Il neo procuratore capo di Genova, Di Lecce, come ci era stato anticipato, entro fine aprile, ha proceduto a togliere la delega di coordinatore della DDA al procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico. Una decisione "quasi automatica" ma non "automatica" come si vorrebbe far pensare. Scolastico afferma che è una prerogativa del procuratore capo coordinare la Dda e quindi è tutto normale... Tanto è vero che, per fare due esempi, Caselli a Torino non ha tenuto a sé la delega ma l'ha data al Proc. Agg. Ausiello, a Milano Bruti Liberati l'ha data al proc. agg. Ilda Boccassini. Quindi poche storie. La delega di coordinamento della DDA di Genova gli è stata tolta e l'ha assunta il Procuratore capo. Su questa scelta noi esprimiamo piena soddisfazione. Di seguito pubblichiamo gli articoli de Il Secolo XIX sulla vicenda e, da subito, rispondiamo all'intervista del Proc. Scolastico del 1 maggio 2012...
Prima novità dal savonese e, nel frattempo, ecco qui (in formato .pdf) il e parte della sua ciurma [ per i passaggi salienti dell'ordinanza vedi qui passaggi salienti dell'ordinanza vedi qui, per la notizia dell'arresto con i link alla storia del FAMELI clicca qui] Sempre sul FAMELI, da quanto abbiamo saputo (vista l'età, visto il sequestro dei beni e lo stop ai professionisti e prestanome principali che non gli permetterebbero la reiterazione del reato) potrebbero essergli stati concessi i "domiciliari" presso un appartamento in affitto, già da venerdì sera scorso (oppure questa, dei domiciliari, è una voce fatta circolare dai suoi familiari per far credere che tutto sia a posto, visto che fonti delle Autorità, ci confermano invece che sarebbe ancora in gattabuia... ovvero dove merita di stare il FAMELI Antonio)...
Leggendo le carte relative all' Operazione "CARIOCA" che ha portato all'arresto del boss Antonio FAMELI ( vedi qui), si ha conferma di quanto abbiamo segnalato e denunciato alla Procura di Savona ed anche di quanto andiamo dicendo e scrivendo da molto tempo.
Tralasciando la cronologia degli esposti e delle segnalazioni che abbiamo prodotto in merito alFAMELI e la sua ciurma, partiamo da quello che segnalavamo in data 3 agosto 2010... in poche parole: "il marito dell'avvocato Claudia MARSALA (civilista di FAMELI) è un agente... Pierluigi STENDARDO, considerato il "figlioccio" del FAMELI. Lo STENDARDO avrebbe un ruolo di rilievo nell'ambito dei tentativi di agevolazione del FAMELI oltre che essere, con la stessa MARSALA, in contatto con il coll. RICCIO." Tale rapporto con lo STENDARDO e la MARSALA (imparentati con il coll. RICCIO) sono confermati dall'Ordinanza a carico del FAMELI e ciurma. Così come altri... così come praticamente tutti i rilievi che avevamo mosso sia pubblicamente sia nelle denunce, a partire dalle società estere e dalla rete di prestanome e collaboratori nelle attività illecite. Si parla anche dei rapporti tra il FAMELI ed il Procuratore Vincenzo SCOLASTICO (voci che erano già emerse e che trovano ora un riscontro nelle intercettazioni e negli Atti dell'inchiesta). Si palesa il ruolo attivo e compartecipe dell'avv. Giovanni RICCO (legale comune al gruppo del GULLACE ed a quello dei FOTIA) che avevamo inidicato con chiarezza alla Procura [l'Avv. Giovanni RICCO è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti]. Vi è poi la conferma del legame del FAMELI con Carmelo GULLACE ed i suoi uomini, visto che nei fatti indicati in Ordinanza vi sono il cugino Antonio PRONESTI' ed il Fabrizio ACCAME. Ma come detto andiamo con ordine...
Era il 16 dicembre 2011 quando pubblicavamo un lungo articolo dal titolo “Ma diamo così fastidio? Pare di sì...”. Oggi scopriamo che è stato posto sotto sequestro, senza notifica né al responsabile del sito e Presidente della Casa della Legalità, né agli altri componenti dell'Ufficio di Presidenza. Cosa vi era in questo articolo lo analizzeremo punto per punto di seguito, ma prima alla Procura di Torino vorremmo ricordare che il diritto di illustrare fatti, così come esprimere legittime critiche ed osservazioni è un diritto costituzionale che si può esercitare anche rispetto a magistrati! Nessuno è “più uguale” degli altri davanti alla Legge... quindi perchè ogni qualvolta si pubblicano articoli su fatti, con osservazioni legittime (senza mai insulti o offese di qualunque genere) e critiche di merito o su questioni di opportunità, relative a magistrati in servizio a Genova la Procura di Torino procede nel richiedere sequestri preventivi volti ad oscurarli?
A questo punto, domandiamo alla Procura di Torino: avete verificato i fatti indicati e criticati di quegli articoli? Se sì, essendo corrispondenti a fatti reali perché oscurarli? Se no, perché prima di disporre l'oscuramento non si è verificato che si parlava di fatti reali?
Ed ancora: la Procura di Torino ha proceduto a sequestri per querele di LANDOLFI Alberto e SCOLASTICO Vincenzo fatte alcuni anni fa; in un caso (LANDOLFI) il GIP ha restituito gli atti alla Procura non accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio a carico del Presidente della Casa della Legalità; poi è calato il silenzio e non è stato avviato manco mezzo dibattimento, bensì si sono oscurate le pagine del sito. Se c'erano “evidenti” elementi per il sequestro preventivo come mai nessun dibattimento si è aperto?
Ma andiamo avanti: abbiamo fatto una denuncia sulla diffamazione ai nostri danni a carico del LANDOLFI, come mai non si sa nulla su questa? E come mai in via “preliminare” non si è oscurato tale suo intervento? Forse perché noi siamo umili cittadini e non magistrati?
Ed ancora: abbiamo presentato una denuncia sulla fuga di notizie relative a indagini “riservate” ed aperte, coperte da segreto istruttorio, che ha arrecato danno all'indagine seguita dalla DIA ed ovvio vantaggio per l'indagato Carmelo GULLACE, boss a capo della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE nel nord ovest del Paese, soggetto che ha presentato denunce contro di noi difendendo sia LANDOLFI che SCOLASTICO. Che fine ha fatto questa denuncia? Vorremmo sapere se la celerità vi è solo per i “sequestri preventivi” (a cui poi non segue nemmeno il dibattimento) a nostro carico o c'è per tutto e tutti. Sì, ci teniamo a saperlo, anche perché la situazione in Liguria continua ad essere preoccupante...
Sul Fereggiano, per un progetto di Claudio Burlando nella veste di Commissario Delegato della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Protezione Civile, si sono spesi negli ultimi anni, quantomeno, 10 milioni di euro. Soldi stanziati dalla "Protezione Civile". Ma non sono stati usati per allargare l'alvero del torrente. Nemmeno per eliminare le strozzature causate dai palazzi nel greto e sulla sponda (solo un parziale intervento è stato effettuato in merito a questo problema). Men che meno per pulirlo, liberando l'alveo da arbusti, frane e detriti vari. Il lavoro per la "messa in sicurezza" è stato quello di tombinare un ampio tratto del torrente e realizzarvi sopra dei bei parcheggi () ed un area gioco per bambini (due di loro non potranno più giocare sono morti nell'alluvione!). E' subito a valle di questa nuova "copertura", che completava quella di Largo Merlo, che la furia dell'acqua ha esondato causando il disastro e morte... E chi ha eseguito i lavori per questo lotto che Burlando stesso annunciava () in pompa magna autolodandosi? La CO.S.P.E.F di Antonio FURFARO (nella foto con Claudio Burlando e Alessandro Repetto). Ed Antonio FURFARO lo abbiamo già incontrato perché era quello di ottimi appalti assegnati dal Comune di Genova (Giunta Vincenzi)... uno dei quali vinto con uno spaventoso massimo ribasso (vedi qui) che faceva dichiarare allo stesso FURFARO che a lui non interessava guadagnare con gli appalti, ma che questi gli servivano solo per "cambiare i soldi". E, come detto, subito a valle di quei lavori commissionati dal BURLANDO Commissario con i soldi della Protezione Civile, eseguiti dal FURFARO, si è scatenato l'inferno ed ora è emergenza. E chi lavorava proprio in via Fereggiano per l'emergenza? Ma la ECO-GE dei Mamone quella con interdizione atipica antimafia della Prefettura che gli Enti locali continuano a ignorare. Ma, anche questa volta andiamo con ordine...
Potremmo essere contenti del fatto che con quanto rivelato dalla Relazione della DDA di Genova conferma, così come quelle dei Prefetti, quanto da anni denunciamo. Soprattutto per quel filone che individua il GULLACE “Nino” Carmelo come “referente” della potente cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE in tutto il nord-ovest dell'Italia, e che, con entrature e complicità politiche che partono dalla Calabria, ha costruito un impero di imprese, con fulcro il savonese, capace di inquinare economia e territorio. Potremmo essere contenti ma non lo siamo...
Il Procuratore Scolastico pare vada solo lodato e guai ad osare criticarlo. Poco contano i fatti, l'attinenza alle notizie e la veridicità e fondatezza delle stesse... quando si tratta del Procuratore Scolastico o lo si apprezza o si deve tacere secondo alcuni suoi colleghi a Torino. Proprio come per lo stacanovista - già censurato dal CSM - dott. Alberto Landolfi (leggi qui). Ma veniamo al dunque, con ordine e precisione. Partendo dall'oggi, perché anche gli ultimi eventi ci dicono molto...
Il dott. Vincenzo Scolastico a seguito di quanto abbiamo scritto ha presentato formale querela per diffamazione. Non ha mai voluto rispondere alle questione da noi poste, e non ha mai mandato alcuna replica o rettifica in merito... ha querelato punto e basta.
Noi non abbiamo mai offeso lui e mai e poi mai abbiamo posto questioni che riguardino la sua vita privata. Non abbiamo mai avuto intenzione di offenderlo, ma abbiamo posto questioni, cioè fatti che riguardando l'attività promossa nella sua funzione di magistrato con funzioni direttive (prima Procuratore Capo a Savona, poi Procuratore aggiunto a Genova come e coordinatore della DDA, in ultimo facente funzione di Procuratore Capo sempre a Genova).
Criticare l'operato di un magistrato con tali funzioni rientra nel diritto di critica sancito dalla Costituzione, così come porre questioni che riguardano valutazioni e scelte compiute da un magistrato con responsabilità direttive rientra nella facoltà di critica, proprio come avviene per ogni altro soggetto di rilievo pubblico... Oppure i magistrati sono esenti da critiche, documentate, rispetto al proprio lavoro? Criticare non significa mancare di rispetto, ma solo porre l'attenzione su alcuni fatti.
E cosa abbiamo posto noi? Questioni sui fatti e circostanze che hanno visto protagonista non la persona, ma il magistrato Vincenzo Scolastico. Su queste questioni si dovrebbe dare risposta, segnalando eventualmente gli errori di valutazioni o, se vi sono, imprecisioni, così da poter offrire all'opinione pubblica ogni elemento utile a conoscere la verità dei fatti, così come i motivi di alcune valutazioni...
E' questa la domanda che poniamo perché la situazione appare sempre più surreale. Il CSM con vice presidente Vietti (laico dell'Udc) ha deciso di promuovere l'ennesimo (è il settimo) procedimento disciplinare nei confronti di Adriano Sansa perché ha definito, in un assemblea aperta dell'ANM, un "gaglioffo" il Ministro della Giustizia Angelino Alfano. Lo stesso CSM che considera meritorio di procedimento disciplinare una chiara espressione della libertà di pensiero e di critica, non procede però su una situazione devastante della magistratura ligure che continua a minare la credibilità, l'efficienza e l'autorevolezza della Magistratura stessa. Pare infatti che la Magistratura in Liguria possa, quindi, con tranquillità negare Giustizia (e così facendo alimentare il rafforzamento dell'illegalità politica, economica ed anche mafiosa), ma, in parallelo, un magistrato (cioè un cittadino), non possa affermare il principio costituzionalmente riconosciutogli della critica e del dissenso, che tra l'altro è esclusivamente finalizzato ad evidenziare i mali della Giustizia e della sua Amministrazione e quindi mettere in guardia dai rischi conclamati per lo Stato di Diritto...
Ebbe sì, ancora una volta, Genova si dimostra "straordinaria", proprio come recita il nuovo slogan coniato della Giunta di Marta Vincenzi (con un paladino dell'antimafia di partito, quale Nando Dalla Chiesa, al fianco fedele).
Tra gli appalti assegnati nell'estate scorsa (ovvero a seguito dell'esplodere delle inchieste sui MAMONE, che ha portato - a luglio - al provvedimento interdittivo "atipico" del Prefetto di Genova Musolino sulla principale società della famiglia MAMONE, provvedimento puntualmente ignorato dalle amministrazioni e società pubbliche genovesi, basti vedere tra i lavori per l'emergenza alluvione di Sestri Ponente dell'ottobre scorso) ve ne sono due che non attenzionare sarebbe un peccato. Ed è per questo che abbiamo inviato a chi di dovere una dettaglia comunicazione in merito ed ora ne parliamo anche qui.
Non si tratta di spiccioli. Uno è l'appalto per le manutenzioni straordinarie messe in campo dalla Giunta comunale per i marciapiedi Bassa Val Bisagno, Val Bisagno e Val Polcevera (per un valore di 792.265 euro oltre ad Iva... L'altro è l'appalto per il POR della Maddalena (quello nel rione dove - in parallelo a questi splendidi appalti - "Libera" ha promosso con la stessa Giunta la campagna "Libera la Maddalena"... sic!) con una base di gara da 1.235.008,08 euro. Il primo è quello ad una ditta che è stata interdetta a Reggio Calabria per un inchiesta della DDA coordinata dal Procuratore Pignatone e l'altro ad una ditta "genovese" che partecipa alle gare con ribassi folli perché per a loro serve (e lo dice il titolare!) non per guadagnare con l'appalto ma per "cambiare i soldi"...
Entriamo quindi nel merito delle gare e dei protagonisti...
Ebbene sì, dopo mesi e mesi in cui l'Onofrio GARCEA è latitante (perché alla DDA di Genova non gli pareva potesse scappare visto che non aveva preannunciato tale intenzione, sic!) ci è resi conto che forse non è male far scattare il sequestro dei beni, tra cui il bar Go di Sestri, seguito dal figlio Davide. Infatti se si vogliono bloccare le fonti di sostentamento ad un latitante si deve, come prima cosa, aggredire il patrimonio suo e dei familiari a questo affini e legati. Noi avevamo sollevato la questione e quindi non possiamo che guardare positivamente all'azione effettuata dai ROS, ma il problema della gestione della questione da parte della DDA di Genova, ed in particolare del procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico, continua a non convincerci. Infatti il ritardo del provvedimento di sequestro, adottato solo ora (cioè dopo oltre 3 mesi, visto che l'Ordinanza di custodia cautelare è del 23 luglio!!!), è già gravissimo, e poi, nell'ordine:
- vi sono altri esponenti noti, molti dei quali citati nell'Ordinanza, che non sono stati minimamente toccati da alcun provvedimento, ed anzi sono liberi di agire e continuare nelle attività illecite;
- vi sono tutti i soggetti relativi ai contatti politici ed imprenditoriali del Garcea (a Genova, in Liguria come anche nella zona di Torino) che se il Garcea non viene preso possono continuare a dormire sonni tranquilli e perseguire negli accordi presi con il Garcea stesso o chi per lui;
- il patto mafia-politica, di cui il Garcea è un maestro, per la norma vigente dovrebbero essere scandagliati sino al dettaglio minimo, e perseguiti, come indica anche la giurisprudenza, anche se non è stato consumato il cosiddetto "ritorno" conseguente al patto... ma su questo la DDA di Genova appare si guardi bene dal procedere.
Il figlio Davide, dal Bar Go di Sestri Ponente, certamente non ha perso i contatti con l'Onofrio (anzi!) che, ben protetto dallo scudo dei politici ed amministratori pubblici, non si è nemmeno, crediamo, allontanato molto dai suoi abituali luoghi... soprattutto considerando il controllo del territorio che tra il ponente di Genova, i quartieri della Valpolcevera, ma anche la zona del boss Gangemi, le famiglie 'ndranghetiste continuano ad avere, anche grazie alle coperture di pezzi importanti dei settori di controllo. Ed allora, prima di riportate -di seguito - il comunicato integrale dei Ros sul sequestro dei beni, ecco un nostro appello, in calabrese, al figlio di Onofrio Garcea, ovvero al Daviduzzu: Daviduzzu cunsegnanni a pattrita. Unn'ha di certu lassatu jiri i rapporti cu li cumpari e vistu ca quantu prima u piamu, megliu mu n'aiuti almeno tu. Quannu furni a latitanza du sgarru u pua videre allu carcere. Tu piansi ca nua ni mbuccamu ca Onofrio un parra cuù tia, cuù mammata e culli cumpari soi? Ragannillu... Cacciali fhora sti cujuna, si picciulu, collabora e cangia strata!
U sai tanto ca un vi putiti cuviriri arretu politici e arretu i cumpari di l'impresi, ormai un teninu chiù juarni. Tu ù sai duvi s'ammuccia, 'ntra quali grubbura da Genova. Dicinillu.. Fhanni vidiri cà nascisti masculu e ca nun ti spagni! Fannillu vidire st'onore ca t'avvanti e lassa jiri u pisciaturu d'Onofrio! [Daviuduzzu dai retta all'appello, se non consegni il papino dovremo tornare per le vie di quelli che consideravate "vostri" quartieri e diffondere l'appello anche su carta... noi non molliamo l'azione "terra bruciata intorno ai mafiosi". Chiaro?]
Continua e leggi il Comunicato Stampa del ROS di Genova...
Il 4 ottobre scorso con Varazze in provincia di Savona (dove vi erano due criticità causate in un versante dagli omessi interventi a seguito degli incendi e sull'altro a seguito invece di lavori di scavo e costruzione con operanti la società del clan Pellegrino e quella della famiglia Fotia) anche il ponente di Genova è stato colpito. Non solo è stato il caso di Arenzano e Cogoleto con i resti tossici al cromo della Stoppani - come documentato da Molinari su Savonanwes - ma vi è stato anche il caso clamoroso delle terre a valle di Scarpino, ovvero a valle dell collina della discarica...
Abbiamo espresso pesanti critiche sul pm Alberto Landolfi (poi trasferito a Monstar, dopo un passaggio lampo alla DDA di Genova) e sul proc. Vincenzo Scolastico (presentato sino all'altro ieri come coordinatore della DDA di Genova ma che dal sito del Csm non è più nella DDA di Genova, tanto meno come coordinatore). Nei giorni scorsi abbiamo appreso che in loro difesa qualcuno ha preso carta e penna ed è quindi giusto che si riportino a tutti questi passaggi di un noto conoscitore della realtà savonese, così che anche il CSM li possa conoscere ed integrare per gli eventuali procedimenti aperti. Chi ha scritto in difesa di Landolfi e Scolastico e della loro passata attività nella Procura di Savona è niente meno che il boss della 'ndrangheta Carmelo Gullace...
Quello che abbiamo pubblicato non è proprio una "bazzecola", ma non è giunta alcuna risposta, replica o smentita da parte del coordinatore della DDA di Genova, dott. Vincenzo Scolastico. Così come non è stato adottato alcun intervento da parte del Procuratore Capo di Genova o di altri. Quindi torniamo sulla questione ed a breve invieremo anche un esposto al CSM in merito a questo caso ligure (ma anche su altri di altre regioni).
La questione che riprendiamo ora è questa: in Liguria a fronte delle risultanze investigative di anni di lavoro dei reparti la DDA dell'era Scolastico è pressoché immobile (ad eccezione del pm Panichi). I fatti che abbiamo descritto esplicitavano, senza dubbio, questa situazione inquietante, che non può essere passata nell'indifferenza... e non vorremmo che per salvarsi, il responsabile, pensi di procedere con il vecchio metodo dello "scarica barile", cercando, magari, di far ricadere le proprie colpe su altri colleghi o su quei reparti investigativi che da anni la lotta alla mafia la fanno e rischiano, tanto da non potersi permettere di vagare in bicicletta...
I fatti relativi alla guida della Procura di Savona da parte di Vincenzo Scolastico ci avevano imposto di esprimere tutta la nostra preoccupazione per il possibile (e poi avvenuto) incarico allo stesso di coordinatore della DDA di Genova (leggi qui). E da quanto è divenuto coordinatore della DDA del capoluogo ligure abbiamo assistito ad alcuni fatti significativi che riteniamo degni di valutazione negli ambiti propri dell'autogoverno della magistratura (anche in considerazione che dovrebbero già essere aperti alcune pratiche disciplinari nell'ambito del CSM). Adesso un nuovo elemento, che ci sentiamo di definire inquietante, ci impone di intervenire nuovamente. Vediamo con ordine...
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