi di cui si è detto in relazione all'appoggio della 'ndrangheta alle scorse elezioni regionali al candidato Alessio Saso (oggi sostenitore di Alessandro Piana, presidente del Consiglio Regionale uscente e candidato della Lega con Toti).
[6] Il Fasuolo Raffaele è stato promotore del ricorso al Tar e Consiglio di Stato contro l'Ordinanza adottata dal Comune di Ventimiglia (sindaco Ioculano) volta a limitare l'attività delle slot e vlt dislocate sul territorio. Il ricorso è stato respinto. Seppur l'allora sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano (oggi candidato con Sansa in Regione) abbia avuto tale scontro con il Fasuolo non ha mai sollevato la “bazzecola” della cointeressenza di questi con il già Sorvegliato Speciale di 'ndrangheta Sgrò Carmelo,della cosca Gallico.
Vi è quindi da richiamare, ancora una volta, l'attenzione su un dettaglio che pare sfuggire a tutto lo scacchiere politico parlamentare: il gioco d'azzardo si sta spostano sempre di più dalle fisiche slot e vlt dislocate sul territorio a favore del gioco sullo piattaforme online. Se nel gioco alle classiche macchinette vi è un limite di gioco ed ovviamente si può giocare su una di queste alla volta, nel gioco online si può giocare su più “macchinette virtuali” in contemporanea e non vi è limite di spesa. Tale incremento, dovuto alla possibilità di gioco online anche dagli smartphone, ha avuto una impennata ulteriore durante il lockdown per l'emergenza Covid-19, dimostrando che chi è affetto dalla ludopatia non lo si tutela eliminando o limitando le slot sul territorio, bensì con un intervento più efficace e mirato.
Ulteriore elemento chiave da richiamare è che le nuove vlt possono (e sono spesso ovviamente) utilizzate come lavatrici di denaro sporco. Infatti basta inserire le banconote e poi premere il tasto “annulla” per avere lo scontrino “vincita” che permetterà di incassare la somma inserita e che risulterà “pulita” in quanto frutto di una “vincita”.
Appare singolare che dalle decise inchieste pubblicate dal giornalista Ferruccio Sansa in materia, oggi, nel suo programma quale candidato presidente della Regione Liguria, il contrasto al gioco d'azzardo (ed all'uso delle vlt come lavatrici di denaro sporco) non sia indicato, lasciando spazio invece all'impegno al «contrasto del gioco d'azzardo patologico», ovvero la patologia, come se il problema fossero le vittime e non la causa. Il candidato del centrodestra Giovanni Toti, in materia, porta in dote l'assenza di intervento in merito da parte della sua Giunta (e maggioranza) negli ultimi 5 anni. I vecchi interessi (trasversali) dei partiti nel settore delle slot e delle vlt (una volta denunciati con forza dal giornalista Sansa) non appaiono essere venuto meno, purtroppo, con il passare del tempo.