I DATI, LA DELIBERA E L'ARTICOLO DI GIGLIOLI
Dopo quanto avevamo pubblicato e documentato ampiamente, Pino Giglioni su "Il Fatto quotidiano" torna sulla questione dei soldi pubblici spesi per gli spot "istituzionali" in Liguria che hanno invaso giornali, siti e televisioni locali durante l'ultima campagna elettorale. Questa volta si parla dei soldi pubblici stanziati dalla ASL 3, ovvero dal bilancio della sanità gestito dall'amministrazione (nominata dalla Giunta Burlando con un abile trucchetto per aggirare la Legge) della ASL stessa...
E pensare che Marco Travaglio, in uno dei passaparola pre-elettorali, aveva lodato Claudio Burlando... forse gli sono sfuggite queste "bazzecole" del grande alleato di Antonio Di Pietro che è tornato a governare la Regione Liguria, garantendo all'Idv la vice presidenza della Giunta.
Giglioli fortunatamente guarda ai fatti e non agli amici del "gerundio" governatore della Regione che sta usando le casse pubbliche per garantirsi il consenso oltre che per allungare la lunga mano sugli editori, così da poter far valere - se lo ritiene - il ricatto di rivedere la distribuzione pubblicitaria sulle diverse testate, se qualche editore non dovesse accontentare qualche suo desiderato. Ecco il riepilogo dei soldi stanziati e spesi dalla Asl, la delibera della Asl 3 ed in coda l'articolo di Giglioli.
UN ESTRATTO DEI DATI UFFICIALI:
Primocanale 138.000
Publirama (Il Secolo XIX) 68.000
Telenord 36.000
City Gold 36.000
Telecity 12.000
Telegenova 12.000
Corriere Mercantile 10.000
Il Giornale 10.000
Mentelocale 8.500
Maxischermo Palazzo Ducale 6.000
Gazzettino Sampierdarenese 4.500
Televideo Rai 4.000
Corriere di Sestri 3.000
Genova Medica 3.000
Genova Dove 2.200
La Repubblica 1.800
TOTALE PARZIALE 359.800
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04.05.2010 - Il Fatto
Spot Asl per Burlando
L'azienda sanitaria Genova 3 investì 640 mila euro in pubblicità durante la campagna elettorale
di Pino Giglioli
Seicentocinquantaquattromila euro spesi da una Asl per le attività di comunicazione, di cui almeno 359.000 finiti a televisioni e giornali liguri per programmi televisivi e spot. Ancora: pubblicità definita istituzionale che, però, come ammette Renata Canini, direttore generale della Azienda Sanitaria 3 Genovese, è terminata "alla fine di marzo", due giorni dopo le elezioni regionali in cui il governatore Claudio Burlando è stato riconfermato. Infine: pubblicità che, secondo l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) interpellata dal Fatto, "è vietata dalla legge sulla par condicio". Dopo le polemiche per il buco da 70 milioni di euro emerso nei conti della Sanità ligure appena passate le elezioni, la giunta ha un'altra gatta da pelare.
"Tutti i liguri hanno visto quegli spot che inondavano televisioni e giornali in campagna elettorale", attacca Luigi Morgillo (Pdl), "Era una pubblicità che magnificava l'operato della Regione. Spot pagati con soldi pubblici, peggio, con denaro della sanità. In un momento in cui le Asl liguri stanno facendo tagli ai servizi per i malati. Mentre mancano i fondi per apparecchiature essenziali. E' uno scandalo che si aggiunge al milione e mezzo di euro in pubblicità cosiddetta istituzionale che la Regione Liguria ha trasmesso fino a poche settimane dalle elezioni e che a molti parevano spot elettorali pagati con soldi pubblici".
Certo, Morgillo sta all'opposizione. Il Fatto, però, si è procurato le delibere della Asl 3. Impresa non facile, perché, mentre il precedente direttore generale Alessio Parodi aveva messo online le delibere di spesa, l'attuale direttrice, Renata Canini - persona di fiducia di Burlando e dell'assessore alla Sanità, Claudio Montaldo - ha preferito non renderle pubbliche. Alla fine, però, eccole le delibere in questione, a cominciare dalla 1597 del 24 dicembre 2008: "Piano di comunicazione 2009". L'ammontare della spesa prevista è di 654.420 euro. Dalla prima derivano decine di delibere "figlie", anch'esse introvabili sul sito. E' un'alluvione di contratti con tutti i giornali, le tv e le radio locali. Emerge così, dagli atti che il Fatto ha consultato, che una televisione genovese ha percepito 138.000 euro. Certo, ci sono programmi sulla salute, ma anche tanti spot. Così ancora 36.000 euro per altre emittenti che si impegnano a mandare in onda 1.090 passaggi televisivi. I giornali percepiscono da 68.000 a 1.800 euro. Ci sono tutti, dal Giornale della famiglia Berlusconi alle pubblicazioni di quartiere.
Ma per non trarre conclusioni affrettate, servono dei confronti. Il precedente direttore della Asl 3 aveva dedicato alla comunicazione su giornali e televisioni meno di 15.000 euro. Un caso? Meglio fare un confronto anche con le Asl delle altre regioni: in Emilia un'azienda di dimensioni analoghe dichiara di aver speso per spot circa 50.000 euro in dieci anni e di produrre in proprio i documenti da fornire - a costo zero - ai mezzi di comunicazione. In Toscana le Asl più grandi dichiarano una spesa pari a "zero". Tutta la comunicazione è affidata alla Regione che in un anno - per una popolazione più che doppia rispetto alla Liguria - spende cifre simili alla sola Asl genovese. In Piemonte le asl spendono "al massimo poche decine di migliaia di euro".
Qualcuno fa notare un'ulteriore anomalia. L'Autorità Garante (Agcom) afferma: "La legge del 2000 dice che le amministrazioni non possono fare comunicazioni nei 45 giorni che precedono le elezioni". Di più: negli spot parla e compare la Canini, mentre la legge vieta le comunicazioni in "forma personale".
C'è un ultimo punto: gli spot hanno avuto talvolta un peso non indifferente sui bilanci dell'editoria locale. Attilio Lugli, presidente dell'Ordine dei giornalisti ligure, annuncia: "Verificheremo caso per caso se le pubblicità rispondevano alla legge".
Ma che cosa dice la Regione Liguria? Burlando e Montaldo, interpellati dal Fatto, preferiscono lasciare la parola alla direttrice della Asl, Renata Canini. Che risponde: "E' una spesa permessa dalla legge Frattini del 2002. Ci è sembrato giusto dare pubblicità alle nostre attività per aiutare i cittadini". Ma perché farlo a pagamento, visto che nelle altre regioni le Asl lo fanno gratuitamente con comunicati stampa? "Volevamo essere più efficaci e abbiamo fatto contratti con tutti i giornali". Ma il divieto previsto all'articolo 9 della legge per le elezioni? "Non sono d'accordo", taglia corto Canini. Infine la domanda più scottante: ma perché gli spot sono andati in onda solo fino ai giorni delle elezioni regionali? "E' un caso, i contratti sono terminati a fine marzo"