IL GRAN
BALLO (AVVELENATO) DEL MATTONE
di Luciano
Corrado
Lo scontro
per la "Torre Fuksas" alla Margonara e per le quattro torri di Albenga, firmate
da Consuegra, si arricchisce di colpi di scena e colpi bassi.
Il presidente
Burlando (Regione) "invita" il giudice Adriano Sansa dal Procuratore della
Repubblica.
Il
presidente Bellenda (Arte, ex Iacp) trascina in tribunale, con una querela, il
popolare Antonio Ricci.
Tanti
retroscena dietro e dentro la politica, partiti, giornali, centri di potere,
per il business immobiliare: c'è chi spara a tutta pagina e chi rilega la
notizia nell'angolino. Chi fa a gara nelle dichiarazioni e chi osserva un
silenzio tombale. Chi si muove dietro le quinte e chi si schiera a viso aperto.
Una
denuncia-querela con la prima udienza fissata in tribunale il prossimo sei
dicembre per il caso delle quattro torri di Albenga. Un esposto alla
Procura della Repubblica per la supertorre Fuksas della Margonara, a Savona.
Interviste al presidente della Regione, Claudio Burlando, con domande all'acqua
di rosa, e risposte soprattutto in politichese.
La "guerra
del cemento" ora fa il suo esordio nelle aule di giustizia. C'è chi esulta e
chi storce il naso. C'è chi ricorda che dai tempi di Teardo (anni ottanta) la
cementificazione del territorio, con i suoi lauti profitti e non solo, ha
lasciato sul terreno soprattutto pesciolini piccoli. Coinvolti in marginali
storie di abusi edilizi. I "pesci grossi" finora l'avrebbero fatta franca.
Sarà perché
lo sviluppo edilizio, soprattutto nel savonese, avviene all'insegna della
trasparenza e della legalità? In un'Italia dove imperversano illegalità e
impunità, visto anche i tempi biblici della giustizia?
Sarà perché
lo Stato, le istituzione preposte hanno sottovalutato una macchina che ha
dimostrato di essere ben oleata, coinvolgendo interessi legittimi, poteri forti
e sicuramente trasversali? O sarà perché non è mai stato fatto uno sforzo
investigativo (altro che studi di settore!) quantomeno nella direzione dell'evasione
fiscale, svelando molti interrogativi, che il mercato immobiliare da sempre
offre ai suoi attori?
LA VERITA ' DI SILVIO ACCINELLI
Ha ragione
il vice presidente della Camera di Commercio di Savona, Silvio Accinelli,
imprenditore edile finalese, quando dichiara a Sergio Del Santo sul Decimonono
dell'11 maggio scorso che il "settore delle costruzioni ha sostenuto l'economia
locale nel ciclo negativo dei primi anni Duemila, ed è inaccettabile
l'equivalenza ormai insinuata anche nel dibattito politico serio, tra
costruttori e cementificatori? Dove siamo intervenuti - sostiene Accinelli -
abbiamo riqualificato l'immagine delle città, migliorato l'ambiente e, quando
si è trattato di ricostruire, dimezzato i volumi precedenti".
Sono dei
visionari, dunque, chi come lo scrittore-giornalista de La Stampa , Nico Orengo,
scrive: "La speculazione edilizia spreme ed umilia il territorio ligure. La Liguria , i sui
terrazzamenti, costruiti in secoli con la fatica degli operai delle piramidi,
rischia di sgretolarsi, di friare in mare. Incuranza sui greti dei fiumi e dei
torrenti, cementificazione selvaggia sulle loro rive. Basta una buona pioggia e
il territorio galleggia e si crepa. A questa si aggiunga la disattenzione,
l'incapacità amministrativa nel proteggere un territorio fragile e di estrema
ed estenuata bellezza".
ORENGO
SCRIVE DI "MAFIOSITA' CEMENTIZIA"
Segue
l'affondo. Orengo: "Una distrazione, inutile nasconderselo, che finisce per
colludere con la mafiosità cementizia, con l'avidità ceca di voler costruire ovunque
e comunque, anche contro le regole del più elementare buon senso. Degrado del
territorio...mancanza di cultura paesaggistica ed architettonica...cultura dell'Ici
per incassare, distruggere l'ambiente, umiliarlo, spremerlo perché renda
nell'immediato, privi come sono di prospettiva, di una visione collettiva del
futuro".
L'ex
condirettore de "Il Secolo XIX", Luciano Angelini, dalle colonne di
Repubblica-Il Lavoro, ha descritto, commentato, raccontato cosa rappresenta in
realtà quel che, in molti casi, viene definito un "salutare boom edilizio di
Savona" e le sue trasversalità nei partiti, nei centri di potere più o meno
occulto. Una denuncia, quella di Angelini, ma non l'unica, alla quale si
risponde con interviste giullari.
Angelini ed
Orengo due fondamentalisti dell'ambiente? Due visionari?
Sarebbe
interessante conoscere in proposito il pensiero di Luciano Pasquale che il big
dei big liguri, ovvero Claudio Scajola definisce: "Manager di caratura
nazionale".
NESSUNA
RISPOSTA ALLE ACCUSE DI MICROMEGA
E perché
nessuno ha replicato, punto per punto, se non in modo generico ed evasivo,
all'attacco che nel giugno dello scorso anno il mensile a tiratura nazionale
MicroMega, diretto da Paolo Flores d'Arcais, ha mosso alla Liguria del
presidente Claudio Burlando e dell'assessore all'Urbanistica, Carlo Ruggeri col
titolo "L'Unione fa il cemento"?
Spiegando
nel sommario che "in Liguria migliaia di metri cubi di cemento rischiano di
riscrivere il panorama della regione governata dal centro-sinistra, lasciando
tracce devastanti pari forse solo alla rapalizzazione del dopoguerra. Una
storia che dimostra quale sia il vero partito trasversale agli schieramenti:
quello degli affari".
Un
affarismo era ancora scritto che "gode dell'appoggio di professionisti,
giornalisti, professori ansiosi...Non c'è foglia che si muova in Liguria senza il
consenso di una rete di politici, finanzieri, di potere che lega insieme
amministratori e onorevoli di destra e di sinistra, imprenditori onnipresenti e
dalle molte bandiere. E al centro di tutto c'è lui, Claudio Burlando, vicino a
D'Alema...al punto che ormai molti definiscono il "burlandismo". "
Certo un
conto sono responsabilità politiche, ben altro e tutte da provare, anzi persino
azzardati potrebbero apparire alcuni accostamenti di vero e proprio malaffare.
Quel
servizio firmato dai coraggiosi giornalisti - come dovremmo essere tutti -
Marco Preve, redattore di "Repubblica" e Ferruccio Sansa (da Repubblica passato
al Secolo XIX come inviato speciale), fece scalpore, ma fu sepolto da un
silenzio quasi tombale. Non venne ripreso neppure dai quattro quotidiani
venduti in Liguria, l'unico che gli dedicò un ampio spazio ed approfondimento è
stato Il Letimbro, organo della Curia di Savona-Noli. Sarà un caso?
QUALCUNO
PROMISE INVANO FUOCO E FIAMME
Non solo,
il tam-tam riferiva che Burlando avesse dato incarico ad uno studio legale per
le "opportune iniziative". Non si seppe più nulla, se non una ridda di
interviste e dichiarazioni, sugli argomenti più disparati, apparsi sulle pagine
regionali di Repubblica, con l'onnipresenza in quei mesi di Burlando e
soprattutto dell'assessore regionale all'urbanistica Ruggeri. Un modo per
placare gli animi? Per smorzare lo scontro? Troppo poco, comunque, per
cancellare quel diluvio di fango.
In quel
servizio, tra l'altro, venivano citati nomi e cognomi, fatti, vicende, legami,
storie di porticcioli e di cubature, il ruolo tutt'altro che secondario di
colui che veniva definito da MicroMega il "reuccio del ponente, Claudio
Scajola, altra grande potenza locale, spesso in piena sintonia con Claudio
Burlando". Una leggenda? Si è chiesto in un altro pepato servizio lo
scrittore-giornalista Peter Gomez dalle colonne dell'Espresso, nel n.24, del 21
giugno.
Meritava
quel documentato servizio di Preve e Sansa una difesa pignola, punto per punto?
Molti pensano di sì. Invece non è mai arrivata né dalle pagine di MicroMega, né
dai solerti "megafoni" degli interessati.
SANSA DA
SEMPRE UN PERSONAGGIO SCOMODO
Ora si
torna a parlare di edilizia che scotta per un curioso caso sollevato da due
parole pronunciate nel corso di un dibattito a Savona di Legambiente, da
Adriano Sansa, ex sindaco di Genova, oggi presidente del tribunale dei minori
che parlando del grattacielo Fuksas e del progetto della Margonara ha usutato
due parole ("presenze inquietanti") nel contesto di un discorso assai critico
sull'operazione immobiliare in questione.
Burlando ha
preso la palla al balzo, dicendo che se un uomo col ruolo istituzionale di
Sansa pronuncia quei termini occorre andare a fondo. "Prima che la pratica
passi in Regione - sostiene Burlando - è opportuno chiarire ogni dubbio".
Ma c'è
anche chi vede dietro la strombazzata presa di posizione dell'ex ministro dei
Trasporti ed ex sindaco di Genova, un tentativo di "resa dei conti" con lo
storico rivale-Sansa, al quale verrebbe addebitato il ruolo di suggeritore del
mosaico costruito abilmente nel servizio di MicroMega. Non solo, uno degli
autori, Ferruccio Sansa, è figlio del giudice. E ancora, la confidenza di un
alto esponente della stessa giunta Burlando il quale ebbe a dire:"Sappiamo da
chi arriva l'attacco, chi l'ha ispirato in alcuni passaggi, è una vigliaccata,
qualcuno sarà chiamato a pagarne le conseguenze".
NEL MIRINO
FINISCE ANCHE ANTONIO RICCI
Da Savona
ad Albenga dove si è aperto un altro fronte, forse ancora più clamoroso e ricco
di sorprese. La notizia arriva da " La Stampa " di mercoledì 27 giugno che "spara" a
tutta pagina (6 colonne) due servizi di Angelo Fresia. IL Secolo XIX, invece,
"minimizza": due colonne e poche righe.
Si parla,
delle denuncia-querela, presentata da Franco Bellenda, presidente di Arte di
Savona (Agenzia regionale per il recupero edilizio, ex Iacp), ma anche
presidente di "Progetto Ponente srl", società con maggioranza di capitale
pubblico, partecipata da un gruppo controllato da finanziarie lussemburghesi
che fa capo ad Andrea Nucera, uno dei maggiori imprenditori savonesi, con
vari interessi nell'edilizia e settore alberghiero, ma non solo, ex assessore
al Comune di Ceriale dove abita, con il fratello Luca e la sorella Monica. Va
detto che i Nucera junior non sono mai stati toccati da inchieste, semmai
possono vantare alcune amicizie di ferro con esponenti politici di destra,
centro e sinistra. Ma questo non è reato, né disonorevole.
Semmai ciò
che fa discutere, dopo gli ultimi sviluppi, è la decisione di un ente pubblico
(Arte), attraverso la sua controllata "Progetto Ponente", di querelare Ricci,
un big dell'informazione nazionale (Striscia La Notizia è arrivata a
superare gli 8 milioni di telespettatori), facendo informazione senza
riverenze, soprattutto giornalismo di inchiesta, oggi sempre più un'eccezione.
E questo
nonostante la cappa di un gruppo che fa capo al re del conflitto di interessi,
Silvio Berlusconi.
Se si
arriverà al processo, soprattutto al dibattimento, sarà uno "spettacolo" non
solo da non perdere, seguitissimo, ma dove ne vedremo delle belle, come si suo
dire. Da una parte la corazzata di Ricci, con tanti sostenitori ad Albenga ed
in Italia, dall'altra la corazzata di Bellenda-Nucera.
LO SCHIERAMENTO
"PRO" E "CONTRO" LE TORRI INGAUNE
Fino a
questo momento gli unici ad aver preso ufficialmente posizione a favore del
progetto sono stati i socialisti di Albenga, capeggiati dal segretario
cittadino, dottor Mauro Testa che è anche direttore di Arte e già direttore
dell'Iacp ai tempi di Teardo.
Il 7 aprile
sul Secolo XIX, l'assessore all'urbanistica, Vincenzo Damonte, geometra, ora
avvicendato da Franco Vazio, avvocato, a Luca Rebagliati, dichiarava: " Credo
che costruire edifici alti possa significare lasciare più spazi liberi e che
una torre moderna accanto al ponte rosso, se ben realizzata, possa essere di
completamento alla parte antica della città. Chiaramente deve essere un
edificio di altissimo livello, un'opera all'avanguardia".
Il primo ad
aprire il fuoco era stato il dottor Carlo Tonnarelli, consigliere Verde di
maggioranza: "Sono contrario, i danni che stiamo facendo al paesaggio sono
irreparabili e in quella zona ci sarà da valutare il discorso archeologico,
perché il sottosuolo tra le mura e il fiume Centa è ricco di reperti".
L'11 aprile
Il Secolo XIX, con Daniele La
Corte , svela nel suo complesso il progetto e con una serie
di dichiarazioni tutte positive, gli dà il benvenuto. Il progettista non ha
dubbi, scrive il giornale: "L'opera si integrerà senza problemi con il
centro storico, con il verde di Piazza del Popolo, la modernità del ponte
"Viveri"...per diverse volte ho visitato Albenga per rendermi conto di come poter
intervenire, senza sovvertire le sue bellezze naturali, il suo status di città
monumentale".
Non solo,
Il Secolo precisa che l'intenzione del progettista sarà "un'economia di
integrazione a commercio, artigianato e agricoltura". C'è di più "anche un
albergo di lusso per dare finalmente un'immagine nuova della città che permetterà
di far convivere senza problemi la realtà del passato, quella del presente e
quelle del futuro".
Il 12
aprile, La Corte
, intervista il Soprintendente per i beni ambientali della Liguria, Giorgio
Rossini, il quale appare molto cauto e non si sbilancia più di tanto. Ma
l'esordio del servizio lascia pochi dubbi: "L'idea di veder nascere quattro
nuove torri lascia qualcuno perplesso, ma moltissimi (sic!) sono entusiasti...E'
il sogno che esce dal cassetto, che vede parte della vecchia Albenga proiettarsi
nel nuovo per conquistare un'ulteriore fetta di mercato, puntare sempre più sul
terziario e guardando al turismo che è elemento trainante insieme
all'agricoltura".
Lo stesso
12 aprile Franco Bellenda, ex esponente Dc, ex amministratore Asl, un credito
di personaggio pubblico da "mani pulite", sullo stesso Secolo XIX, diretto in
provincia di Savona dal genero Roberto Sangalli, per aver sposato la figlia,
avvocato nel più avviato studio legale savonese Marson; Bellenda, dicevamo,
spiega con molta chiarezza perché Arte Savona intende portare avanti quel
progetto, "consentendo al Comune di Albenga, l'acquisizione gratuita di tutta
la parte storica del vecchio immobile ospedaliero. L'alternativa - chiarisce
Bellenda - è lasciare l'attuale situazione, sia volumetrica, che estetica senza
alcun miglioramento per la città. Si tratta di una proposta che previe le
valutazioni di tutti gli enti istituzionali preposti potrebbe inserirsi
positivamente in un contesto di notevole pregio storico ed urbanistico
rappresentando un efficace collegamento tra la città vecchia e la città nuova".
Il 18
aprile, La Corte
intervista il sindaco Antonello Tabò: "Il momento è storico. La realizzazione
del progetto delle quattro torri al posto del vecchio ospedale è condiviso
dalla totalità della maggioranza che mi sostiene. E' chiaro che stiamo
cambiando il volto della città."
ESPLODE LA BOMBA DEL FUSTIGATORE
Il 22
aprile, La Stampa
, con Angelo Fresia, a tutta pagina spara: "Le quattro torri? Un insulto alla
città. Antonio Ricci boccia l'impatto violento del progetto che riguarda il
vecchio ospedale". Nel sommario: "Il più illustre degli ingauni è pronto
a guidare la mobilitazione". Poi alcune frasi: "Se questo grattacielo verrà
costruito sarebbe avere una bella torta con la panna con una cacca in cima.
Bisogna mobilitarsi, ormai c'è una trasversalità dei comitati d'affari, alla
quale bisogna porre un limite con la trasversalità delle persone che non
accettano questi scempi. Colpire gli albenganesi nel centro storico è come fare
del male alla loro mamma. Non sono contro le costruzioni per partito preso, ma
nelle zone degradate da edifici vergognosi, bisognerebbe mettere le foto di chi
le ha costruiti, promossi e di chi ci ha mangiato sopra, in modo che i figli e
i nipoti si possano vergognare di loro".
Luca
Rebagliati lo stesso giorno, titolo a 3 colonne L'ironia di Ricci:
"Avremo le torri del Mangia Mangia - Un atto di terrorismo nei confronti della
storia millenaria di Alberga", raccoglie lo sfogo dell'autore televisivo che
vive ad Alassio: "E' un'impostazione fascista che schiaccia le torri antiche e
devasta il centro storico. Quando ho letto la notizia del progetto credevo di
essere su "Scherzi a parte", ho telefonato a tutti e purtroppo mi hanno
confermato che era vero. E' una taroccata a livello primordiale. Albenga non
merita questa arroganza e prepotenza, una cosa così turpe. Albenga ha la sua
unicità, tipicità fatta di un centro storico assolutamente unico, di musei, di
cultura e di una bellezza in gran parte non espressa...In questo caso l'arroganza
e l'ignoranza si uniscono all'avidità. Questa non è altro che una speculazione
edilizia".
Il giorno
25 aprile La Stampa
rincara la dose, trasformandolo in un "caso nazionale", nelle pagine nazionali
del quarto quotidiano più diffuso in Italia. Il direttore Giulio Anselmi manda
un inviato, Mario Baudino. Il giornale esce con questo titolo: "Il sacco di
Albenga. L'ombra di un grattacielo a quattro guglie sulle antiche torri".
E anche la
prima sorpresa, il sindaco Antonello Tabbò, Margherita, da tutti considerato un
galantuomo, inizia la retromarcia: "Non c'è niente di deciso, siamo ai
preliminari...".
Quindi
altre reazioni. Vittorio Sgarbi, ex sottosegretario del governo Berlusconi,
ottimo conoscitore di Albenga, annuncia di essere solidale con la battaglia di
Ricci. Seguono i "no" dell'Osservatorio pubblico per il monitoraggio del
territorio, del Centro Pannunzio, col presidente nazionale Pier Franco
Guaglieni, del consigliere dell'Ulivo, Gianni Ballabio, di Rosa Bellantoni e
l'assessore Giuseppina Verazzani, di Andrea Lamberti (Italia Nostra) che
definisce l'operazione torri "uno stupro, la solita speculazione". Contraria
anche Rosy Guarnirei (Lega Nord) e Alberto Delfino (Forza Italia): "Si può
pensare a qualcosa di utile per la cittadinanza e redditizio per i privati, ma
sicuramente non a quattro torri nel centro storico".
Si dicono
invece favorevoli Tullio Ghiglione (socialisti), Franco Vazio (Ds,vice sindaco
e ora con delega all'urbanistica). Contrario anche Gino Michero, per anni
consigliere comunale della sinistra storica, presidente dell'associazione
"Fischia il vento". Da Milano altri due "no" che pesano: Philippe
Daverio, critico d'arte e conduttore televisivo e Mario Magnifico, direttore
generale del Fai, fondo per l'ambiente italiano.
I
commercianti ingauni, con Lorenza Giudice, sollecitano il sindaco ad
organizzare un'assemblea per "fornire alla categoria che rappresento i dettagli
del progetto".
Il 29
aprile il sindaco rompe ogni indugio ed annuncia ( La Stampa titola a sei colonne
a piena pagina): "Tabbo ha deciso, no alle quattro torri". Tonarelli critica il
vice sindaco Vazio "La vicenda è stata gestita male, a partire dalle
esternazioni di Vazio, perché il gruppo avversario alle torri stava diventando
ogni giorno più numeroso".
Fino alla
querela di Bellanda dei giorni scorsi: "...Antonio Ricci più volte, sui
quotidiani locali, diffamava "Progetto Ponente srl", affermando tra l'altro che
tale progetto era frutto di avidità, di speculazioni, di un comitato d'affari,
che le torri progettate andavano denominate "Mangia Mangia"...trattasi di vere
e proprie gravissime ingiurie e strumento di palese illegittima diffamazione.
Il progetto può piacere e non piacere, ma costituisce palese violazione
dell'immagine e dell'onore della Progetto Ponente e dei suoi amministratori
affermare, come ha fatto Ricci, che il progetto sia il frutto di condotte
non trasparenti e comunque non conformi ai fini che questa società persegue per
statuto".
Antonio
Ricci che, con il suo "Striscia" di battaglie giudiziarie per
diffamazione e richiesta danni né ha una lunga collezione, ha commentato
mettendo in rilievo il fatto che sia stato querelato solo lui e non autori ed
editori di giornali che hanno riportato le sue dichiarazioni. Strategia legale,
oppure una scelta mirata? E con qualche interrogativo in attesa di risposta, se
ci sarà.