L'introduzione al libro-inchiesta "Il Partito del Cemento"
Dopo la speculazione edilizia degli anni Cinquanta e
Sessanta le coste italiane sono di nuovo minacciate. A partire dalla Liguria,
il partito del cemento avanza ovunque. Non c'è bisogno di essere ambientalisti
per accorgersene. Basta andare ad Alassio o a Sestri Levante per precipitare in
una sorta di girone dantesco: migliaia di auto che circolano senza sosta alla
ricerca di un parcheggio. Oppure basta mettersi alla ricerca di una spiaggia
per fare il bagno: quei lunghi spiaggioni deserti che frequentavi da ragazzino,
tipo Bergeggi o Spotorno, sono scomparsi, di libero ci sono solo miseri
coriandoli di sabbia, tutto il resto è privato, cintato, riservato.
Allora ti viene il dubbio che qualcosa sia davvero cambiato mentre tu
dormivi. Alzi la testa e vedi che le città, i paesi, i borghi stanno ormai
invadendo le ultime colline verdi, e se quelle sono già impegnate ecco le
seconde case in riva al mare.
La Liguria è una regione che si sta estinguendo. Con la stessa inquietudine
che ci assale guardando un documentario del National Geographic sulla scomparsa
della foca monaca o dello scoiattolo rosso, si dovrebbe pensare alla Liguria
come a una specie in via di estinzione. Soffocata o divorata da un'infinita
serie di predatori.
E' incredibile come questa sottile striscia di terra abbia attirato negli
ultimi anni una molteplice concentrazione di interessi. Qui, come vedremo, sono
venute a investire le grandi banche italiane - quelle decapitate dalle
inchieste giudiziarie, ma pure altre che sono sulla cresta dell'onda -, ci sono
i più importanti gruppi immobiliari, le onnipresenti cooperative, e poi i
grandi nomi romani e milanesi della finanza e dell'industria.
Tutti qui, appassionatamente, proprio come le centinaia di migliaia di
lombardi e piemontesi che il sabato e la domenica affrontano chilometri di code
e di stress per guadagnarsi uno spicchio di spiaggia. Per i pendolari del
business però gli obiettivi sono altri. Intanto, nuove case (utili anche per
aumentare il valore dei propri titoli in Borsa) da costruire ovunque sia
consentito da un piano urbanistico comunale, una variante, un cambio di
destinazione d'uso. Ex fabbriche, ex colonie, ex macelli, oppure ex terreni
agricoli, ex terreni franosi, ex mercati, e naturalmente ex alberghi. Sparisce
una gamma di manufatti edilizi e se ne rafforza uno solo: la seconda casa.
Questo a terra. Ma anche in mare la fauna cementifera si sviluppa a ritmi
vertiginosi, come risulterà affrontando il tema dei porti turistici, quelli che
nessuno ha ormai più il cattivo gusto di chiamare porticcioli, considerate le
dimensioni delle banchine e dei natanti ospitati.
Accanto a tutto questo ribollire di operosità mettiamoci alcune grandi
convergenze politico-finanziarie sulle infrastrutture e i trasporti e il quadro
generale è, quasi, completo.