"La mafia non ci fermera'"

"La mafia non ci fermera'"

Sabato 29 Dicembre 2012 14:01 Ermanno Forte - l'Espresso
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- 19 dicembre 2012
Intervista
'La mafia non ci fermerà'
Parla Christian Abbondanza, il fondatore del movimento di denuncia contro la criminalità organizzata del centro nord minacciato dai boss. Ora comitati e semplici cittadini hanno promosso un appello perché gli venga attribuita la scorta. E intanto lui dice: 'I clan divorano qualunque cosa. Non possiamo accettarlo'

"Avviso ai mafiosi: le vostre minacce non ci fermeranno. Siete voi nel mirino". E' questo il messaggio di benvenuto che si legge aprendo l'homepage del sito di Casa della Legalità, il movimento di denuncia e contrasto alla criminalità organizzata nel nord Italia, presieduto e incarnato da Christian Abbondanza. Che, fin dalla formazione del gruppo a Genova, nel dicembre 2004, è stato ripetutamente raggiunto da minacce e intimidazioni più o meno dirette...

Un anno fa gli hanno fatto trovare un grosso topo di fogna con la schiena spezzata, a pochi passi dalla sua abitazione. "Noi, per tutta risposta, abbiamo inviato alle maggiori famiglie legate alla 'ndrangheta che opera in Liguria un paio di mutande, con un messaggio: 'Tanti auguri, perché il 2012 Dia (con la maiuscola) giustizia a questo territorio' ", spiega Abbondanza, classe 1974, ridendo di gusto "e in mutande gli auguravamo di restare, dopo qualche bella confisca". Un'altra volta, uno dei soggetti coinvolti nella grossa operazione anti-'ndrangheta, chiamata Tenacia e condotta dalla Dda di Milano, gli ha telefonato additandolo come 'responsabile morale dell'inchiesta' e avanzando l'accomodante ipotesi di 'venire lì con un mitra e fare una strage', oltre che augurargli di 'andare all'inferno'.

Dalla primavera del 2011 il presidente della Casa della legalità beneficia, su disposizione dell'ex prefetto di Genova Francesco Musolino di una vigilanza radio-collegata: pattuglie di polizia e carabinieri garantiscono una sorveglianza di base quando è a casa o partecipa a iniziative pubbliche. In questi giorni, però, due comitati cittadini del capoluogo ligure ('Liberi cittadini di Certosa' e 'Liberi cittadini della Maddalena') hanno lanciato un sul web per chiedere che Abbondanza venga protetto con una vera e propria scorta. "La vigilanza attuale non mi garantisce protezione durante i miei spostamenti, in quei frangenti sono un bersaglio facile" spiega Abbondanza. "Alcuni agenti di reparti che in passato si sono occupati di indagini sugli affari della 'ndrangheta in Liguria mi hanno confermato che corro un rischio elevato, che nelle famiglie malavitose ci si stava già muovendo per 'occuparsi di me'."

All'appello hanno aderito centinaia di cittadini 'senza etichetta', ma anche simboli dell'impegno antimafia come la parlamentare Angela Napoli e il testimone di giustizia Pino Masciari, associazioni come Emergency, e Associazione Caponnetto, personaggi come l'ex sindaco di Genova Adriano Sansa. Solidarietà ad Abbondanza era stata espressa in altre occasioni anche, tra gli altri, da Rosario Crocetta, Dario Fo, Franca Rame, Lirio Abbate. Nella richiesta dei comitati genovesi si precisa che già in passato era stata evidenziata la necessità della scorta per il presidente di Casa della Legalità (con l'appoggio dello stesso prefetto Musolino), ma che poi non se ne era fatto niente, "forse anche perché Abbondanza e la Casa della Legalità non si sono limitati ad indicare i mafiosi, ma anche chi li ha protetti - tra le Forze dell'Ordine e la stessa Magistratura - con inerzie e sottovalutazioni, quando non con più pesanti responsabilità", si legge nel testo.

Dal 5 novembre alla guida della prefettura di Genova è arrivato Giovanni Balsamo. "Finora non ho ricevuto nessun cenno rispetto alla possibilità che mi sia riconosciuta la scorta. Credo che i presupposti ci siano tutti. Soprattutto quando un boss ti fa sapere più volte che 'hai rotto la minchia' o tenendo presente che, durante alcuni sequestri e perquisizioni, i destinatari di questi provvedimenti abbiano affermato spesso e volentieri che 'è tutta colpa di Abbondanza'. E, in questa situazione, io e tutti quelli che collaborano col progetto legalitario della Casa della Legalità, siamo rimasti a lungo isolati. Ora, sta alle istituzioni fare un passo in avanti".

Ma, in concreto, che cosa ha fatto e continua a fare Abbondanza per meritare tutte queste attenzioni privilegiate? Semplice: non molla mai la presa. Fin dalla metà degli anni '90, quando organizzava spettacoli per le band musicali emergenti genovesi e si accorse che esisteva il 'cartello dei campani' che controllava i locali della città. Decise di opporsi, e non ha mai più smesso. Chi lo conosce lo definisce un database vivente. Sa tutto di decine e decine di famiglie legate alla mafia che "divora tutto", come dice lui, anche al nord. Perché studia gli atti di ogni indagine sul tema, scrive inchieste, presenta esposti alle procura e alle dda, soprattutto liguri. Di fatto, il sito della Casa della Legalità è uno dei principali e più dettagliati archivi della lotta alla criminalità organizzata, tanto da essere un riferimento importante anche per magistrati e forze dell'ordine. E, cosa più inaccettabile per gli 'ndranghetisti e più pericolosa per lui, nelle sue denunce fa nomi e cognomi. Di boss, famiglie, ma anche di politici corrotti, esponenti delle forze dell'ordine collusi e di magistrati e uffici giudiziari a suo dire "distratti o inefficienti". Il braccio operativo di Casa della legalità, a Genova, è composto da 7-8 persone, tre nel Savonese, un paio nell'Imperiese e nello Spezzino.

"Molto importante è anche il sostegno che cerchiamo di dare a testimoni o persone che vogliono denunciare: li aiutiamo a rivolgersi agli uffici giusti, e stiamo loro vicini" precisa Abbondanza. Che, oltre alle minacce, deve far fronte alla valanga di querele per diffamazione che lo raggiungono puntuali; da quelle presentate da chi è coinvolto nelle inchieste giudiziarie da lui raccontate fino a quelle avanzate dai magistrati della ex procura di Savona, da lui spesso e volentieri criticati (il pm Alberto Landolfi, che, tra l'altro, prima di un incontro con gli studenti di un liceo affermava nel 2008 che «nel Savonese, ma in tutta la Liguria, non abbiamo problemi legati alla criminalità organizzata. Esistono forse solo dei rigurgiti legati ai vincoli esistenti tra qualche famiglia ancora residente qui con nuclei malavitosi, ma senza conseguenze. L'humus caratteriale dei liguri non ha permesso a quel tipo di cultura di attecchire in queste zone»; e l'allora Procuratore Capo Vincenzo Scolastico, in primis). "Certo, mi sento un po' come Silvio Berlusconi, sommerso da udienze e processi", commenta sarcastico Abbondanza, masticando amaro "ma è il prezzo che paga chi cerca la verità".

Minacce, denunce, isolamento, una vita ormai dedicata interamente, quasi ossessivamente, da oltre sette anni, alla 'missione per la legalità' nella sua terra. E se gli chiedi chi diavolo glielo fa fare, Christian Abbondanza risponde così: "Le mafie divorano qualsiasi cosa: devastano l'economia, condizionano la pubblica amministrazione, inquinano la democrazia e l'ambiente, indirizzano le elezioni, condizionano le attività sindacali per favorire le aziende amiche, ammazzano la libertà. Non possiamo accettarlo."