Sulle nuove bufale con cui si attacca Grasso (su DNA e pure Andreotti)

Sulle nuove bufale con cui si attacca Grasso (su DNA e pure Andreotti)

Venerdì 29 Marzo 2013 16:17 Ufficio di Presidenza
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Grasso in aula con i Pm per la sentenza d'Appello su AndreottiDopo aver smontato la montatura sulla questione "premio a Berlusconi", alcuni semplici ed oggettivi fatti per smontare le ennesime bufale riproposte per cercare di screditare Grasso ed il suo lavoro in magistratura... Dalla questione della Procura Nazionale Antimafia a quella Andreotti.

La cosiddetta legge "anti-Caselli" era, per l'appunto "anti-Caselli" e non “pro-Grasso”.
E non sta in piedi il "teorema" per cui Grasso ha "accettato" quella Legge perché era a suo vantaggio. Non sta in piedi perché una Legge (che viene fatta dal Parlamento), così come un Decreto (che viene fatto dal Governo), una volta promulgati dal Presidente della Repubblica e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, entrano in vigore. Piaccia o non piaccia la si deve applicare ed accettare. Non c'è cittadino (e nemmeno un magistrato) che possa decidere di "non accettare" una Legge in vigore. Ed una Legge è in vigore finché viene dichiarata anti-costituzionale o viene abrogata!
Ma entriamo nel merito della nomina... con quei dettagli mozzati dalle ricostruzioni degli accusatori...


Il CSM poteva procedere alla nomina del Procuratore Nazionale Antimafia prima dell'entrata in vigore della Legge “anti-Caselli”. Questo perché il Concorso era stato espletato e la Commissione dello stesso CSM aveva già individuato (con tre voti a testa) Grasso e Caselli come candidati da proporre al voto del plenum.
Vi fu una richiesta formale di riunione urgente del CSM, firmata da 13 consiglieri del CSM, affinché si votasse al plenum prima dell'entrata in vigore della legge c.d. “anti-Caselli”. Il plenum non fu riunito d'urgenza ed attese l'entrata in vigore della norma che di fatto eliminava la possibilità di nomina di Caselli. Se invece si fosse riunito prima dell'entrata in vigore della norma, anche se già approvata, avrebbe potuto procedere anche alla nomina di Caselli, perché una norma non si applica finché non è entrata in vigore con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Grasso non solo non poteva aver influenzato il Governo (Berlusconi) ed il Parlamento (maggioranza centrodestra), ma non poteva aver influenzato nemmeno il CSM (tanto è vero che in Commissione vi erano tre voti per lui e tre per Caselli).
Inoltre in allora il Presidente della Repubblica, che presiede il CSM, era Carlo Azeglio Ciampi (che non era certamente esponente del centrodestra e nemmeno vicino a Berlusconi). Il vice-presidente del CSM era invece Virginio Rognoni (che di nuovo non era esponente del centrodestra e non certo vicino a Berlusconi). Il CSM si era scontrato pesantemente con il Governo, per la famigerata “Riforma dell'Ordinamento Giudiziario” promossa dal Ministro Castelli.
Quindi anche qui il “complotto” "berlusconiano" (con complice il CSM) per agevolare Grasso, secondo Travaglio vicino a quest'area politica, a danno di Caselli, storicamente vicino alla sinistra, non sta in piedi!
(Ricordiamo poi, tra parentesi, che Ciampi era dell'area del centrosinistra, così come anche Rognoni, ex Dc, che con Pio La Torre scrisse la nota legge per la confisca dei beni ai mafiosi che permise il riutilizzo sociale degli stessi, sostenuta fortemente da Libera che è vicinissima a Caselli, che ne è uno dei “garanti”).
Detto questo andiamo oltre...
Grasso viene nominato dal CSM come Procuratore Nazionale Antimafia nell'.
La norma anti-Caselli viene dichiarata (logicamente) anticostituzionale nel .
Questo altro dato dimostra che non avrebbe cambiato proprio nulla l'eventuale decisione di Grasso di rinunciare alla nomina!

Se Grasso avesse rinunciato alla nomina, si sarebbe, prima di tutto, lasciato la Procura Nazionale Antimafia ancora senza una guida, con esiti disastrosi, e poi il CSM avrebbe reindetto, immediatamente, ovviamente, un nuovo Concorso al quale Caselli non avrebbe nemmeno potuto presentare la propria candidatura (essendo in vigore la norma c.d. “anti-Caselli”).

Nel frattempo la Procura Nazionale Antimafia sarebbe stata senza guida. Chiaro?
Cosa si faceva, si attendeva a “scongelarla” sino al giugno 2007??? Per due anni bloccata???

E' chiaro che non ha senso pensare che questa fosse una soluzione... ed infatti Travaglio si guarda bene dall'indicare le date!
Tale ipotesi, di una Procura Nazionale Antimafia in stallo per anni, non sarebbe stata certo di alcuna utilità né per Caselli, né per l'azione antimafia! E questo non è certamente un "dettaglio" irrilevante, anche se nella ricostruzione farlocca della vicenda viene ignorato.
E' chiaro ora che, alla luce dei fatti, della verità storica, Travaglio propone una ricostruzione fantasiosa, totalmente antitetica alla realtà, sezionando fatti, estrapolandoli dal loro contesto, per cucire una storia volta puramente a screditare Pietro Grasso?
Pensiamo di si, ma non basta...

Dell'Utri una delle fonti di Travaglio su GrassoTravaglio sostiene che Grasso sia un “furbone” (e per accreditare questa tesi chiama a testimoniare le parole di un noto “galantuomo”: Marcello Dell'Utri, così, come dall'atra parte fa per sostenere Ingroia attingendo ad una fonte attendibilissima come l'altro "galantuomo" Massimo Ciancimino). Sostiene che Grasso ha sempre cercato il consensto del Potere e che non ha fatto indagini serie ed efficaci contro la mafia e la politica. Arriva persino a considerare come una "bazzecola" la condanna ottenuta in via definitiva a carico dell'allora potente Presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro... Ma come mai Travaglio non osa elencare limiti e scorrettezze del lavoro di Grasso alla guida della Procura Nazionale Antimafia? Semplice: Grasso in quel ruolo ha lavorato bene ed i risultati si sono visti. Certo, si poteva fare di più, senza dubbio... Sempre, si potrebbe fare di più! Grasso ha svolto, con i suoi sostituti, un ottimo lavoro di coordinamento tra le varie DDA, permettendo importanti indagini ed Operazioni da sud a nord, che hanno, via via, sempre di più puntato sul livello di condizionamento da parte della mafia sia sulla politica, le istituzioni e l'economia e finanza. Ha avuto anche la forza di indicare, nella stessa relazione annuale della DNA, i limiti di alcune DDA, spingendo a cambiamenti in queste, così da sbloccare situazioni che impedivano il procedere di indagini e quindi di azioni preventive e di contrasto ad organizzazioni mafiose ed a collusioni con politica ed imprese.


Note a margine...

Travaglio, elenca, ad esempio, i processi a carico di Andreotti e Mannino come esempi dell'ottimo lavoro promosso da Caselli e dell'acquiescenza, invece, di Grasso verso i potenti.
(Ma poi perché insiste nel contrapporre il lavoro dei due magistrati sarebbe bene che lo spiegasse... preferisce l'impostanza di Caselli, più vicina a quella di Borsellino, rispetto a quella di Grasso, in continuità al "metodo Falcone"? Legittimo, ma perché porli e proporli, forzatamente in contrappodizione, non lo si riesce a capire, visto che, entrambi, muovono dallo stesso obiettivo)
Ma veniamo al punto.

Mannino dai procedimenti mossigli è stato totalmente “assolto” (e ciò capita quando si vuol perseguire “responsabilità politiche” evidenti, conclamate e devastanti - come quelle di Mannino e della sua vecchia corrente democristiana -, per via “giudiziaria” pur avendo elementi deboli da portare in dibattimento, dove, come ricordava Borsellino, servono prove ben più forti e consistenti di quante bastino, invece, per una valutazione ed una "condanna" politica). Se si esaminano i risultati dell'azione penale, quindi, Mannino è un pessimo esempio!

Grasso testimone sentito in Primo Grado - Estratto della SentenzaVeniamo ad Andreotti. Qui Travaglio sostiene che sia una “balla” il fatto che Grasso non abbia firmato e vistato l'Atto di Appello alla sentenza di primo grado perché era stato, in quella fase processuale, un testimone. Afferma che quella è una bugia raccontata da Grasso costruita a posteriori dopo un suggerimento di un suo collega. Afferma addirittura di averre i "testimoni" e si spinge a "sfidare" Grasso a querelarlo.
Anche qui, i fatti, anzi gli Atti, smentiscono Travaglio!
Basta leggere la Sentenza del Tribunale di Palermo per il processo a carico di Andreotti [ - formato .pdf] e si trova, lì, scritto nero su bianco, che Pietro Grasso è stato testimone sentito nel dibattimento! Non solo. Nella Sentenza di Appello [ - formato .pdf] si trova anche richiamata l'audizione di Grasso. Quindi Grasso ha fatto bene ad evitare di apporre quella firma, perché così facendo ha evitato un possibile “appiglio” alla difesa di Andreotti per impugnare il giudizio di secondo grado.. un “appiglio” che, se avesse posto quella firma, sarebbe stato legittimo e fondato! 
Quindi Grasso non ha detto una "bugia", ha detto la verità! 

Questo è quanto e, speriamo, sia sufficiente a rendere i fatti storici obiettivamente evidenti a tutti!